LA LUPA VERGA ANALISI RIASSUNTO

LA LUPA VERGA ANALISI RIASSUNTO


La Lupa, inclusa nella raccolta Vita dei campi, è una delle più famose novelle di Verga.
Ambientata in Sicilia, racconta di una donna soprannominata “Lupa” perché non era mai sazia delle relazioni con gli uomini. La descrizione della protagonista è molto dettagliata: occhi neri come il carbone, labbra rosse e carnose, seno vigoroso, alta, pallida e magra. Sua figlia Maricchia era triste per il comportamento della madre e sapeva che nessuno l’avrebbe mai presa in sposa nonostante la sua bellezza e la sua buona dote. Tutte le donne del paese, al passaggio della Lupa, si facevano il segno della croce perché avevano paura che potesse portare via da loro i mariti con un solo sguardo. Ma un giorno la Lupa si innamora di Nanni, un ragazzo, tornato da poco dal servizio militare, che lavora nei campi. Lei gli confessa il suo amore ma lui la respinge, dicendole che vuole in sposa Maricchia. La Lupa combina il matrimonio e offre agli sposi la propria casa a patto che le lascino un angolino per dormire.
La Lupa incomincia ben presto una relazione con il genero. Maricchia lo viene a sapere, litiga con la madre, dandole della ladra. Va dal brigadiere, che però non può far nulla, nemmeno ordinare alla Lupa di lasciare la casa serve: lei si rifiuta visto che è sua. Quando Nanni viene ferito in un incidente sul lavoro e rischia la vita, il sacerdote si rifiuta di confessarlo in presenza della Lupa e, solo quando la donna esce di casa, gli impartirsce i sacramenti.
Ma quando Nanni guardisce tutto torna come prima e lui, incapace di uscire dalla situazione, minaccia la Lupa di ucciderla. Nemmeno questo la ferma: un giorno, mentre Nanni zappa la vigna, la vede arrivare. Il racconto si chiude con il giovane uomo che si avvicina alla suocera con una scure in mano, con la chiara intenzione di ucciderla.


-LA LUPA RIASSUNTO-

ANALISI DEL TESTO

Ambientata in un tipico paesino siciliano, La lupa presenta uno degli elementi tipici della poetica verghiana : l’eclissi dell’autore. La protagonista infatti viene presentata come una donna non più giovanissima, ma “divoratrice” di uomini a tal punto da meritarsi il soprannome di “lupa”. Questo naturalmente non può riflettere il punto di vista dell’autore, un borghese colto, intellettualmente lontano dalle credenze popolari e dimostra come Verga, in tutta la novella, si mantenga invisibile. La vera voce narrante appartiene allo stesso livello dei personaggi e può essere identificata nella società siciliana, fatta di pregiudizi ed arretratezza. Non vengono descritte le riflessioni o i sentimenti della Lupa, ma cosa pensano gli altri di lei. Viene vista come una creatura diabolica, lontana dalla religione e perciò pericolosa, da emarginare. Opposta invece è la visione di Maricchia, la figlia, compatita dalla gente in quanto, pur essendo bella e brava, per colpa della fama della madre nessuno l’avrebbe mai sposata. Maricchia soffre di questa situazione, la madre invece è indifferente alle maldicenze popolari al punto da non  vergognarsi di mostrare le proprie passioni, anche per uomini molto più giovani. Attratta da Nanni non nasconde i propri istinti e si dichiara apertamente con una frase carica di passione : “Te voglio! Te che sei bello come il sole e dolce come il miele! Voglio te!” Questa immagine poetica sembra innalzare il livello culturale della protagonista, ma subito dopo la narrazione torna a essere quella della voce del popolo che descrive la donna in preda alla follia per il rifiuto del giovane, Nanni che scherzando le ha chiesto in sposa Maricchia. La donna non riesce a controllare i propri istinti, è vittima delle proprie passioni. Proprio per questo consegna Maricchia a Nanni, che la sposa solo per la casa e la dote. L’uomo è quindi guidato dalla logica dell’interesse in contrasto con Maricchia, che si oppone alle nozze perché non è  innamorata. La ragazza però non ha la forza sufficiente a ribellarsi alla madre, che finisce per avere il sopravvento sulla logica dei sentimenti proprio come accade nella società.  C’è quindi un parallelismo fra la Lupa e la madre di Rosso Malpelo, nell’omonima novella di Verga. Entrambe infatti ignorano i sentimenti dei figli, sfruttandoli per ricavarne un vantaggio: la prima utilizza Maricchia per avvicinarsi all’uomo da cui è attratta, la seconda sfrutta il figlio, mandandolo a lavorare senza preoccuparsi mai di manifestargli affetto.
In un paesino superstizioso e bigotto, come quello in cui vive, la Lupa è vista come un essere maledetto, ossessionato dall’impulso erotico, non rispettata nemmeno per la sua instancabile capacità di lavorare. L’autore, naturalmente, non essendo d’accordo con questa visione, dà voce a proverbi siculi e a immagini di superstizione popolare, come l’abitino della Madonna che Nanni si mette addosso per proteggersi. Si evidenzia così la contrapposizione fra il popolo e la protagonista, la “diversa”, la donna a cui nessuno riesce a resistere, che “spolpava” i mariti delle altre attirandoli con le labbra rosse (simbolo di passione), gli occhi neri come il carbone (simbolo di impurità) e il seno prorompente ( simbolo di sfacciataggine). Neanche Nanni riesce a resistere a quella tentazione, tuttavia per la visione popolare lui non è un marito infedele, ma un pover’uomo tentato dal diavolo che cerca di vincere i propri istinti umani con tutte le proprie forze.
In questa situazione anche Maricchia subisce una trasformazione. La ragazza mite e desiderosa di bei sentimenti diventa una donna dagli occhi ardenti di gelosia, capace di denunciare la madre e di chiedere giustizia. Ma anche in questo caso i suoi valori sono destinati a essere sconfitti. Nonostante infatti il marito ammetta la propria colpa, il brigadiere non può far nulla perché la casa è della Lupa. Nanni non riesce più a controllare i propri istinti e per questo preferirebbe morire o andare in galera piuttosto che essere nuovamente tentato dalla donna. E il suo desiderio sta per realizzarsi quando viene ferito e rischia di morire, ma il suo tormento non è ancora destinato ad aver fine. Anche se, una volta guarito, si avvicina molto alla chiesa, prega, si impegna in penitenze pubbliche per riuscire ad allontanare la tentazione, nulla riesce a donargli serenità. Per questo decide di uccidere la Lupa che nell’ultima scena del racconto gli va incontro portando in mano un mazzo di papaveri rossi.
E’ il riscatto della donna che appare come un’eroina che, senza paura, va consapevolmente incontro alla morte, dopo una vita trascorsa ad essere vittima delle proprie passioni.

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