JACOPO SANNAZARO

JACOPO SANNAZARO

JACOPO SANNAZARO

E lo scrittore più importante della lingua italiana. Nacque a Napoli, trascorse la sua giovinezza in un ambiente alpestre e pastorale, che gli rimase scolpito nel cuore. A Napoli acquistò una profonda cultura umanistica.

Arcadia

La fama dal Sannazaro è legata a quest’opera. Si tratta di un dramma pastorale. Protagonista del racconto è sincero, che per lenire le pene di un amore non corrisposto, si rifugia nell’Arcadia, cioè la regione dell’antica Grecia considerata la culla della poesia pastorale. Qui prende parte alla vita serena dei pastori, allietata da partite di caccia, giochi e soprattutto dalla poesia e dal canto.

Un giorno racconta ad un pastore la sua storia d’amore e questo lo esorta a non disperare, narrandogli come anch’egli sia riuscito ad avere l’amore di una fanciulla che prima lo aveva sdegnato. Sincero vive per un certo tempo tra i pastori, finché una notte fa un sogno che gli porta un doloroso presentimento, perciò una volta svegliatosi si avvia per la campagna solitaria, dove incontra una ninfa che lo riconduce a Napoli, dove Sincero apprende la morte dell’amata.

La favola del Sannazaro ha un significato allegorico e sfondo autobiografico. Sincero è il poeta stesso, la donna amata è Carmosina Bonifacio, che egli amò e morì in tenera età, lo stesso rifugiarsi di Sincero in quella mitica terra e come il ricordo degli anni vissuti dal poeta, al tempo dell’adolescenza, lontano da Napoli. Mitico è il mondo dell’Arcadia, risalente ai classici latini e greci. L’Arcadia era una mitica regione montuosa della Grecia, abitata da pastori, nella quale, secondo gli storici greci, si era mantenuta a lungo una purezza di costumi, una semplicità di vita simile a quella mitica età dell’oro del genere umano.

I poeti antichi avevano proiettato in questa terra e nella vita semplice dei pastori il mito dell’umana felicità. L’Arcadia era diventata la regione ideale dove liberamente si effondevano i sentimenti del cuore, come l’amore; era diventata la terra dell’idillio, cioè di spontanea comunione tra l’uomo e la natura, attuata in una vita semplice, lontana dal quotidiano travaglio dell’esistenza. L’Arcadia è un’opera statica, cioè è una rappresentazione di quadri raffinati, e non un racconto di esperienze interiori. Il mondo dell’Arcadia è un mondo favoloso, remoto, immutabile, già fissato da secoli; non c’è, nell’opera intera, una situazione o un’immagine che non ha il suo antecedente in un classico greco o latino, quindi l’opera appare come una traduzione, un lavoro di intarsio. Del Sannazaro c’è un sentimento di nostalgia per quel mondo radioso e perduto, un bisogno di evadere dalla vita comune nel regno.

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