IL GABBIANO JONATHAN LIVINGSTONE

IL GABBIANO JONATHAN LIVINGSTONE


-Jonathan Livingston…“E’ il nome di un lord inglese!”, qualcuno esclamerebbe. Tuttavia non è così anche se, forse, in fondo in fondo, paragonare la storia del gabbiano protagonista del libro a quella di un essere umano non è poi così errato. Questa idea trova conferma nel pensiero di Richard Bach, autore del best seller, che comincia il racconto dedicandolo proprio “al vero Gabbiano Jonathan che vive nel profondo di noi tutti”. Jonathan è un gabbiano molto particolare: egli utilizza le sue belle ali non esclusivamente per procurarsi del cibo; le utilizza spesso per imparare a volare ad alta velocità, superando ogni limite. Con lui il lettore, affascinato dall’insolito clima della narrazione, viene trascinato in un’entusiasmante avventura di volo, di aria pura e di libertà.

IL TITOLO

Il titolo, composto da quattro parole, fa capire al lettore chi sarà il protagonista del libro. Secondo una mia interpretazione, Bach decide di chiamare il gabbiano con un nome ed un cognome tipicamente “umano” per sottolineare il fatto che la sua storia potrebbe essere paragonata a quella di un uomo (come già detto precedentemente).

EPOCA E LUOGO

La storia non si svolge in un periodo ben definito ed anche il luogo dove è ambientata è molto vago. Spesso vengono fatti riferimenti a rocce, montagne ed anche tramonti. Si suppone, pertanto, che sia il cielo il posto frequentato maggiormente da Jonathan e dai suoi compagni.

NARRAZIONE

E’ dura la vita dei gabbiani: ogni mattina sono costretti a svegliarsi quando i raggi del sole sono ancora deboli per andare alla ricerca di cibo. Lo Stormo Buonappetito ne è un chiaro esempio: tutti si svegliano di buon ora per allenarsi duramente. Anche Jonathan, gabbiano tuttofare, è solito svegliarsi molto presto per allenarsi. La cosa singolare è che i suoi allenamenti hanno un altro scopo: Jonathan Livingston non utilizza le proprie ali solo ed esclusivamente per procurarsi i viveri; il suo sogno è, da sempre, quello di raggiungere mete inesplorate alla velocità della luce. I suoi primi tentativi per cercare di raggiungere quelle terre tanto sognate non vanno certo come lui si aspetta: ovviamente è ancora molto piccolo e non può pretendere più di tanto dal suo esile corpicino. Tuttavia, giorno dopo giorno, Jonathan comincia ad acquistare una sicurezza tale da permettergli di compiere tragitti lunghi e tortuosi ad altezze considerevoli. Alcune volte finisce inevitabilmente col ruzzolare per terra (e solo Dio sa come fa a resistere a tutti i botti che prende). Fiero dei risultati raggiunti, ritorna allo Stormo Buonappetito per raccontare ai propri compagni le sue avventure. Inaspettatamente, gli altri gabbiani decidono di esiliarlo dal gruppo. Il motivo? Dicono che abbia infranto una legge importantissima; tant’è che, all’improvviso, il povero Jonathan Livingston si trova da solo ad affrontare i pericoli e gli ostacoli della vita. Rimasto solo, Jon comincia a chiedersi se, forse, non sarebbe stato meglio rimanere nello stormo, accettandone le leggi e “reprimendo” la propria passione per il volo. Ben presto, però, capisce di aver fatto la scelta giusta: volare era la sua gioia di vivere e nessuno poteva impedirglielo. Vecchio e stremato, dopo anni trascorsi imparando e mettendo in pratica nuove tecniche di volo, Jonathan assiste ad uno strano fenomeno; egli vede avvicinarsi a se due gabbiani candidi come la luna, simili a due angeli: crede di esser morto. Quell’episodio, invece, rappresenterà per il Reietto l’inizio di una vita migliore in un mondo più adatto a lui ed alle sue qualità. Lasciata la Terra, si ritrova a far parte di un nuovo stormo. Di quel branco fa parte anche Ciang, maestro sapiente. Proprio grazie ai consigli di Ciang, Jonathan Livingston diventa un gabbiano “perfetto” e, a sua volta, comincia ad insegnare i “trucchi del mestiere” a quei gabbiani reietti come lui, con l’innata passione del volo. Nonostante non fosse consentito dalla legge, Jon decide di tornare sulla Terra per istruire anche quei gabbiani che fanno uso delle proprie ali solo come mezzo per procurarsi del cibo. Il maestro Jonathan spiega ai suoi allievi che il volo serve per esprimere la propria libertà e la propria determinazione nell’affrontare qualsiasi ostacolo. In passato era Ciang a far la parte dell’insegnante… oggi questo grande compito spetta a lui.

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