GIUSEPPE VERDI E IL MELODRAMMA

GIUSEPPE VERDI E IL MELODRAMMA

GIUSEPPE VERDI E IL MELODRAMMA


Il melodramma è un genere di teatro dove i personaggi si esprimono con il canto e la musica che non accompagna le parole, ma è la parte fondamentale dell’opera e da essa dipendono tutti gli altri elementi che formano lo spettacolo.

Già nella tragedia greca la poesia si univa alla musica; così pure nel Medioevo, scene di argomento religioso e profano, si avvaleranno di rapporti musicali.

Un gruppo di studiosi (Camerata fiorentina) che usavano riunirsi nelle case dei nobili a Firenze (Palazzo Bardi), cercò un modello nell’antica musica greca con le sue semplici melodie, che avrebbe permesso di cogliere il significato del testo contato, nacque così un tipo di musica a metà fra il canto e la declamazione eseguita da un solista e accompagnata dalla melodia degli strumenti.

Questo nuovo stile fu applicato a due opere teatrali del poeta Rinuccini, dando origine al Melodramma (1550-1620).

Il primo grande autore di opere liriche, C. Monteverdi, rovesciò la struttura del melodramma favorendo la musica, che la Camerata F. aveva sottomesso alle parole.

In questo modo il melodramma fu rapidamente diffuso grazie anche all’apertura dei primi teatri pubblici.

Trionfò nel XVII secolo il melodramma italiano che precisò la sua struttura di opera seria grazie al compositore A. Scarlatti.

Nel ‘700 si sviluppò la scuola operistica napoletana a livello internazionale aggiungendo l’opera buffa che fu una sua originale creazione.

Verso la fine del secolo emerse la figura del grande musicista Mozart (Nozze di Figaro, Dongiovanni) con le sue importanti e popolari opere.

Nell’800 l’opera italiana fu dominata dal grande Rossini, che portò l’opera buffa al massimo della sua espressione e con il Barbiere di siviglia dove l’orchestra aveva raggiunto un posto di primaria importanza.

I maggiori esponenti del melodramma furono: Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi.

GIUSEPPE VERDI

Giuseppe Verdi nacque a Roncole di Busseto (Parma) nel 1813 e morì nel 1901 a Milano.

Verdi iniziò gli studi musicali come organista della chiesa del suo paese;date le sue origini molto modeste in seguito venne aiutato da un ricco commerciante, A. Barezzi, a proseguire gli studi con il direttore della banda musicale e organista del Duomo.

Visti i grandi progressi del ragazzo, Barezzi, ottenne per lui una borsa di studio per il conservatorio a Milano.

Purtroppo però Verdi aveva superato l’età di ammissione alla scuola percui beneficiò ancora del suo protettore che gli pagò gli studi privati.

Quando morì il vecchio direttore della banda, dovette ritornare a Busseto per prendere il suo posto, in seguito sposò la figlia del Barezzi e compose parecchi pezzi per la banda che lo misero subito in luce.

Nacque anche la sua prima opera che non riuscì però a far rappresentare a teatro di Parma, percui si trasferì di nuovo a Milano dove avrebbe avuto maggiori possibilità di affermarsi.

Infatti la sua opera fu rappresentata alla scala dove ottenne grande successo.

Dopo un periodo di crisi di sconforto in seguito alla perdita della moglie e dei suoi due figli, fu aiutato di nuovo a dedicarsi alla musica e fu così che nacque il “Nabucco” sostituendo grandi entusiasmi patriottici.

Iniziò per Verdi un periodo di incessante lavoro durante il quale acquistò grande fama anche all’estero con le sue numerose opere.

Dopo il fallimento della prima guerra di indipendenzaVerdi si ritirò nella sua villa di Sant’Agata insieme alla seconda moglie.

Dopo il ciclo delle opere giovanili, iniziò quello delle opere della maturità, spinte più da motivi psicologici che eroici (Rigoletto, La Traviata, ecc….).

Nel 1855 scrisse per il governo francese i Vespri siciliani dopo di che rallentò la sua attività dedicandosi alle sue opere sempre più con maggiore cura stilistica e nello stesso tempo iniziò un’attività pubblica e civile che lo portò all’elezione al primo Parlamento nazionale.

Iniziò a viaggiare in tutta Europa raccogliendo successi ovunque, il governo egiziano gli commissionò un’opera per l’apertura del canale di Suez, così nacque l’Aida con la quale segnò l’apice della sua arte.

Negli anni seguenti scrisse tante altre opere eccezionali, come l’Otello di Shakespear, Falstaff ed infine le Allegre Comari di Windsor, che segnò il ritiro di Verdi dal teatro.

Morì a Milano in tristezza e solitudine, dopo la scomparsa della moglie.

 

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