foto dell’eccidio di sant’anna di stazzema

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Sant’Anna di Stazzema, la città martire. Il 12 Agosto 1944 le truppe naziste della 16 SS-Panzergrenadier Division Reichsführer SS trucidarono in quattro ore 560 persone: bambini, donne e anziani.

Sant’Anna di Stazzema è un piccolissimo paesino a 610 metri slm. Poche abitazioni, una chiesa, il panificio, il bar della piazza e poco altro….. una località incantevole e distante dalla realtà affannata e godereccia della Versilia, da quale dista pochi Km. Qualche centinaio di abitanti. Però Sant’Anna fu nel 1944 al polo di uno dei più efferati massacri che compirono i soldati nazisti in Italia. Furono trucidate per volere del generale Max Simon, in poco più di due ore, 560 individuiprevalentemente bimbi, femmine e anziani.

Era il 12 Agosto 1944 quando le truppe naziste arrivarono a Sant’Anna. Gli abitanti pensavano fosse una retata alla ricerca degli uomini: tutta le montagne della zona erano infatti il centro pulsante della Resistenza partigiana contro l’invasione tedesca. Gli uomini dunque lasciarono il Borgo e si diedero alla macchia: a Sant’Anna di Stazzema rimasero perlopiù bambini, donne e anziani. I deboli. Perlopiù bambini, donne e anziani.

Essi arrivarono, essi radunarono le persone, essi raggrupparono le persone, essi uccisero le persone. Perlopiù bambini, donne e anziani. Essi buttarono le bombe nel borgo, essi bruciarono il borgo.

Evelina Berretti in Pieri era nella sua casa. Era incinta e il suo bambino sarebbe nato di lì a poco. Essi arrivarono, li guidava il capitano Anton Galler. Essi aprirono il ventre di Evelina con le baionette e lanciarono il feto per aria, sparandogli alla testa. Testimone, tra gli altri, fu l’ex rabbino capo di Roma Elio Toaff, che l’ha raccontato nel suo libro “Perfidi giudei, fratelli maggiori”.

Anna Pardini aveva 20 giorni, non anni, ma giorni: uno per nascere, uno per assaporare il latte materno, uno per sorridere, uno per piagere, uno per guardare la mamma, uno per guardare il papà, uno, uno, uno. Essi arrivarono, essi fecero quello che pensavano avessero dovuto fare e diedero ad Anna Pardini altri 20 giorni di sofferenze atroci. Essi non la uccisero, essi la massacrarono ed le regalarono altri 20 giorni di vita.

Mario Marsili, anni 6, località Vaccareccia:

“La mattina, alle ore 6, sono venuti questi tedeschi, ci hanno preso, ci hanno portato nella stalla dove poi ci hanno dato fuoco. Mia madre, aturalmente, mi mise dietro, a cavalcioni, dietro una porta dove erano due massi e io ci rimasi per l’intera giornata. Vidi mia madre colpire… colpire con lo zoccolo, l’unica “arma” che aveva, lo zoccolo. Colpì il tedesco. La mamma era dentro, però, per la paura, forse, che questi tedeschi mi vedessero, lei s’è precipitata verso la porta, perché vedeva questo tedesco che entrava dentro e, entrando dentro, m’ avrebbe visto. Quando vide questo tedesco entrare tirò lo zoccolo e lo colpì alla testa. E questo, poi, questo tedesco le tirò una raffica di mitra e morì”

Ed ancora, ancora, ancora per 560 volte.

Il 22 giugno 2005 il Tribunale Militare di La Spezia ha condannato all’ergastolo dieci ex-militari delle SS per aver preso parte alla strage di Sant’Anna del 12 agosto 1944: gli allora sottotenenti Gerhard Sommer e Georg Rauch, sergenti Alfred Schöneberg, Werner Bruss, Heinrich Schendel, Heinrich Ludwig Sonntag, Alfred Concina, Karl Gropler, Horst Richter, caporalmaggiore Ludwig Göring, tutti appartenenti al II battaglione del 35 reggimento della 16ª SS Panzergrenadier Division “Reichsführer”.

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