ALAN TURING

ALAN TURING


Alan Mathison Turing, nato a Londra il 23 giugno 1912, è considerato uno dei più grandi matematici dell’era moderna. Fin da giovane ha dimostrato una grande abilità nelle materie scientifiche, soprattutto per matematica e logica e, dopo la laurea in matematica, si è dedicato alla crittografia, presso le università di Cambdridge, Princeton e Oxford.

Quando nel 1939 l’Inghilterra è entrata a far parte dello scontro nella Seconda Guerra Mondiale, Turing ha iniziato a lavorare per lo Stato all’interno di un gruppo di critto-analisti a Bletchley Park, nella cosiddetta Stazione X, con l’obiettivo di decrittare i messaggi militari nazisti codificati attraverso la macchina Enigma.

Il nome di Turing è oggi associato soprattutto alla macchina e al test che portano il suo nome. La macchina di Turing è un dispositivo puramente teorico formato da un nastro infinito e riscrivibile su cui dei simboli (pensate per esempio ai 0 e 1) possono idealmente essere scritti, letti e cancellati man mano che ci si muove avanti e indietro lungo il nastro stesso. Si tratta in sostanza del modello ideale di una macchina per calcoli capace di risolvere algoritmi (il significato stesso del termine algoritmo fu formalizzato proprio da Turing), che fu sviluppata dallo scienziato quando aveva appena 24 anni. Turing stesso la descrisse come una “macchina automatica” concepita per risolvere il cosiddetto problema della decisione. Anche se l’effettivo funzionamento dei computer è dovuto soprattutto al lavoro successivo di un altro matematico, John Von Neumann, la macchina di Turing rappresenta ancora oggi la base matematica dei calcolatori digitali.

Alan Turing era gay e, nel 1952, quando si trovava all’università di Manchester e aveva 39 anni, fu arrestato con l’accusa di “grave oscenità e condotta indecente” per via della presunta (poi apertamente riconosciuta) relazione omosessuale con un altro uomo.

Secondo una legge britannica in vigore dal 1885, l’omosessualità era un reato abbastanza grave da meritare il carcere, e venne depenalizzata solo qualche anno più tardi, nel 1967. Turing aveva poi sporto denuncia per un furto in casa sua nel quale era coinvolto anche un complice, che secondo lo scienziato sarebbe stato proprio lo stesso Murray.

Nel corso delle indagini è stato lo stesso Turing a dichiarare davanti al giudice l’esistenza della relazione, dopo che le autorità britanniche lo avevano già accusato di avere abitualmente rapporti omosessuali e per questo lo avevano già arrestato e trascinato in tribunale. Durante il processo, Turing ha dichiarato di non provare alcun rimorso né senso di colpa per aver commesso atti di omosessualità, e non ha organizzato mai una vera difesa legale ritenendo del tutto naturali i propri comportamenti.

A causa della condanna sentenziata il 31 maggio 1952, a Turing sono state tolte le autorizzazioni necessarie per poter lavorare nel campo della sicurezza e della crittografia. Per lo stesso motivo gli è stato negato anche l’ingresso negli Stati Uniti, limitando la sua liberà di spostamento ai soli Paesi europei.

Turing non è finito mai in prigione poiché ha accettato, come alternativa alla reclusione, di sottoporsi a un continuo controllo e soprattutto alla castrazione chimica, mediante un ciclo lungo un anno di somministrazioni di estrogeni. La terapia lo ha devastato sia dal punto di vista psicologico che fisico. L’8 giugno 1954 (quando aveva soli 41 anni) Turing è stato trovato misteriosamente morto nel letto di casa sua a Wilmslow, accanto a una mela morsicata.

Secondo la ricostruzione ufficiale, la causa della morte è stata avvelenamento da cianuro, e la mela mezza mangiata sarebbe stata contaminata proprio con il veleno dallo stesso Turing (di cui era nota la passione per la storia di Biancaneve e i sette nani). La versione del suicidio è stata, nel corso degli anni, più volte contestata, poiché ritenuta non del tutto fondata, e ancora oggi rimane l’ombra di un assassinio di Stato o almeno di un suicidio indotto, che alimenta le teorie del complotto (su cui si ispira in buona parte The Imitation Game).

Negli ultimi decenni molti hanno sostenuto che il logo di Apple, la celeberrima mela morsicata, fosse un tributo a Turing per la sua influenza nell’informatica e nello sviluppo dei modelli teorici alla base dei computer. Tuttavia, questa ricostruzione è parsa molto meno plausibile dopo che fu smentita personalmente da Steve Jobs.

Fonti: Wikipedia

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