Vittorio Alfieri Saul ATTO V SCENA III

Vittorio Alfieri Saul ATTO V SCENA III

Saul e Micol.


SAUL Ombra adirata, e tremenda, deh! cessa:

Lasciami, deh!… Vedi: a’ tuoi piè mi prostro…

Ahi! dove fuggo?… Ove mi ascondo? O fera

Ombra terribil, plàcati… Ma è sorda

Ai miei preghi; e m’incalza?… Apriti, o terra,

Vivo m’inghiotti… Ah! pur che il truce sguardo

Non mi saetti della orribil ombra.

MICOL Da chi fuggir? Niun ti persegue. O padre, Me tu non vedi? Me più non conosci?

SAUL O sommo, o santo sacerdote, or vuoi

Ch’io qui mi arresti? O Samuël, già vero

Padre mio, tu l’imponi? Ecco, mi atterro

Al tuo sovran comando. A questo capo

Già di tua man tu la corona hai cinta;

Tu il fregiasti; ogni fregio or tu gli spoglia;

Calcalo or tu. Ma… la infuocata spada

D’Iddio tremenda, che già già mi veggo

Pender sul ciglio,… o tu che il puoi, la svolgi

Non da me, no, ma da’ miei figli. I figli,

Del mio fallir sono innocenti…

MICOL O stato,

Cui non fu il pari mai! – Dal ver disgiunto, Padre, è il tuo sguardo: a me ti volgi…

SAUL Oh gioja!…

Pace hai sul volto? O fero veglio, alquanto

Miei preghi accetti? Io da’ tuoi piè non sorgo,

Se tu i miei figli alla crudel vendetta

Pria non togli. Che parli?… Oh voce! «T’era «David pur figlio; e il perseguisti, e morto «Pur lo volevi.» Oh! che mi apponi?… Arresta… Sospendi or, deh!… Davidde ov’è? Si cerchi:

Ei rieda; a posta sua mi uccida, e regni:

Sol che a’ miei figli usi pietade, ei regni… –

Ma, inesorabil stai? Di sangue hai l’occhio;

Foco il brando e la man; dalle ampie nari

Torbida fiamma spiri, e in me l’avventi…

Già tocco m’ha; già m’arde: ahi! dove fuggo?…

Per questa parte io scamperò.

MICOL Nè fia,

Ch’io rattener ti possa, nè ritrarti

Al vero? Ah! m’odi: or sei…

SAUL Ma no; che il passo

Di là mi serra un gran fiume di sangue. Oh vista atroce! Sovra ambe le rive, Di recenti cadaveri gran fasci Ammonticati stanno: ah! tutto è morte Colà: qui dunque io fuggirò… Che veggo? Chi sete or voi? – «D’Achimelèch siam figli. «Achimelèch son io. Muori Saulle,

«Muori.» – Quai grida? Ah! lo ravviso: ei gronda Di fresco sangue, e il mio sangue ei si beve. Ma chi da tergo, oh! chi pel crin mi afferra?

Tu, Samuël? – Che disse? Che in brev’ora

Seco tutti saremo? Io solo, io solo

Teco sarò; ma i figli… – Ove son io? –

Tutte sparino ad un istante l’ombre.

Che dissi? Ove son io? Che fo? Chi sei?

Qual fragor odo? Ah! di battaglia parmi:

Pur non aggiorna ancor: sì, di battaglia

Fragore egli è. L’elmo, lo scudo, l’asta,

Tosto or via, mi si rechi: or tosto l’arme,

L’arme del re. Morir vogl’io, ma in campo.

MICOL Padre, che fai? Ti acqueta… Alla tua figlia…

SAUL L’armi vogl’io; che figlia? Or, mi obbedisci.

L’asta, l’elmo, lo scudo; ecco i miei figli.

MICOL Io non ti lascio ah! no…

SAUL Squillan più forte

Le trombe? Ivi si vada: a me il mio brando

Basta solo. – Tu, scòstati, mi lascia;

Obbedisci. Là corro: ivi si alberga

Morte, ch’io cerco.


SCENA IV.

 

Saul, Micol ed Abner con pochi SOLDATI fuggitivi.

ABNER Oh re infelice!… Or dove,

Deh! dove corri? Orribil notte è questa.

SAUL Ma, perchè la battaglia?…

ABNER Di repente,

Il nemico ci assale: appien sconfitti

Siam noi…

SAUL Sconfitti? E tu, fellon, tu vivi?

ABNER Io? Per salvarti vivo. Or or qui forse

Filiste inonda: il fero impeto primo

Forza è schivare: aggiornerà frattanto.

Te più all’erta quassù, fra i pochi miei,

Trarrò…

SAUL Ch’io viva, ove il mio popol cade?

MICOL Deh! vieni… Oimè! cresce il fragor: s’inoltra…

SAUL Gionata… e i figli miei… fuggono anch’essi?

Mi abbandonano?…

ABNER Oh cielo!… I figli tuoi…

No, non fuggiro… Ahi miseri!…

SAUL T’intendo:

Morti or cadono tutti…

MICOL Oimè!… I fratelli?…

ABNER Ah! più figli non hai.

SAUL – Ch’altro mi avanza?…

Tu sola omai, ma non a me, rimani.

Io da gran tempo in cor già tutto ho fermo:

E giunta è l’ora. – Abner, l’estremo è questo

De’ miei comandi. Or la mia figlia scorgi

In securtà.

MICOL No, padre; a te d’intorno

Mi avvinghierò: contro a donzella il ferro

Non vibrerà il nemico.

SAUL Oh figlia!… Or taci:

Non far ch’io pianga. Vinto re non piange.

Abner, salvala, va’: ma, se pur mai

Ella cadesse infra nemiche mani,

Deh! non dir, no, che di Saulle è figlia;

Tosto di’ lor, ch’ella è di David sposa;

Rispetteranla. Va’; vola…

ABNER S’io nulla

Valgo, fia salva, il giuro; ma ad un tempo

Te pur…

MICOL Deh… padre… Io non ti vo’, non voglio Lasciarti…

SAUL Io voglio; e ancora il re son io.

Ma già si appressan l’armi: Abner, deh! vola:

Teco, anco a forza, s’è mestier, la traggi.

MICOL Padre!… E per sempre?…


SCENA V.

Saul.

Oh figli miei… – Fui padre. –

Eccoti solo, o re; non un ti resta

Dei tanti amici, o servi tuoi. – Sei paga

D’inesorabil Dio terribil ira? –

Ma, tu mi resti, o brando: all’ultim’uopo,

Fido ministro, or vieni. – Ecco già gli urli

Dell’insolente vincitor: sul ciglio

Già lor fiaccole ardenti balenarmi

Veggo, e le spade a mille… – Empia Filiste,

Me troverai, ma almen da re, qui (nell’atto ch’ei cade trafitto su la propria spada, soprarrivano in folla

i Filistei vittoriosi con fiaccole incendiarie, e brandi insanguinati. Mentre costoro corrono con alte grida verso Saul, cade il sipario)… morto

FINE DELLA TRAGEDIA.