VINCENZO LUPOLI

VINCENZO LUPOLI

VINCENZO LUPOLI


Fu un uomo dalla cultura religiosa e laica eccezionale. Fu discepolo del teologo Genovesi che fece approvare l’istituzione della cattedra di Catechesi, in un periodo di riforma della Chiesa napoletana e per l’influenza della grande personalità di S. Alfonso Maria de’ Liguori. Vincenzo fu anch’egli seguace di S. Alfonso, del quale acquistò la forza nel suo impegno sacerdotale e nella visione giuridica. A 27 anni egli dava lezioni di Giurisprudenza e di Diritto Canonico, cosa assai diffusa a quei tempi tra i dotti preti regnicoli, che si trasferivano a Napoli per aprire una scuola in attesa di conseguire una cattedra all’università. Fu inoltre un grandissimo epigrafista e latinista. A 31 anni gli venne conferita la Cattedra di Diritto Civile dell’Università di Napoli.
Teologo importante, da discepolo del Genovesi accetta la riforma della catechesi, ma inspiegabilmente non segue abbastanza l’esempio del maestro che avrebbe voluto riformare il diritto canonico. Così nelle sue Praelectiones, edite nel1777, il Lupoli si ferma ad una mera espressione dei manuali correnti senza incanalarsi nell’auspicato spirito riformatore. Si rifà ampiamente dodici anni dopo .
Il 1789, anno importante per il Regno delle Due Sicilie, si apre con una iniziativa che doveva costituire l’atto principale della cosiddetta era di Ferdinando di Borbone. Difatti nel gennaio di quell’anno fu pubblicato in soli 150 esemplari un volume, ”Origine della popolazione di S. Leucio e suoi progressi fino al giorno d’oggi colle leggi corrispondenti al buon governo di essa”, che comprendeva anche i “Doveri verso Dio, verso sé, verso gli altri, verso il Re, verso lo Stato, per uso delle scuole normali di S. Leucio” ed un “Orario per il tempo della preghiera, Messa ed Esposizione del Santissimo per gli individui della popolazione di s. Leucio”. Queste opere erano meglio note come “il Codice di S. Leucio”. Il codice fu tradotto in greco, tedesco, francese ed in latino, quest’ultima traduzione appunto ad opera di Vincenzo Lupoli. Per la traduzione il Lupoli si fece conoscere in molti ambienti europei, in quanto richiamò l’attenzione sulla organizzazione etico-amministrativa di una comunità basata sul principio dell’uguaglianza sia sotto il profilo giuridico che economico: una vera e propria novità nell’ambiente politico europeo. Vi erano anche contenuti principi di mutua assistenza che ponevano la religione come cardine della vita civile, culturale e spirituale della comunità. In realtà egli non fu solo traduttore e commentatore, ma fu ispiratore e ideologo di questo nuovo modo di intendere la vita di una comunità che si voleva porre all’avanguardia in Europa per i diritti civili.
Nel 1791 Vincenzo Luppoli fu fatto Vescovo di Cerreto Sannita, nel cui Duomo nel 1796 fece trasferire le statue e le reliquie di S. Palerio e di S. Equizio.
Nel 1784 il medico Francesco Capasso, nipote del poeta Nicola Capasso e proprietario del fabbricato di via Spada dei Monacelli, dispose per onorare le volontà dello zio e del proprio genitore che lo stabile dovesse essere adibito a beneficio dei bisognosi. A quest’opera dovevano impegnarsi Matteo Lanzillo insieme al Vincenzo Lupoli. Anzi il Lupoli fu autorizzato a tentare di impiantarvi un Ritiro al fine di far educare le donzelle orfane e povere dalle Maestre Pie. Ma Matteo Lanzillo ed il vescovo Vincenzo Lupoli non riuscirono a portare a termine questa disegno, per cui lo stabile restò abbandonato fino al 1802, allorquando intervenne don Sosio Lupoli, cugino di Vincenzo e non ancora parroco di S.Sossio.

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