VERSIONE LATINO MAGNIFICO TRIOFO DI UN GENERALE ROMANO

VERSIONE LATINO MAGNIFICO TRIOFO DI UN GENERALE ROMANO


Post tot et tantas victorias imperator in patriam revertit et magnificum trumphum in urbe Roma egit haud multis diebus post reditum suum. Senatus enim pro tot rebus secundis sollemnem supplicationem supplicationem complurium dierum et sacrificia votiva decreverat. Prima die,circa horam tertiam, initium trumphalis pompae fuit. Ante omnia,bestiae omnis generis procedebant,elepahnti insutata magnitudine,leones immani fascie,ursi et tigris terrifico visu,plurimi cameli gravi pondere auri et argenti onusti. Post feras currum ingentem tahebant muli et in curru stabat rex victus,cantenis ferries vinctus,demisso vultu,cum uxore et liberis suis. Postrema processit infinita multitude capivorum,sine armis,lento gradu,maesta facie, a meridie usque ad solis occasum. Alteram diem sacerdotes in sacrificiis et supplicationibus consumpserunt,nobilium virginum chorus sollemne carmen. Iovi Optimo Maximo cecinit et matronae monilia sua ante divum aras deposuerun. Tertia die,coram pontifice maximo et virginibus,galdiatores in circo pugnaverunt. Quarta tandem die victor inter plausus clamoresque plebis omnisque ordinis civium in viis curru eburneo processit.


Dopo tali e tante vittorie il generale tornò in patria e celebrò nella città un magnifico trionfo non molti giorni dopo il suo ritorno. Il senato infatti per le tante circostanze favorevoli aveva decretato una solenne supplica di molti giorni e sacrifici votivi. Il primo giorno, circa alle tre, vi fu l’inizio della processione trionfale. Avanti ad ogni cosa, avanzavano le bestie di ogni genere, gli elefanti di spropositata grandezza, leoni di immane ferocità, orsi e tigri dal volto terribile, molti cammelli carichi di oro e argento. Dietro gli animali i muli trascinavano un ingente carro e sul carro vi era il re vinto, legato con catene di ferro, con volto triste, con la moglie e i suoi figli. In ultimo avanzò l’infinita moltitudine di schiavi, senza armi, a passo lento, con volto mesto, dalla mattina fino al tramonto. I sacerdoti trascorsero il giorno seguente in sacrifici e suppliche, il coro di nobili vergini (cantava) un solenne carme. Cantò a giove ottimo massimo e le donne deposero i loro monili spontaneamente davanti agli altari degli dei. Il terzo giorno, al cospetto del pontefice massimo e alle vergini, i gladiatori combatterono nell’arena. Il quarto giorno il vincitore tra l’applauso e i clamori dei cittadini della plebe e di ogni genere avanzò nelle vie su un carro (eburneo)