Versi e rime
Verso
Si ha un verso quando un autore decide di andare a capo quindi si trova su uno stesso rigo. Si trovano nelle filastrocche e nelle poesie.
Più versi l’uno di seguito all’altro e poi separati da un rigo bianco formano le STROFE. Esse, a seconda del numero di versi, prendono un nome specifico:
Numero versi | Nome strofa |
2 | Distico |
3 | Terzina |
4 | Quartina |
6 | Sestina |
8 | Ottava |
Rima
La rima produce un effetto musicale: è l’identità di suono, in due parole diverse, nella parte finale successiva alla sillaba accentata (sillaba tonica):
à gelsomìno/bambìno, mòndo/secòndo.
La disposizione delle rime in una strofa o nei versi dà luogo ad alcuni schemi fissi. Indicheremo una stessa rima con la lettera maiuscola dell’alfabeto.
Schema rimico | Nome | Esempio |
A
A B B |
Rima
baciata |
C’erano una volta sette
che mangiavano le polpette e quando l’avevano finita si leccavano le dita. |
A
B A B |
Rima alternata | C’era una volta Patrizio Sincero
Che non aveva né casa né letto E abitava nel vento leggero Libero e allegro come un capretto. |
A
B B A |
Rima
incrociata |
Sulla riva del Mar Morto
La marea nera borbotta Ogni notte una marmotta Ci fa un bagno corto corto.
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ABA BCB CDC DED |
Rima incatenata o
dantesca |
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura!
Tant’è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai, dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte.
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A volte si trovano dei versi che non finiscono in modo identico: si hanno delle rime imperfette che si distinguono in:
- Assonanza à le parole presentano vocali uguali ma cambiano le consonanti (mare/sale);
- Consonanza à le parole presentano consonanti uguali ma cambiano le vocali (terra/carro).
La lunghezza dei versi
La misura del verso si chiama “metro” e dipende dal numero di sillabe presenti. A seconda del numero, il verso si chiama:
Numero sillabe | Nome verso |
2 | Bisillabo o binario |
3 | Trisillabo o ternario |
4 | Quaternario |
5 | Quinario |
6 | Senario |
7 | Settenario |
8 | Ottonario |
9 | Novenario |
10 | Decasillabo |
11 | Endecasillabo |
12 | Dodecasillabo |
I versi più usati nella letteratura italiana sono gli endecasillabi e i settenari.
LE FIGURE RETORICHE
La “figura retorica” è una forma di espressione letteraria il cui scopo è di creare un effetto di un certo tipo in una frase, di significato o anche solo sonoro.
- Figure metriche
Per misurare la lunghezza di un verso non basta contarne semplicemente le sillabe, ma è indispensabile conoscere alcune figure metriche che disciplinano l’incontro di vocali.
- Sinalefe: avviene quando una parola termina per vocale atona (senza accento) e la parola successiva ha un’altra vocale atona à le due vocali si uniscono formando un’unica sillaba.
- Dialefe: si ha quando due vocali di due parole diverse si incontrano e rimangono separate perché una delle vocali è accentata.
- Dieresi: le due vocali di un dittongo, che appartengono ad una stessa sillaba, vengono divise dall’autore per ragioni di ritmo ed è segnalata da due puntini posti sulla prima vocale (quï-e-te).
- Sineresi: le due vocali dello iato, anziché essere separate, vengono unite in un’unica sillaba.
Enjambement à dal francese “passare, oltre, scavalcare”, avviene quando il discorso non si conclude in un solo verso ma l’autore lo fa proseguire nel successivo; ha un ruolo fondamentale nel ritmo e influisce sulla lettura del testo poetico. Si segna con una frecciolina rivolta verso il basso, in fondo al verso.