UOMINI E NO

UOMINI E NO

Elio Vittorini

VITA DELL’AUTORE:

Nato a Siracusa il 23 Luglio del 1908, avendo il padre ferroviere, trascorse la maggior parte della sua infanzia in piccoli paesi della Sicilia di cui parlerà nei suoi romanzi descrivendone la miseria, la solitudine e la malaria. Fu scrittore ed intellettuale fortemente impegnato nella società del tempo sia sul piano culturale (sostenne la necessità di rinnovare i modelli della letteratura italiana prendendo spunti dalle nuove letterature del novecento, in particolare quella nordamericana), sia sul piano politico (già negli anni ’30 si scontrò con il fascismo). Negli anni 1938-40 scrisse il suo romanzo più importante “Conversazione in Sicilia” (pubblicato nel 1941), al centro del quale pose il tema del “mondo offeso” dalle dittature e quello delle responsabilità individuali dell’uomo di cultura. Quei temi furono poi ripresi nel romanzo “Uomini e no” (1945), nel quale Vittorini rielaborò la propria esperienza di combattente nella Resistenza. Nel 1945 fondò il Politecnico, periodico impegnato a dar vita ad una cultura che fosse capace di fondere tra loro cultura scientifica e cultura umanistica e potesse essere strumento di trasformazione e di miglioramento della condizione dell’uomo, non solo forma di “consolazione” dei suoi mali. Nel 1950 si staccò dal Partito Comunista, al quale aveva aderito fin dagli anni 30, con un’accesa polemica con Togliatti e in nome della libertà della cultura dall’influenza dei partiti. Negli anni seguenti si dedicò ad un’intensa attività d’organizzatore di cultura. Come direttore editoriale di Einaudi (con l’amico Calvino) e Mondadori. Ammalatosi gravemente nel 1965, muore il 12 Febbraio del 1966 a Milano.

OPERE:

Piccola Borghesia (1931), Il Garofano rosso (1933), Antologia Ammericana (1942), Conversazione in Sicilia (1941), Uomini e no (1943/45),Il Sempione strizza l’occhio al Frejus (1947), Le donne d Messina (1949 poi rifatto nel 1964), Le città del mondo (postumo 1969), la pubblicazione delle riviste Il Politecnico (1945) e Il Menabò (con Italo Calvino, dal 1961).

TRAMA:

Il romanzo è ambientato nell’inverno del 1944 a Milano, città invasa e controllata dai tedeschi

contro i quali lottano per la Resistenza numerosi partigiani.

Il protagonista, Enne 2, è uno di loro. Quest’ultimo entra in scena per la prima volta quando riconosce una sua amica, Berta, nei pressi di Porta Venezia. I due si conoscono da molto tempo e tra loro è nato un amore che si può dire impossibile poiché lei è già sposata e ha dovuto allontanarsi da Milano a causa della guerra. Si dirigono insieme verso la sua casa quando s’imbattono in un gruppo di soldati e dovendo così cambiare strada si rifugiano in casa di Selva, un’anziana signora che aiuta i partigiani offrendo loro rifugio. Partigiani che, avendo intenzione di uccidere i generali nemici, programmano minuziosamente le loro azioni affinché ogni cosa riesca perfettamente. La mentalità di queste persone era, infatti, quella di non arrendersi mai pur sapendo che avrebbero potuto morire.

A suddetta mentalità è contrapposta quella nazista che mira a rappresaglie dirette perlopiù contro persone innocenti. Un episodio rilevante è la reazione di Cane Nero, gerarca nazista, che dopo un attacco al tribunale, dove si stavano decidendo delle fucilazioni, dà in pasto ai suoi cani un malato senza colpe.

Nel frattempo Enne 2 e Berta si rivedono ancora due volte ma lei infrange il sogno d’amore del protagonista, dicendogli che la loro relazione sarebbe impossibile. Enne 2 entra così in una crisi esistenziale che lo porta a riflettere sulla guerra, sui suoi compagni caduti e sulla natura della malvagità umana. Egli viene localizzato dai nemici, ma si rifiuta di fuggire e aspetta il loro arrivo per affrontare e uccidere in un ultimo duello Cane Nero, compiendo così fino in fondo il suo compito. Dopo la sua morte le azioni partigiane continuano e la guerra volge al termine, così il suo sacrificio non è stato vano e il fine ultimo è stato raggiunto.

PERSONAGGI:

Il protagonista del romanzo è Enne 2, un giovane partigiano capo di un gruppo di antifascisti a Milano.

Si impegna molto in ogni sua azione e conduce una vita molto intensa. Organizza numerose azioni militari alle quali prende parte personalmente. Come già si è potuto capire è innamorato di Berta ma, siccome lei ha un altro uomo e non riesce a creare un rapporto stabile con lei, il suo amore è irrealizzabile. In seguito alla partenza della ragazza e alla morte di numerosi compagni, egli, sprofonda in una crisi esistenziale, che lo porta a riflettere sull’impossibilità di aiutare gli amici persi durante il periodo della Resistenza, rassegnandosi allo stesso destino.

Decide quindi di non abbandonare il suo rifugio in corso Sempione, benché sia stato identificato, e di morire da eroe, nella sua stanza aspettando Cane Nero per ucciderlo.

Berta è una vecchia amica di Enne 2, che si è trasferita via da Milano durante la guerra perché la sua casa è stata distrutta, torna spesso in città dove abitano ancora i cognati, ma con questa scusa molto spesso va a trovare Enne 2, al quale è legata da un rapporto molto particolare: egli la ama profondamente e dice di conoscerla da quando è nata, sebbene sia più giovane di lei. Berta è un personaggio enigmatico e non si capisce bene cosa pensi in realtà, dice ripetutamente di dover raccontare la loro storia al marito se ne va ogni volta con questa promessa-scusa.

Cane Nero e Clemm sono i due massimi esponenti delle milizie nazifasciste in città, vengono presentati in tutta la loro crudeltà: sono individui sadici, spietati e violenti che sfogano con azioni di rappresaglia contro civili il loro odio contro i partigiani.

Clemm alla fine viene ucciso in un’azione dei partigiani e Cane Nero dovrà vedersela con Enne 2 deciso ad ammazzarlo in un’ultima impresa suicida.

Foppa, Coriolano, Scipione, Mambrino, Figlio- di- Dio, Barca Tartaro, Orazio, Metastasio, El Paso, Gracco, Pico Studente sono i partigiani che combattono i nazifascisti al fianco de Enne 2 per la Liberazione. Essi sono molto uniti e legati dall’impegno comune, che devono però far convivere con la propria vita privata e con i loro problemi personali. Molti di loro muoiono, ma per gli altri l’unico modo per ricordarli e far sì che il loro sacrificio non sia stato vano è quello di ricominciare a combattere.

ANALISI DEL TESTO:

Il narratore del romanzo è esterno, ma ci presenta il punto di vista di Enne 2, il protagonista.

Il testo è costituito prevalentemente da dialoghi, ma sono presenti anche alcune pause, nelle quali vengono presentati i pensieri di Enne 2. Si trovano anche interventi dell’autore, nei quali si impongono all’attenzione le due realtà in cui l’uomo è condannato a vivere.

L’intreccio è lineare, in quanto l’ordine cronologico dei fatti non viene alterato, se non per la presenza di alcuni flashback nelle riflessioni di Enne 2.

Il linguaggio utilizzato è molto semplice, anche per l’abbondanza di dialoghi, e ricco di ripetizioni tipiche della lingua parlata, quando a parlare sono i soldati delle truppe tedesche vengono utilizzati anche diversi termini stranieri.

TEMATICHE:

È molto importante in questo libro la tematica sociale.

Viene narrata la storia di un gruppo di partigiani, come ce ne sono stati tanti, che combattono per la resistenza a Milano nel mite, almeno nel clima, inverno del’44.

Viene così presentata la realtà di questi giovani come tanti altri, riuniti dalla massa per il loro impegno nel tentativo di lottare contro i tedeschi.

In una lunga riflessione (pag. 174/181), Vittorini si chiede qual è l’uomo e cosa ci sia realmente in lui, e se siano uomini anche coloro che opprimono, perseguitano e uccidono i più deboli o se si possano definire tali quelle che subiscono le persecuzioni e soffrono.

COMMENTO PERSONALE:

Nelle prime pagine sono rimasto colpito soprattutto dallo stile molto colloquiale ma nello stesso tempo un po’ surreale del romanzo. Poi, nel proseguo della narrazione sono stato appassionato dalle tematiche profonde toccate, che mi hanno fatto riflettere su un argomento vicino temporalmente a noi e che ha riguardato direttamente quasi la totalità dei nostri nonni. Molto interessante soprattutto la riflessione finale, che dà il titolo al romanzo.