UNO NESSUNO E CENTOMILA RIASSUNTO

UNO NESSUNO E CENTOMILA RIASSUNTO

-Romanzo di Luigi Pirandello-


-RIASSUNTO BREVE

Moscarda si credeva perfetto e si guardava allo specchio. La moglie disse che aveva il naso che gli pendeva verso destra. Moscarda si arrabbiò molto, non con la moglie ma perchè si era sempre ritenuto senza difetti.

Così si accorse anche di avere le sopracciglia come due accenti circonflessi e le orecchie attaccate male, una più sporgente dell’altra; e altri difetti.

pensò che tutti si erano accorti come sua moglie dei suoi difetti, e per questo iniziò a domandare a tutti i suoi amici se gli osservavano le parti difettose del suo viso. Un suo amico dopo aver guardato attentamente M. disse che non notava che il naso pendeva verso destra e lo derise.

credette che si era messo a ridere perchè se n’era accorto da molto tempo, e come lui chissà quanti altri si erano accorti dei suoi difetti.

si fissò che non era quella persona perfetta che credeva di essere.

Per vendicarsi dise all’amico che aveva una fossetta che divideva in due parti disuguali il suo viso ma l’amico non ci credette. M. lo fece entrare dal barbiere per dimostrare di avere ragione e il suo amico disse che era solo una piccolezza. Ma non la pensava veramente così perchè si fermò più volte a guardare sulle vetrine delle botteghe vicine.

Consapevole che ciascuno di noi si immagina diversamente di come lo vedono gli altri, Moscarda fa il tentativo di osservare l’immagine di lui stesso allo specchio come se il corpo riflesso non appartenesse a lui.

Iniziò a guardarsi e si stupì che lui era così. Non si era mai conosciuto veramente. I suoi capelli potevano essere biondi, bianchi o neri, non sarebbe cambiato nulla lo stesso. Sentiva antipatia per quell’immagine che era apparsa allo specchio. Quell’immagine non era nulla, niente per Moscarda! Tutti avrebbero potuto prendere quel corpo lì, per vedere Mocarda in un modo o in un altro secondo l’umore di ogni persona.


TRAMA

La storia narra, in un lungo monologo,  della vicenda di Vitengelo Moscarda, narrata da lui stesso, che ha inizio dal momento in cu la moglie con leggerezza ingenua gli fa notare un’imperfezione del suo naso. Da questa considerazione il protagonista si incamminerà in sentieri interiori fino ad allora ignorati, a partire da quel mondo esteriore che ha sempre creduto di conoscere. Sentendosi annullato nella sua esteriorità ( Nessuno), consapevole infine di essere per gli altri tante persone quante sono coloro che lo guardano (Centomila), arriverà a conoscere e comprendere se stesso (Uno) nel momento in cui concepisce il movimento incessante che pervade ogni cosa, e che da fuori di noi deve arrivare ad operare in noi. Abbandonato dalla moglie e costretto a vivere in un ospizio, vive finalmente più di quanto non abbia fatto precedentemente la “scoperta”, quando era un uomo come tanti, contento della propria condizione, sicuro del suo mondo immobile.

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