UMBERTO SABA CITTA VECCHIA PARAFRASI

UMBERTO SABA CITTA VECCHIA PARAFRASI

UMBERTO SABA CITTA VECCHIA PARAFRASI

di Umberto Saba (da Il Canzoniere)


Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.

Qui tra la gente che viene che va
dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà.

Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d’amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s’agita in esse, come in me, il Signore.

Qui degli umili sento in compagnia
il mio pensiero farsi
più puro dove più turpe è la via.


PARAFRASI

3. giallo: il colore ha una sorta di violenza espressionistica, come, più avanti, la scoperta della vita nello spettacolo tumultuante della folla; e il parlarsi, potremmo dire, nella vita nelle passioni effimere e intese.
6. lupanare: bordello; significativa la sua vicinanza all’osteria e alla casa, come, più avanti, la confusione di merci e uomini.
7-8. detrito…. mare: rifiuti della società che si incontrano nel porto, luogo di promiscuità e d’incontri precari.
9-10. L’infinito è ritrovato in questo partecipare alla vita degli umili, nel senso che il poeta, in tal modo, accoglie in sé l’infinita complessità e molteplicità della vita.
12-13. femmina: donna di umile condizione. Bega: Litiga. Dragone: soldato.
15-16. la giovane eccitata tumultuosamente dall’amore, come da una vampata di follia, al riso o al pianto.
17-19. il signore coincide con la grandezza e serietà della vita, con la sua ansia di essere e il suo dolore.
22. più puro: più anticamente umano. Come si vede, la vita è superiore alle categorie mentali del “puro” e del “turpe”; la sua essenza vera è nello slancio, nella pienezza di amore e sofferenza.


Breve commento

Il poeta, nel suo auto-commento, vede in questa “una delle poesie più intense e rivelatrici di Saba”, che “rende tutto un lato della sua anima e della sua poesia: quel bisogno, innato in lui, di fondere la sua vita a quelle delle creature più umili e oscure…. Perduto nei vicoli e vicoletti…. il poeta trova l’infinito nell’umiltà. La folla in essi rigurgitante gli ispira pensieri di religiosa adesione”. Questa religione, laica e immanentistica, coincide con l’accettazione della totalità della vita, della sua verità e, insieme, del suo impulso infinito che si ritrovano nella creatura più umile, nelle forme più apparentemente più comuni dell’accadere.


UMBERTO SABA CITTA VECCHIA PARAFRASI

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