TRAMA GATTOPARDO

TRAMA GATTOPARDO

TRAMA GATTOPARDO


Nel maggio 1860, dopo lo sbarco dei garibaldini in Sicilia, Don Fabrizio, Principe di Salina, un aristocratico molto colto, dedito a studi di astronomia, assiste con distacco e con malinconia alla fine del suo ceto. La classe aristocratica capisce che è ormai vicina la fine della sua stessa supremazia, infatti approfittano della nuova situazione politica gli amministratori e i mezzadri, nuova classe sociale in ascesa. Don Fabrizio, appartenente ad una famiglia di antica nobiltà, viene rassicurato dal nipote Tancredi, che, combattendo nelle file garibaldine, cerca di controllare gli esiti degli eventi volgendoli a proprio vantaggio: “Se si vuole che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.
Quando, come tutti gli anni, il Principe con tutta la famiglia si reca nella residenza estiva di Donnafugata, trova come nuovo sindaco del paese Don Calogero Sedara, un borghese di umili origini che si è arricchito ed ha fatto carriera in campo politico: è questo il simbolo della nuova classe dirigente che prende il posto della vecchia aristocrazia.
Tancredi, che in precedenza aveva manifestato qualche simpatia per Concetta, la figlia maggiore del Principe, volge ora le sue attenzioni verso Angelica, figlia di Don Calogero, che riuscirà a sposare, attratto non solo dalla sua vistosa bellezza, ma anche dal suo notevole patrimonio.
Altrettanto significativo è l’arrivo a Donnafugata di un funzionario piemontese, Chevalley di Monterzuolo, che offre a Don Fabrizio la nomina a senatore del nuovo Regno. Il Principe rifiuta sentendosi legato al “mondo vecchio” e immobile della sua Sicilia e non crede nella possibilità di un progresso storico che porti un rinnovamento.
La sua vita continua monotona e sempre più sconsolata, fino alla morte che lo coglie in una anonima stanza di albergo nel 1883, di ritorno da un viaggio a Napoli, intrapreso per sottoporsi a visite mediche .
Nella sua casa resteranno, povere custodi di inutili memorie, le tre figlie nubili, inasprite da un’esistenza chiusa e solitaria; il romanzo si conclude nel 1910.

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