TRADUZIONE ODISSEO E TERSITE

TRADUZIONE ODISSEO E TERSITE

TRADUZIONE ODISSEO E TERSITE


traduzione di R.Calzecchi Onesti

211 Gli altri dunque sedevano, furono tenuti a posto.
212 Solo Tersite vociava ancora smodato,
213  che molte parole sapeva in cuore, ma a caso,
214 vane, non ordinate, per sparlare dei re:
215 quello che a lui sembrava che per gli Argivi sarebbe
216 buffo. Era l’uomo piu’ brutto che venne sotto Ilio.
217 Era camuso e zoppo di un piede, le spalle
218 eran torte, curve e rientranti sul petto; il cranio
219 aguzzo in cima, e rado di pelo fioriva.
220 Era odiosissimo, soprattutto ad Achille e a Odisseo,
221 che’ d’essi sparlava sempre; ma allora contro il glorioso Agamennone
222 diceva ingiurie, vociando stridulo; certo con lui gli Achei
223 l’avevano terribilmente, l’odiavano, pero’ dentro il cuore;
224 ma quello gridando forte accusava Agamennone con parole:
225 “Atride, di che ti lamenti? che brami ancora?
226 piene di bronzo hai le tende, e molte donne
227 sono nelle tue tende, scelte, che’ a te noi Achei
228 le diamo per primo, quando abbiam preso una rocca;
229 e ancora hai sete d’oro, che ti porti qualcuno
230 dei Teucri domatori di cavalli, riscatto pel figlio
231 preso e legato da me o da un altro dei Danai?
232 o vuoi giovane donna, per far con essa all’amore,
233 e che tu solo possieda in disparte? ma non e’ giusto
234 che un capo immerga nei mali i figli degli Achei.
235 Ah, poltroni, brutti vigliacchi, Achee non Achei,
236 a casa, si’, sulle navi torniamo, lasciamo costui
237 qui, a Troia, a digerirsi i suoi onori, che veda
238 se tutti noi lo aiutavamo o no.
239 Egli che adesso anche Achille, un uomo migliore di lui,
240 ha offeso; ha preso e si tiene il suo dono, gliel’ha strappato!
241 Davvero ira non v’e’ nel cuore d’Achille, e’ longanime,
242 se no, Atride, ora per l’ultima volta offendevi”.


L’episodio prosegue con il rimbrotto di Ulisse che prima rimprovera Tersite per i suoi insulti verso i capi, poi lo minaccia irridendolo e infine lo colpisce con lo scettro regale.
Guardando gli avvenimenti con mentalita’ moderna si potrebbe liquidare la faccenda con l’osservazione che Agamennone non pagava gli straordinari..! Ma considerando la natura della spedizione a Troia, sempre in bilico tra la guerra di popolo e l’impresa piratesca, forse era sottinteso a quell’epoca che gli “straordinari” i guerrieri se li sarebbero pagati da soli. Il povero Tersite, che nell’azione poetica fa eco alle parole dello stesso Achille, per le sue condizioni fisiche non era in grado evidentemente di procurarsi un bottino “consistente”, di qui la sua volonta’ di lasciare l’impresa e tornare a casa.


personaggio di tersite

il plebeo Tersite (Iliade, II, vv. 212) osa parlare in assemblea, sostenendo argomenti del tutto simili a quelli di Achille contro Agamennone, non si pensa che egli si sia mostrato in grado di raggiungere l’eccellenza. Come ci narra l’Iliade, Tersite viene bastonato, ridicolizzato e ridotto al silenzio, proprio perché ha violato la tacita gerarchia che stratifica i soggetti morali. Solo gli agathoi possono raggiungere l’eccellenza, o meglio, essi la possiedono per definizione e sono impegnati a mantenerla in competizione con gli altri. I kakoi, dal canto loro, non sono esclusi dall’universo morale: non soltanto devono tributare quell’onore dal cui riconoscimento dipende strettamente l’arete, ma soprattutto devono seguire delle regole morali ad hoc, che consistono, in sostanza, nell’adeguarsi al ruolo loro riservato nella gerarchia. Le procedure sociali di esclusione non creano un universo morale monolitico, bensì un pluriverso affetto da una duplice complessità: la complessità dei tipi di soggetti, e quella, conseguente, delle regole di comportamento che si addicono loro