Traduzione Odissea VIII 256-320

Traduzione Odissea VIII 256-320


Così disse Alcinoo simile a un dio, si alzò l’araldo 256
Portando la concava cetra dalla casa del re.
Tutti e nove i giudici di gara pubblici
Si alzarono, che nelle gare preparavano bene il campo
Appianarono il campo, allargarono bene il campo di gara. 260
L’araldo andò vicino portando la cetra sonora a Demodoco;
quello poi andava in mezzo: intorno stavano giovani
nel fiore della giovinezza , esperti di danza,
scandivano con i piedi la danza divina. Dall’altra parte Odisseo
osservava l’abile gioco dei piedi, si meravigliava in cuor suo. 265
E quello suonado iniziava a cantare bene
Riguardo l’amore di Ares e di Afrodite dalla bella corona
Quando per la prima volta si unirono nelle case di Efesto
Di nascosto; lui dette molte cose, ma quella disonorò e svergognò il letto
Di Efesto re. Subito giunse da lui come messaggero il Helios, 270
che li aveva visti unirsi in amore.
Efesto quando sentì il racconto che provoca dolore
Si avvià alla fucina, macchinando mali nell’animo
Pose sul ceppo una grande incudine, forgiava catene
Infrangibili, salde, poiché rimanessero lì dentro (intrappolati). 275
E dopo che ebbe costruito la trappola, essendo adirato con Ares,
si avviò verso la camera, dove c’era il suo (proprio) letto
intorno ai sostegni del letto avvolse tutto intorno le catene
molte scendevano dall’alto dal soffitto.
Come sottili ragnatele che nessuno avrebbe potuto vedere 280
Nemmeno tra gli dei beati. Infatti erano state costruite grandemente.
E dopo che avvolse intorno al letto tutta la trappola,
si avviò verso Lemno, città ben costruita,
che gli era più cara tra tutte le città.
Né sorvegliava da cieco Ares dalle briglie d’oro 285
Quando vide Efesto l’illustre artefice che andava lontano.
Si avviò verso il letto del famosissimo Efesto,
bramando l’amore della Citereide dalla bella corona.
Quella essendo tornata d poco dalla casa del padre, il potentissimo Zeus
Stava seduta; quello entrò in casa 290
Le strinse la mano le disse una parola la chiamò
“cara, qui giaciamo a letto e dilettiamoci
Infatti non è più qui tra il popolo Efesto, ma è già partito
Per Lemno con i Sit dalla parlata grezza”.
Così disse e a quella parve piacevole giacere. 295
Quei due a letto si addormentarono; intorno le catene
Fatte con arte dell’abilissimo Efesto calarono
Né era possibile (a loro) muovere o sollevate alcuna parte del corpo.
E allora capirono, quando non c’era più scampo
Ad essi si avvicinò lo zoppo glorioso 300
Essendo tornato indietro prima che giungesse nella terra di Lemno;
Helios infatti aveva fatto la sorveglianza per lui e raccontò la storia.
Si avviò verso il letto afflitto in cuor suo
Si fermò davanti alla porta, lo invase una rabbia selvaggia;
gridò terribilmente, gridò a tutti gli dei 305
Zeus padre e tutti voi altri dei che siete sempre
Venite qui, affinché vediate le azioni ridicole e inaccettabili (non cedibili)
Di come la figlia di Zeus Afrodite disonora me
che sono zoppo, ama invece l’odioso Ares,
per il fatto che quello è bello e sano di gambe, 310
io invece sono nato zoppo. Ma nessun altro è colpevole verso di me
se non i miei stessi genitori, che non avrebbero dovuto generarmi (lat:utinam..)
ma gurdate dove proprio quei due giacciono in amore,
stando sul mio letto; e io vedendoli mi affliggo.
credo che essi non giaceranno più così
pur amandosi molto; presto entrambi non desidereranno giacere;
ma la trappola e l’inganno li tratterrà
finchè il padre ridaràa me i tutti i molti doni di nozze
quanti consegnai a lui per la figlia faccia da cagna,
poichè ha una bella figlia (è a lui una bella figlia), ma non capace di frenare l’animo.

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