TRADUZIONE E ANALISI DEL CARME 2 DI CATULLO

TRADUZIONE E ANALISI DEL CARME 2 DI CATULLO


“PASSER, DELICIAE MEAE PUELLAE”
In questo canto Catullo si rivolge al passero con cui la sua amata suole scherzare e
giocare. Potesse anch’egli distrarsi e dimenticare il suo tormento interiore!
Questo carme riprende chiaramente la tradizione alessandrina degli epigrammi leziosi
dedicati ad animali, e Catullo se ne serve per rappresentare con delicatezza i giochi della
sua amata Lesbia, forse in una sorta di nostalgia per un amore non più sereno.
Il canto è scritto in ENDECASILLABO FALECIO.


TESTO LATINO:
Passer, deliciae meae puellae,
quicum ludere, quem in sinu tenere,
cui primum digitum dare appetenti
et acris solet incitare morsus,
cum desiderio meo nitenti
karum nescio quid libet iocari
et solaciolum sui doloris,
credo ut tum gravis acquiescat ardor:
tecum ludere sicut ipsa possem
et tristis animi levare curas!


TRADUZIONE:
Passero, delizia della mia fanciulla,
con il quale suole giocare, che suole tenere in grembo,
al quale, desideroso (che si avvicina), suole dare la punta del dito,
e provocarne i morsi pungenti,
quando al mio desiderio scintillante
piace giocare un so che di gradito
e piccolo conforto al proprio dolore,
credo, affinché allora si acquieti la tormentosa passione:
potessi io giocare con te come lei
e alleviare i tristi tormenti dell’animo.


ANALISI DEL TESTO:
PASSER: vocativo.
DELICIAE: apposizione, che a differenza dell’attributo concorda solo nel caso. E’ un
“pluralia tantum”.
MEAE PULLAE: genitivo di appartenenza (o possessivo).
QUICUM: sta per “quocum”. A partire da questo momento il testo riporta degli infiniti
retti tutti da “solet”.
LUDO, -IS, LUSUM, LUDERE: 3° coniugazione.
SINUS, US: maschile, 4° declinazione.
DIGITUS, I: maschile, 2° declinazione.

APPETO: da ad+peto. “Peto” significa “chiedere per avere”, e seguito da “ut” significa
anche “dirigersi verso, aspirare a”. Nel carme troviamo APPETENTI, un participio
congiunto concordato al dativo “cui”. Il participio attributivo, invece, ha valore di
aggettivo, e in italiano può anche essere sostantivato.
SOLEO, -ES, SOLITUS SUM, SOLERE: verbo semideponente. Altri verbi analoghi
sono AUDEO, GAUDEO, FIDO, DIFFIDO e CONFIDO. I loro participi passati hanno
spesso valore di presente, come VEREOR.
MORSUS: 4° declinazione. Il dativo e ablativo plurale sono con la desinenza -ABUS.
Con -UBUS invece terminano i nomi monosillabici terminanti in -CUS (come
SPECUS, ARCUS e LACUS) e i nomi come ARTUS e PARTUS. PORTUS, invece
presenta entrambe le forme (-IBUS e –UBUS).
NITENTI: participio congiunto a DESIDERIO con METONIMIA.
LIBET: verbo impersonale;
IOCOR: verbo deponente.
SOLACIOLUM: apposizione di SOLACIUM.
UT: finale.
AQUIESCO: verbo incoativo, da in+cum+ eo o cogo.
CREDO: parentetico.
POSSEM: POTIS+SUM (periodo ipotetico dell’irrealtà: ottativo desiderativo).