TEUCRO TICHE TINDARO

TEUCRO TICHE TINDARO

TEUCRO TICHE TINDARO


TEUCRO

Fratellastro del grande Aiace, che accompagnò alla guerra di Troia, Teucro era un valente arciere ed ebbe una parte di rilievo nella difesa del campo acheo (Iliade, libro VIII). Fu colpito da Ettore con una pietra che gli ruppe la clavicola, ma Teucro non tardò a tornare a battersi (libro XI). Mentre Teucro era assente dal campo acheo, Aiace fu colto da una crisi di demenza e si era appena tolto la vita quando Teucro ritornò dalla Misia. Menelao non voleva che si desse sepoltura al suo corpo, perché nell’accesso di follia Aiace aveva offeso gravemente i suoi compagni, ma Teucro eluse questa proibizione e rese al fratello gli onori funebri. Dopo la caduta di Troia, Teucro ritornò a Salamina, dove regnava suo padre, Telamone. Questi gli rimproverò amaramente di non essere rimasto vicino ad Aiace per sostenerlo quando aveva preteso le armi di Achille e rifiutò di lasciarlo approdare nella sua isola. Teucro andò allora in esilio.


TICHE

Per gli antichi greci Tiche era la personificazione del destino e della fortuna. A mano a mano che diminuiva la fede nelle divinità di un tempo, cresceva sempre più l’importanza del destino. Tiche arrivò ad essere considerata una dea nell’epoca ellenenistica (dopo la morte di Alessandro Magno), e venne identificata con la dea Fortuna, un’antichissima divinità romana. Tiche non possiede una mitologia propria. A volte veniva raffigurata cieca, ma in realtà non era che un’astrazione, alla quale non veniva reso nessun culto.


TINDARO

Re di Sparta, Tindaro sposò Leda e fu padre di due maschi, i Dioscuri Castore e Polluce, e di due femmine, Elena e Clitennestra. La leggenda vuole che Leda, sedotta da Zeus che assunse la forma di un cigno, avesse avuto da lui due figli immortali, Polluce ed Elena, mentre Castore e Clitennestra erano dei comuni mortali. Sin dalla più giovane età, Elena apparve a tutti di una bellezza incomparabile. Era poco più di una bambina quando Teseo la rapì e l’affidò a sua madre Etra. I Dioscuri però la liberarono, ed Elena fece ritorno a Sparta. Non passò molto tempo, e un centinaio di principi arrivò alla corte di Tindaro da tutta la Grecia per chiedere la mano della bella figlia del re. Spaventato dal loro numero, Tindaro richiese ai pretendenti un giuramento solenne : di sostenere il futuro marito di Elena, chiunque fosse il prescelto, e di correre in suo aiuto se ve ne fosse stato bisogno. E il re di Sparta ebbe l’occasione di ricordare a tutti questa promessa quando, dopo aver sposato Menelao, Elena fu rapita da Paride. Fu così che si formò la coalizione greca contro Troia.