TESINA JIMI HENDRIX

TESINA JIMI HENDRIX


Jimi Hendrix è nato il 27 Novembre 1942 a Seattle ed è morto a Londra il 18 Settembre 1970, è stato un chitarrista e un cantautore Statunitense . Era uno dei maggiori innovatori nell’ambito della chitarra elettrica, durante la sua parabola artistica, tanto breve quanto intensa, si è reso precursore di molte strutture e del sound di quelle che sarebbero state le future evoluzioni del rock attraverso un’inedita fusione di Blues, Rhythm and Blues/suol, Hard Rock, Phicadelia e Funky. Nel 1996 Hendrix formò il suo primo gruppo sotto le insegne di Jimmy James and The Blue Flames, Hendrix ed il suo nuovo gruppo richiamarono facilmente l’attenzione di una New York ancora troppo distante dai suoni e dagli umori della rivoluzione culturale e musicale che stava per esplodere sulla costa opposta degli States. Nel Giugno del 1967, il gruppo venne invitato alla storica edizione del Monterey International Pop Festival. Al termine dell’esibizione, per sottolineare la sua spasmodica necessità di estrarre nuove sonorità dallo strumento, le diede fuoco con del liquido per accendini e la distrusse contro palco ed amplificatori in una catarsi di Feeback lancinanti. I resti della chitarra che Hendrix distrusse quella sera furono recuperati e sono attualmente esposti all’Experience Music Project di Seattle. A provocare il logoramento degli equilibri fu anche il proverbiale perfezionismo di Hendrix. Il chitarrista, oltre ad esigere quantitativi fino ad allora impensabili di sovraincisioni nei brani, sollecitava anche i musicisti ed i tecnici a registrare nuove Takes dei pezzi un numero imprecisato di volte in attesa di trovare l’alchimia che riteneva adeguata: vuole la leggenda che il brano Gipsy Eyes dovette essere registrato in ben 43 versioni differenti prima che Hendrix ne trovasse una di suo gradimento. Oltre allo scioglimento della sua band originaria, Hendrix quell’anno dovette far fronte ad una serie di controversie legali che lo riguardarono in sede penale e civile; il 3 Maggio 1969 il chitarrista venne tratto in arresto presso il Pearson International Airport di Toronto dopo essere trovato in possesso di Hashish ed Eroina. Al processo, Hendrix riuscì a convincere la corte eccependo il fatto di non essere a conoscenza del modo in cui le sostanze stupefacenti erano finite nel suo bagaglio, ventilando la tesi dell’azione esterna. Il Festival di Woodstock del 1969 fu sicuramente uno degli eventi più rappresentativi per l’intero immaginario collettivo correlato alla musica degli anni 60 ed al movimento flower power. In tale contesto, la performance di Jimi Hendrix divenne un vero e proprio simbolo del festival stesso oltre che del pensiero pacifista di quegli anni. L’esibizione del chitarrista era stata programmata in chiusura della rassegna, terzo ed ultimo di quei three days of peace, love and music: a causa però dei problemi tecnici e logistici che si verificarono, non ultimo il violento acquazzone che si abbatté sulla zona a metà del secondo giorno, la sua performance dovette essere procrastinata all’alba del giorno successivo. Quello che più rilevò, ad ogni modo, in quella storica esibizione, fu la celeberrima trasfigurazione chitarristica operata sul tema di The star-Spangled Banner, inno degli Stati Uniti d’America: Hendrix si accanì sul tema dell’inno in maniera selvaggia, intervallandolo con feroci simulazioni sonore dei bombardamenti e dei mitragliamenti sui villaggi del Vietnam, sirene di contraerea ed altri rumori di battaglia, il tutto avvalendosi della sua sola chitarra. Neppure è vero però, come alcuni hanno voluto insinuare, che Hendrix fosse addirittura favorevole all’intervento in Vietnam: oltre alla fin troppo eloquente trasfigurazione dell’inno americano effettuata a Woodstock, si pensi ad esempio che il brano Machine Gun, contenuto nel suo ultimo LP Band Of Gypsys, è un’esplicita canzone di protesta contro la guerra. Il 6 settembre 1970 al Festival di Fehmarn in Germania, nella sua ultima esibizione dal vivo, Hendrix venne accolto da una selva di fischi e contestazioni da parte del pubblico: deluso e confuso, si ritirò in riflessione a Londra dove venne raggiunto da molti dei suoi amici – tra cui Chas Chandler ed Eric Burdon – che tentarono per l’ennesima volta di dissuaderlo dal suo sodalizio col manager Michael Jeffery. La mattina del 18 settembre 1970, Hendrix venne trovato morto nell’appartamento che aveva affittato al Samarkand Hotel, al 22 di Lansdowne Crescent. Fino ad oggi, non vi è una versione certa della morte del chitarrista. La versione più diffusa, messa in circolo dalla sua ragazza tedesca Monika Dannemann, presente nella stanza al momento del fatto, racconta di come Hendrix sia soffocato nel suo vomito dopo un improvviso cocktail di alcool e tranquillanti; a parte la causa della morte, le versioni fornite dalla ragazza risultano difformi da intervista ad intervista: non è chiaro se il chitarrista sia morto nottetempo, come asserito dalla polizia, o se fosse ancora vivo all’arrivo dell’ambulanza e sia soffocato durante il trasporto in ospedale a causa del sopraggiungere di vomito in assenza di un supporto sotto la sua testa. Non appena la notizia della morte del chitarrista si diffuse, il suo appartamento divenne oggetto di saccheggio da parte di sciacalli in cerca di cimeli ed oggetti che gli erano appartenuti. Dopo la morte, le spoglie di Hendrix vennero riportate negli Stati Uniti e sepolte nel Greenwood Memorial Park di Renton, Washington, a sud di Seattle. Sulla lapide venne fatta incidere, assieme al nome, la sagoma di quella che fu la sua chitarra-simbolo, la Fender Stratocaster. Le continue incursioni di ammiratori e curiosi – non esattamente caratterizzate da atteggiamenti discreti e civili – indussero Al Hendrix, suo padre, a ripensare la collocazione del feretro in un contesto separato dalle altre sepolture: fu così che venne progettata una sorta di cappella monumentale di proprietà della famiglia Hendrix, in una zona marginale del complesso funebre di Renton. Al Hendrix morì nel 2002, appena due mesi prima del completamento: negli ultimi mesi dello stesso anno, il feretro di Jimi venne trasportato nel nuovo sito mortuario assieme a quelli del padre e della nonna.