Terza guerra d’indipendeza

Terza guerra d’indipendeza

Terza guerra d’indipendeza


Alla completa unificazione dell’ Italia  mancavano Trentino, Veneto e Roma . L’ Italia si alleò con la Prussia per sottrarre all’Austria la regione veneta. L’Italia subì due gravi sconfitte : per terra a Custoza (nell’immagine) e per mare a Lissa. Gli unici successi furono quelli riportati da Garibaldi con i suoi cacciatori delle Alpi a Bezzecca, in Trentino, il 21 luglio 1866.
Garibaldi si preparava ad entrare nella città di Trento quando un dispaccio del re lo richiamò indietro, la risposta di Garibaldi fu secca ma rispettosa: <Obbedisco>
L’Austria dovette cedere la guida della Confederazione germanica ai prussiani e il Veneto agli Italiani. Inoltre il Trentino e il Friuli Venezia Giulia restavano sotto il dominio dell’ Austria.
Il Governo italiano voleva Roma come capitale, che apparteneva allo Stato pontificio. Il papa, Pio IX, era difeso da Napoleone III e non intendeva perdere anche il Lazio, soprattutto Roma. Garibaldi iniziò la sua marcia dall’ Aspromonte verso Roma, ma Napoleone III minacciò di scendere in campo contro l’ Italia, così Garibaldi venne fermato.
Nel 1864 la capitale del regno venne spostata da Torino a Firenze. Nel 1867 si ripetè il tentativo Garibaldino di conquistare Roma, ma Napoleone sconfisse Garibaldi a Mentana.
Nel 1870 Napoleone III fu sconfitto dai prussiani a Sedan e finalmente Roma potè essere conquistata il 20 settembre: passando da Porta Pia dei bersaglieri penetrarono a Roma e il papa Pio IX replicò scomunicando il re e i governanti del regno.
Nel 1871 la capitale del regno passò ufficialmente da Firenze a Roma.
Il papa raccomandò ai cattolici di non collaborare con il governo italiano che, tuttavia, cercò di regolare i rapporti con il Vaticano emanando la Legge delle Guarentigie che però non fu mai accettata da Pio IX.