TEMI TRATTATI NELL’ENEIDE

TEMI TRATTATI NELL’ENEIDE


Temi trattati nel poema

Il testo dell’Eneide è quasi interamente dedicato alla presentazione del concetto filosofico della contrapposizione. La più facile da riscontrare è quella tra Enea che, guidato da Giove, rappresenta la pietas intesa come devozione e capacità di ragionare con calma, e Didone e Turno che, guidati da Giunone, incarnano il furor, ovvero un modo di agire abbandonandosi alle emozioni senza ragionare. Altre contrapposizioni possono essere facilmente individuate : il Fato contro l’Azione, Roma contro Cartagine, il maschile contro il femminile, l’Enea simile ad Ulisse dei libri I-VI contro quello simile ad Achille dei libri VII-XII ecc.
La pietas era il valore più importante di ogni onesto cittadino romano e consisteva nel rispetto di vari obblighi morali: gli obblighi verso gli dei, verso la patria, verso i propri compagni, e verso la propria famiglia, specialmente nei confronti del padre. Per questo motivo un altro dei temi del poema è l’analisi delle forti relazioni presenti tra padri e figli: i legami tra Enea e Ascanio, Anchise ed Enea, Evandro e Pallante, Mesenzio e Lauso sono tutti in vario modo degni di essere attentamente valutati. Questo tema riflette gli intenti della riforma morale intrapresa da Augusto e per mezzo di esso si intendeva, forse, presentare degli edificanti esempi alla gioventù romana.
Il principale insegnamento dell’Eneide è che, per mezzo della pietas, si deve accettare l’operato degli dei come parte del destino. Virgilio, tratteggiando il personaggio di Enea allude chiaramente ad Augusto e suggerisce che gli dei realizzano i loro piani attraverso gli uomini: Enea doveva fondare Roma, Augusto deve guidarla, ed entrambi devono sottostare a quello che è il loro destino.


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