LA CHANSON DE ROLAND
LA CHANSON DE ROLAND
LA CHANSON DE ROLAND
La Chanson de Roland (Conzone di Orlando) è la più antica e famosa delle Chansons de Geste
(Canzoni di gesta), poemi epici scritti nel nord della Francia (quindi in antico francese) tra l’ XI e il XIII secolo. Queste canzoni narrano gli episodi che formano la `materia di Francia”; cioè le imprese dei feudatari francesi contro gli infedeli i musulmani e sono raccolte in cicli, ossia gruppi di testi che parlano di un dato argomento o personaggio.
La Chanson de Roland appartiene al ciclo carolingio, che racconta le imprese dell’imperatore Carlo Magno (742-814) e dei suoi paladini contro i Saraceni di Spagna. L’eroe di questo ciclo è Orlando, nipote di Carlo, figura che avrà molto successo nella letteratura italiana dei Medioevo e dei Rinascimento. Egli rappresenta il modello dei cavaliere medievale fedele al suo imperatore, protettore della fede cristiana e amante della giustizia, la cui morte sarà eroica ed esemplare. I valori che emergono da questo poema sono quelli della guerra per la fede cristiana e della devozione all’imperatore. Non è quindi dedicato ampio spazio a!!e donne e all’amore: i protagonisti assoluti sono i paladini in armi.
Non si sa con esattezza chi sia l’autore dì questo poema; nel!’ultimo verso si legge: “Qui finisce la gesta che Turoldo racconta”. Turoldo potrebbe essere l’autore che, sull’onda dell’entusiasmo suscitato dalla prima Crociata (1096-99), compose il testo; oppure questo nome corrisponde a quello dei giullare che recitò il poema. Non è quindi facile dire se l’opera sia da attribuire a un singolo o a più autori: è certo comunque che fu trasmessa anche oralmente, e ciò contribuisce a conferirle quei caratteri tipici dei poemi cavallereschi di cui si è detto. !I ritmo ripetitivo o del testo è dato anche dalla forma metrica: si tratta di 4002 versi di decasillabi (composti cioè da dieci sillabe ciascuno) divisi in 292 lasse, che sono le tipiche strofe della letteratura medievale francese, dall’andamento regolare e monotono.
La trama
Dopo sette anni di guerra contro i Saraceni di Spagna, i paladini hanno cristianizzato tutto i! Paese tranne Saragozza dove è rifugiato il re Marsilio che promette di convertirsi se i Francesi si ritireranno. Durante l’assemblea convocata da Carlo per prendere uno decisione in merito, Orlando propone di affidare la pericolosa missione a Saragozza al patrigno Gano, che interpreta la Sua offerta come un atto ostile e si vendica concordando con Marsilio un’imboscata contro Orlando. In effetti, i paladini vengono assaliti al passo di Roncisvalle sui Pirenei. Quando Orlando comprende che Gano li ha traditi, suona l’Olifante, il suo corno da caccia, per avvertire Carlo che giunge troppo tardi: Orlando e gli altri soldati sono tutti morti. Carlo, allora,per vendicarsi uccide Marsilio. Poi, tornato ad Aquisgrana sua sede regale, condanna a morte Gano, facendone squartare il corpo da quattro cavalli.
La realtà storica
I fatti narrati nella Chanson de Roland hanno un fondamento storico: nell’VIII secolo l’ Impero musulmano era in forte espansione e gli Arabi di Spagna si erano più volte spinti vero il confine con la Francia. Nel 778 l’esercito di Carlo Magno tentò invano di riconquistare alla Cristianità la città di Saragozza Nella ritirata verso la Francia, a causa di un attacco sferrato dai Baschi. trovò la morte Rolando o Orlando marchese di Bretagna e valoroso guerriero franco, realmente esistito.
Attorno a questo episodio storico l’ autore dei poema crea figure fantastiche, Ad esempio Carlo che nella realtà aveva a quel tempo circa quarant`anni e non era ancora imperatore, viene rappresentato come un vecchio saggio ed esperto. Il personaggio di Gano e il suo tradimento sono invece assolutamente inventati.
La Canzone di Orlando
Proemio (vv 1-9) e Il Tradimento di Gano (vv 580-608)
Per oltre sette anni il re dei Franchi; Carlo Magno, ha combattuto in Spagna contro gli Arabi; solo il re di Saragozza, Marsilio, ha resistito all’assedio. Sono questi gli elementi forniti all’inizio del poema per inquadrare le vicende che vi sono narrate.
- Re Carlo, il nostro imperatore grande,
sette anni pieni è stato nella Spagna,
e l’alta terra ha preso fino al mare.
Non v’è castello che innanzi a lui rimanga, - né città o muro che debba ancora infrangere,
Sol Saragozza, che sta su una montagna,
tiene Marsilio, il re che Dio non ama,
serve Maometto e Apollo prega e chiama:
dalla rovina non si potrà guardare. - 580 «Bel sire Gano,» il re Marsilio disse
« In che maniera Orlando potrò uccidere?
Gano risponde: «Io ve lo so ben dire.
Il re sarà ai valichi di Cisa.
La retroguardia egli farà seguire
585 col conte Orlando, il gran nipote, a guida,
ed Oliviero, di cui tanto si fida;
e ventimila Franchi in lor compagnia.
Voi centomila pagani lì spedite,
che una battaglia attacchino per primi:
590 sarà la gente di Francia assai colpita.
I vostri certo vi avranno gran martirio;
ma un altro assalto voi date tuttavia!
O prima o dopo Orlando non può uscirne.
Da cavaliere avrete così agito;
né avrete guerra più per tutta la vita».
«Se alcun potesse a Orlando dar la morte
farebbe Carlo del braccio destro tronco;
si fermerebbero le truppe prodigiose,
non riunirebbe più Carlo sì gran forze,
600 la Terra Avita rimarrebbe in riposo.»
Quando il re l’ode, bacia Gano sul collo.
Dopo comincia a mostrare il tesoro.
Disse Marsilio: «Parlare più a che serve?
Non è il consiglio buono, se non c’è fede.
605 Giurate subito d’Orlando il tradimento».
Risponde Gano: «Sia come a voi par bene!»