IDEOLOGIA E POETICA DI UNGARETTI
2. LE OPERE
Ungaretti è stato tra i primissimi poeti del ‘900 italiano e ha avuto grande influenza sulle esperienze letterarie della prima metà del secolo. Al suo esordio, negli anni ’10, la sua opera si presenta originale e rivoluzionaria. Tuttavia a partire dagli anni ’20 la sua produzione ha avuto un’evoluzione in senso classicistico e tradizionalista. Il percorso della sua ricerca si presenta dunque fortemente legato alla stagione avanguardistica prima e poi alla crisi delle avanguardie dopo il 1920.In Ungaretti è spesso difficile scindere poesia e vita, tanto esse sono strettamente legate. I contenuti delle sue liriche e le sue scelte di stile, così innovative per la poesia italiana, sono stati determinati per molti aspetti dalle personali esperienze di vita riconducibili a tre stagioni principali:
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La prima legata alle vicende della Grande guerra
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La seconda influenzata dalla personale conversione religiosa
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La terza ispirata dai lutti familiari e collettivi
Tutta la sua produzione poetica, sia le poche liriche sparse, sia le raccolte di una vita, è stata pubblicata nel volume Vita d’un uomo (1969) che rappresenta quasi un’autobiografia poetica di Ungaretti.
2.1 ALLEGRIA
La prima vicenda personale riversata nella sua opera è l’esperienza di soldato. Il giovane poeta, dopo aver vissuto nel fango della trincea tra topi, compagni moribondi e cadaveri, scopre in questo tipo di guerra una dimensione della vita, una nuova sofferenza che quasi gli impongono l’urgenza di descrivere gli orrori vissuti con nuovi e diversi mezzi espressivi. Le sue liriche, composte su pezzetti di carta, diventano così una sorta di drammatico diario in cui emerge la tragedia personale e quella di un’intera generazione mandata al macello.Nascono le liriche di Il porto sepolto (1916), che il soldato Ungaretti scrive in trincea, e quelle di Allegria di Naufragi (1919), composte subito dopo la guerra. Tutte confluiscono nella raccolta Allegria (1932). I titoli sono fortemente allusivi: il primo rimanda ad una speranza di approdo nella pace dell’assoluto,il secondo e il terzo indicano la forza inesorabile della vita nei superstiti di guerra. Egli stesso si dichiara un “naufrago” tra gli orrori della guerra e del dopoguerra in cerca di un’armonia interiore che riesce a ritrovare nell’universalità della natura.Il coinvolgimento emotivo porta il poeta ad esprimersi con uno stile rivoluzionario, che comporta la distruzione della metrica tradizionale:
- La rima è abolita
- Viene attuata la frantumazione della metrica e della sintassi
- La struttura sintattica è dominata dalla paratassi
- I versi vengono spezzati e ridotti talvolta a singole parole e il potere evocativo della parola viene enfatizzato isolandola spesso tra spazi bianchi
- Manca frequentemente la punteggiatura, ma restano i punti di esclamazione e di domanda
- Restano le iniziali maiuscole, che aprono ogni nuova strofa
- Il verbo è utilizzato per lo più all’indicativo e in prima persona per sancire il valore concreto di testimonianza concreta
- Sono usate in modo ardito l’analogia e la sinestesia
Si tratta dei cosiddetti versicoli, rarefazione delle parole sullo sfondo della pagina bianca e frantumazione dei versi tradizionali. È una poesia innovativa, ma anche debitrice del simbolismo e dell’avanguardia, come il futurismo. L’analogia e la sinestesia sono gli strumenti di cui il poeta si serve per interpretare la molteplicità del mondo. La parola diventa “scarnificata”, pura, espressione di intima umanità, “grido unanime”, condizione fraterna.Il tema conduttore è la Grande guerra. La guerra è rappresentata non come una condizione eroica,ma una tragica fatalità che si subisce con rassegnazione, un destino ineluttabile che non ha niente di patriottico. La guerra provoca mancanza di radici e di identità, distrugge la povera gente, rende l’uomo indifeso, debole, fragile. Ungaretti, fante in guerra, rappresenta una condizione comune,immersa nell’anonimato ed esprime in queste composizioni da una parte la sua individualità nelle forti emozioni e sensazioni:
- l’impietrimento dettato dal dolore
- la lacerazione dell’anima davanti alla morte
- lo strazio dei paesi distrutti
- il senso di precarietà e caducità
- l’attaccamento alla vita
- dall’altra parte la dimensione collettiva della guerra che travolge
- un’umanità lacerata,
- pervasa dal dolore
- abbandonata nella solitudine,
- oppressa da un’incombente minaccia di morte
L’io diventa parametro della condizione collettiva: il poeta deve testimoniare quello che è successo,poiché gli è concesso di penetrare nel segreto delle cose e ha il compito di parlarne all’umanità.
2.2 SENTIMENTO DEL TEMPO
La seconda stagione poetica è legata alla conversione religiosa, intesa come recupero della fede. Aseguito di questa importante esperienza il poeta introduce nella sua poesia temi alti e complessi,legati alla meditazione sull’esistenza umana.
L’elaborazione formale diviene ancora più articolata e ardita, per questo viene definita dai critici il barocco di Ungaretti. Questa fase trova la sua espressione nella raccolta Sentimento del tempo(1936). Anche questo titolo è allusivo. Indica l’avvertimento del veloce passare del tempo, lacoscienza del maggior limite umano: la morte. La raccolta rappresenta l’espressione più vicina aimodi dell’Ermetismo. Gli stessi ermetici la giudicheranno un modello di riferimento sia per l’usoaddirittura criptico dell’analogia, sia per il linguaggio ricco e prezioso.Le caratteristiche stilistiche di questa raccolta sono:
- il superamento del verso – parola
- gli accostamenti analogici sempre più ardui
- gli intrecci a volte virtuosistici di immagini e suoni
- l’adozione di ritmi e metri maggiormente tradizionali
- il recupero del verso endecasillabo e del settenario
- la reintroduzione della punteggiatura
- l’abbandono delle strutture sintattiche paratattiche
- il lessico più selezionato Motivi ricorrenti nella liriche della raccolta sono
- la riflessione sul tempo e sulla morte
- la consapevolezza dell’inevitabile fluire delle persone e delle cose
- la nostalgia del passatol’amore per la vita
- il sentimento di Dio
- la fede che placa l’angoscia esistenziale
Filo conduttore è la riflessione sulla condizione umana e l’esistenza. Diminuiscono gli spunti autobiografici. L‘esperienza dell’uomo Ungaretti tenta ora di farsi universale. Nel suo smarrimento il poeta vede riflesse le paure e le emozioni di tutti gli uomini. La raccolta rappresenta anche il libro della maturità, dell’esperienza acquisita, della consapevolezza malinconica, del senso della misura, della saggezza; testimonia il tormentato riavvicinarsi alla fede,ancòra di salvezza per l’uomo smarrito di fronte alle mille incertezze della vita, all’angoscia esistenziale. La riscoperta del sentimento religioso, però, non è immediata né priva di difficoltà. Si tratta di un cammino tortuoso, incerto, a volte tormentato dai dubbi sulle incomprensibili ragioni del dolore nella storia del singolo o della comunità.
2.3 IL DOLORE
La biografia fornisce nuovamente la materia della poesia nella terza fase. Nella sua poesia irromponola tragica morte del figlio Antonietto e le drammatiche vicende della Seconda guerra mondiale.Questi due momenti della storia personale e universale inducono Ungaretti a nuove riflessioni suldestino degli uomini. Le due tragiche esperienze costituirannol’ispirazionedi Il dolore (1947). La raccolta è articolata in due parti: le liriche della I parte sono dedicate al figlio Antonietto e sonol’espressione dell’esperienza personale, individuale del dolore, le liriche della II parte si soffermanosul dramma della guerra e sono l’espressione dell’esperienza collettiva, universale del dolore.Dal punto di vista stilistico queste liriche presentano
- l’abbandono dell’ossessiva ricerca formale
- la ripresa di metri e ritmi tradizionali
- l’uso di endecasillabi e settenari a volte rimati
- il recupero della tradizione lirica italiana
- l’adozione di forme riecheggianti Petrarca, Tasso, Foscolo, Leopardi.
È evidente il legame che accomuna le due sezioni: il dolore individuale e il dolore collettivo sono glielementi comuni del destino umano. È un destino segnato dalla sofferenza e dalla difficoltà dipenetrare e comprendere gli imperscrutabili disegni divini. Ungaretti dà voce al dolore del drammapersonale e collettivo e si abbandona alla meditazione su temi universali quali la vita,la morte,la sofferenza e alla possibilità che l’uomo ha di attenuare la sofferenza attraverso la fede.Tra i due piani, quello personale e quello corale, collettivo, si muove tutta la successiva produzione diUngaretti: La terra promessa (1950); Un grido e paesaggi (1952); Taccuino del vecchio (1960) chetrattano ancora di temi universali il dolore, il tempo, la fede, con scelte metriche e sintattichedecisamente tradizionali.
3. IDEOLOGIA E POETICA
Attraverso la poesia è possibile interpretare la realtà: la poesia ha, quindi, per Ungaretti, la funzione di strumento di conoscenza della realtà. Tale conoscenza non è di tipo razionale, scientifico: la conoscenza che si serve della poesia come mezzo di interpretazione può essere solo di tipo analogico.L’analogia, attraverso folgoranti intuizioni, permette di prendere coscienza dell’universo,dell’assoluto, di Dio. La poesia di Ungaretti è perciò l’espressione del suo itinerario spirituale.Ungaretti, alla luce della fede, afferma la missione religiosa della poesia che deve stabilire le trait d’unions, il legame tra il mondo dell’uomo e il mondo dell’assoluto, di Dio. Il poeta è un intellettuale intensamente impegnato: ha il prezioso compito di testimoniare la verità. È riuscito a penetrare nella segreta natura delle cose, ha scavato dentro di sé e deve offrire all’umanità il suo contributo verso il vero. Ma è anche vero che i disegni divini sono imperscrutabili e si possono conoscere solo dei brandelli di verità. Il frammento diventa l’espressione poetica più adatta ad esprimere questi brandelli. Inoltre l’assoluto non può essere descritto, raccontato perché trascende le limitate capacità dell’uomo, quindi per tentare di esprimere l’inesprimibile si può solo alludere e ricorrere a simboli,metafore, analogie.
In Ungaretti c’è il culto della parola che viene caricata di una forte tensione espressiva per sollecitarne il potenziale di rivelazione: rivelazione della verità per mezzo della ricerca. In conclusione l’ideale poetico ungarettiano è concepito come incontro tra memoria e innocenza e la poesia è considerata come unico tramite di comunicazione tra storia e assoluto, tra individuo e collettività, tra particolare e universale.
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