RIASSUNTO LA CHANSON DE ROLAND
RIASSUNTO LA CHANSON DE ROLAND
La Chanson de Roland, composta tra l’XI e il XII secolo, è suddivisa in 291 lunghe strofe, chiamate lasse, costituite da versi decasillabi (ossia formati da dieci sillabe).
Essa è scritta da un autore anonimo e viene trascritta da un certo Turoldo in lingua d’oïl, il volgare che in quel tempo viene parlato nel nord della Francia.
Lo stile della Chanson de Roland è semplice e diretto e questa scelta, insieme alle numerose ripetizioni e ai frequenti epiteti che definiscono i personaggi, dimostra che essa, come molte altre chanson de geste medievali, in origine veniva trasmessa solo oralmente.
Il contenuto della Chanson de Roland
Dopo aver condotto il suo esercito in Spagna per combattere contro il re musulmano di Saragozza Marsilio, Carlo Magno fa ritorno in Francia e affida la retroguardia dell’esercito a Orlando e ad altri undici paladini (cavalieri).
Giunti sui monti Pirenei, i soldati franchi cadono in un’imboscata dei Saraceni che li bloccano al passo di Roncisvalle seguendo le indicazioni del conte Gano di Magonza, che tradisce il suo schieramento per invidia nei confronti di Orlando.
A causa della loro inferiorità numerica i paladini vengono rapidamente sopraffatti e nonostante il conte Oliviero chieda a Orlando di richiamare l’esercito di Carlo Magno, il cavaliere si rifiuta per non essere disonorato.
Solo poco prima di morire Orlando suona l’olifante, il suo corno magico, ma Carlo giunge a Roncisvalle quando è ormai troppo tardi: dopo aver sepolto Orlando, il re vendica la morte dei suoi paladini facendo strage dei nemici, poi attacca e conquista Saragozza costringendo alla fuga Marsilio.
Il poema si conclude con il ritorno di Carlo in Francia e l’annuncio alla promessa sposa di Orlando della morte dell’eroe, la cui anima è ascesa in paradiso.
in Francia
L’episodio narrato nella Chanson de Roland ha un fondamento storico poiché effettivamente nell’estate del 778 l’esercito di Carlo Magno viene attaccato sui Pirenei mentre ritorna in Francia da una spedizione. Nonostante gli storici ritengano che gli aggressori non fossero soldati arabi ma briganti baschi e che il combattimento abbia avuto uno scarsissimo peso militare e politico, con il passare del tempo lo scontro di Roncisvalle viene trasfigurato assumendo un’importanza leggendaria.
Se nella realtà storica i paladini di Carlo Magno sono guerrieri appartenenti alla nobiltà feudale e quindi piuttosto inclini a servirsi della violenza per risolvere i conflitti, dopo lo scontro di Roncisvalle essi vengono considerati un modello morale di comportamento e un simbolo della cristianità, agrazie al loro alto senso dell’onore che li spinge a prestare fedeltà al signore e a rispettare i patti, e della loro capacità di sacrificare la vita combattendo contro gli infedeli, ossia coloro che praticano un’altra religione.
Nella Chanson de Roland si mescolano personaggi creati dalla fantasia dell’autore, come il musulmano Marsilio, a personaggi storici, come Carlo Magno e il marchese di Bretagna Orlando, che vengono trasformati in figure leggendarie.
I cavalieri dei due eserciti non hanno caratteristiche psicologiche individuali ben definite: essi agiscono all’interno del loro gruppo secondo schemi fissi e ripetitivi e le loro doti morali dipendono dallo schieramento cui appartengono, per cui l’autore considera gli Arabi sempre malvagi e vili, per il solo fatto di non praticare la religione cristiana, mentre tutti i Franchi – e soprattutto Orlando – sono onesti, leali e coraggiosi.
L’unica eccezione è costituita da Gano di Magonza che, pur appartenendo ai Franchi, è una figura meschina che si macchia del più grave dei delitti, il tradimento, poiché non rispetta il vincolo di fedeltà che lo lega al re e al nipote Orlando.