LA STRUTTURA DELL INFERNO DANTESCO
LA STRUTTURA DELL INFERNO DANTESCO
LA STRUTTURA DELL INFERNO DI DANTE
L’inferno è immaginato da Dante come una voragine posta al di sotto delle terre emerse, nei pressi di Gerusalemme e profonda fino al centro della terra, dove è conficcato Lucifero. Alla caduta di Lucifero è collegata anche l’origine dell’Inferno. Prima di accedere all’Inferno si attraversa l’Antinferno che si estende fino al fiume Acheronte. In esso sono puniti gli ignavi e gli angeli neutrali.
Al di là dell’Acheronte si ha l’Inferno, suddiviso in nove cerchi, chiusi e gradatamente più stretti. I peccatori vi sono disposti tanto più in fondo quanto è grave il loro peccato. In particolare, nei primi sei cerchi sono puniti gli incontinenti, cioè coloro i quali non furono in grado di resistere ai piacere materiali; nel settimo cerchio (diviso in tre gironi) sono puniti i violenti, cioè coloro i quali hanno avuto la propria coscienza razionale ottenebrata dall‘impulsività; nell’ottavo e nono cerchio (suddivisi in dieci malebolge e in quattro zone) sono puniti i fraudolenti, cioè coloro i quali hanno utilizzato la propria razionalità mettendola al servizio del male: prima sono puniti quelli che hanno ingannato chi non si fidava di loro e poi quelli che hanno ingannato chi si fidava di loro. Alla fine della voragine c’è Lucifero.
La legge del contrappasso E’ un principio che regola la pena che colpisce i peccatori. Se viene conferita per similitudine, la pena è uguale alla tipologia di peccato commesso in vita; ad esempio Paolo e Francesca, nel cerchio dei lussuriosi, così come in vita si fecero travolgere dalla passione amorosa, all’inferno sono condannati, per analogia, a farsi trasportare da una bufera perenne. Se invece viene attribuita per contrasto, la pena è diversa dal delitto considerato; ad esempio, gli ignavi, all’inferno sono costretti a correre dietro un’insegna, pungolati da insetti, perché in vita non si schierarono con nessuno e vissero per inerzia.
Riassunto generale dell’Inferno dantesco
Nella notte tra il 7 e l’8 aprile del 1300, l’anno del primo giubileo indetto da Bonifacio VII, Dante si smarrisce in un fitto bosco. Gli appare un colle da percorrere. Tuttavia, tra animali feroci (lonza, leone e lupa) gli impediscono il cammino. Mentre il poeta fugge gli appare Virgilio, celebre poeta latino, il quale gli spiega che per scampare alle fiere non vi è altra via che seguirlo ed attraversare sotto la sua guida, il regno dei morti.
VESTIBOLO_IGNAVI I due poeti giungono alla porta dell’Inferno, varcata la quale accedono al vestibolo (ingresso). Qui vi sono le ombre di coloro che vissero senza infamia e senza lode, cioè gli ignavi, ossia coloro che in vita, per quieto vivere, evitarono di assumersi delle responsabilità. Essi corrono incessantemente dietro a un’insegna, pungolati da mosconi e vespe, secondo la regola del sistema punitivo dell’Inferno, il contrappasso, il base al quale l’intensità e la qualità della pena devono corrispondere al genere di peccato commesso.
RIVE FIUME ACHERONTE Attraversato il vestibolo, Dante e Virgilio giungono alle rive del fiume Acheronte, dove si radunano i dannati per essere trasportati sull’altra riva da Caronte, un demone dagli occhi di fuoco. Questi, accortosi che Dante è vivo, cerca di allontanarlo, ma Virgilio interviene ed impone a Caronte di piegarsi alla volontà del cielo, che ha voluto il viaggio ultraterreno di Dante.
PRIMO CERCHIO : NON BATTEZZATI Nel primo cerchio dell’Inferno, propriamente detto Limbo, si trovano le ombre di coloro che morirono senza battesimo. Tra questi, in una parte illuminata da un fuoco,all’interno di una castello si trovano gli eroi, i poeti, i filosofi e gli scienziati, che resero grande l’età pagana.
SECONDO CERCHIO Successivamente, Dante e Virgilio arrivano nel secondo cerchio dell’Inferno che racchiude una maggiore quantità di dolore. All’entrata vi è Minosse, il ringhioso giudice infernale che dopo aver ascoltato i peccati di ciascuna anima indica ad esse, con il movimento della coda, il cerchio nel quale si devono collocare.
SECONDO CERCHIO: LUSSURIOSI In questo cerchio sono puniti i lussuriosi, travolti da un incessante vento vorticoso. Dante ascolta il racconto di Paolo Malatesta e Francesca da Polenta, da Rimini e ne è talmente commosso che viene meno.
TERZO CERCHIO: GOLOSI Quando Dante si riprende è nel terzo cerchio, tra i golosi. Questi peccatori sono riversi in una fanghiglia fetida, colpiti dalla pioggia lacerati e intronati da Cerbero. Dante incontra il concittadino Ciacco.
QUARTO CERCHIO: AVARI E PRODIGHI Nel quarto cerchio si trova Pluto, dove gli avari e i prodighi, divisi in due schiere devono far rotolare due macigni spingendoli con il petto. Essi procedono in direzione opposta e quando si incontrano si ingiuriano a vicenda. Dopodiché, i due poeti arrivano al quinto cerchio, dove si trova la palude dello Stige, nel quale gli iracondi si percuotono tra loro, stando alla superficie e gemono sommersi nel fondo.
CITTA’ DI DITE Attraversato lo Stige, sulla barca di Flegias, Dante e Virgilio si trovano davanti alle mura della città di Dite, che segnano l’inizio del basso Inferno. Nonostante l’opposizione dei demoni infernali, posti a guardia della città, i due riescono a penetrare al di là delle mura e si ritrovano in un cimitero pieno di sepolcri infuocati, dentro i quali sono puniti gli eretici.
SESTO CERCHIO: ERETICI E’ questo il sesto cerchio dell’Inferno nel quale si svolge il colloquio tra Dante, difensore della sua famiglia di tradizioni guelfe e il capo dei ghibellini, Farinata degli Uberti, grande personaggio capace di anteporre il bene della patria agli interessi della sua fazione.
SETTIMO CERCHIO: VIOLENTI Il settimo cerchio è riservato ai violenti. Esso è diviso in tre zone concentriche nelle quali sono collocati rispettivamente i violenti contro il prossimo (sono immersi in un fiume di sangue bollente e colpiti dalle saette dei Centauri) i violenti contro se stessi (cioè i suicidi e gli scialacquatori, trasformati in arbusti o dilaniati da cagne nere) ed i violenti contro Dio, la Natura e il Lavoro (cioè i sodomiti, i bestemmiatori e gli usurai, tutti colpiti da una violenta pioggia di fuoco). Tra le ombre più rappresentative incontrate da Dante in questo cerchio vanno ricordate quelle di Pier della Vigna e di Brunetto Latini.
OTTAVO CERCHIO: FRAUDOLENTI Per discendere nell’ottavo cerchio Dante e Virgilio si aggrappano alle spalle di Gerione, un mostro nuotante nell’aria. L’ottavo cerchio è diviso in dieci fosse concentriche delle Malebolge, nelle quali sono puniti coloro che usarono la propria intelligenza non per compiere il bene, ma per ingannare gli altri. Vi sono puniti i ruffiani e i seduttori che camminano sotto le continue sferzate dei demoni; gli adulatori, immersi nello sterco; i simoniaci conficcati a testa in giù entro pozzi profondi; gli indovini, che camminano a ritroso; etc.
NONO E ULTIMO CERCHIO: TRADITORI Dopo aver attraversato un pozzo profondo, Virgilio e Dante giungono nel nono e ultimo cerchio. Esso è costituito da un grande lago ghiacciato, il Cocito, diviso in quattro sezioni: Caina, Antenora, Tolomea e Giudecca. Qui sono puniti coloro i quali usarono la propria intelligenza per ingannare chi si fidava di loro. Si trovano i traditori dei parenti, i traditori della patria tra i quali Ugolino della Gherardesca. Al centro del lago vi è Lucifero, gigantesco mostro con tre facce e sei immense ali il cui movimento serve a congelare il Cocito. Tra i suoi denti vengono dilaniati i grandi traditori del genere umano, come ad esempio Giuda, Bruto e Cassio.
Per uscire dall’Inferno, Dante e Virgilio devono aggrapparsi al corpo peloso di Lucifero, per scivolare dalle ali alle gambe del mostro. Dopodiché, i due poeti imboccheranno un oscuro cunicolo che li condurrà nell’altro emisfero.