STORIA DEL GENERE UMANO LEOPARDI

STORIA DEL GENERE UMANO LEOPARDI


RIASSUNTO

Inizia con la narrazione dell’età dell’infanzia del genere umano, quando i bambini, nutriti dalle api, capre e colombe riuscivano ad essere felici, nonostante la mancanza di magnificenza e varietà del mondo.

Conclusa la fanciullezza incominciarono a percepire delle mutazioni , poiché acquisirono la consapevolezza dei limiti del mondo. Nacque così l’ insoddisfazione e l’ infelicità che portò molti di loro al suicidio.

Giove preoccupato da una possibile estinzione del genere umano, ma non potendo soddisfare il desiderio infinito degli umani, decise di rendere il mondo più bello allargandone i confini e inserendo gli elementi che prima mancavano (montagne, stelle, fiumi, mari, ecc..). Questi cambiamenti fecero ritornare negli uomini la voglia di vivere e il gusto per le bellezze della terra.

Nonostante ciò, l’ infelicità e la noia si ripresentarono portando gli uomini a compiere atti malvagi, ciò scatenò l’ira di Giove. Egli infatti, adirato per la ricorrente incontentabilità degli uomini, li punì con il diluvio universale.

In seguito il mondo venne nuovamente popolato e la situazione mutò grazie ad alcuni miglioramenti.

Con lo scopo di conservare il genere umano, Giove utilizzò nuovi mezzi: inserì nella loro vita i mali e le occupazioni per allontanarli dall’oziosità, distogliendoli da questo desiderio incontentabile di felicità e facendo loro imparare il valore dei beni .Per concludere, Giove donò agli uomini dei “fantasmi”, come Giustizia, Amor Patrio, Virtù, Gloria, Amore e Sapienza, i quali rendevano la vita più tollerabile. L’equilibrio instaurato si ruppe a causa di una delle virtù, la Sapienza, che promise agli uomini la Verità, considerata la portatrice di benefici e felicità. Gli uomini pretesero che la Verità fosse mandata sulla terra ma ciò causò l’ira di Giove che, come punizione scelse di accontentarli, richiamando a se le altre illusioni.

Iniziò così un periodo di miseria dovuto al fatto che la Verità era in grado di mostrare l’infelicità e la vanità di tutte le cose causando odio ed egoismo.

Per placare gli animi, Giove e gli altri Dei, mandarono sulla terra il Dio Amore , invincibile contro la Verità. Questo era in grado di unire gli animi gentili ed di rendere la vita più sopportabile.


ANALISI

“Storia del genere umano” è collocata tra le “Operette morali” di Giacomo Leopardi, la prima in ordine di composizione. E’ stata scritta nel 1824 e pubblicata nel 1827. E’ una favola mitica dove si narra la storia dell’origine del genere umano; può essere suddivisa in quattro periodi: due tempi prima il diluvio universale gli altri due dopo.

All’inizio è presente il pessimismo storico leopardiano secondo cui gli antichi e soprattutto i bambini, pur essendo privi di ogni magnificenza che caratterizza oggi il mondo terrestre, risultano essere più felici e soddisfatti rispetto agli uomini moderni e soprattutto agli adulti. Questi erano colmi d’illusione, in quanto più vicini alla natura che appare ancora benigna, perciò erano più vicini a quell’illusione di infinito che sostituiva parzialmente l’impossibilità del piacere. Con il passaggio dall’età infantile e adolescenziale all’età adulta cominciarono a venire meno le illusioni, perché , entrando in contatto con la realtà si resero conto delle limitazioni del proprio mondo e nacque un senso di insoddisfazione e abitudine degli uomini per quello che avevano e cominciarono a desiderare l’infinito.

Secondo la teoria del piacere, illustrata nello Zibaldone, questa infelicità è causata dal desiderio incontentabile e irraggiungibile dell’uomo per il piacere, in quanto l’oggetto bramato non corrisponde ad un piacere, ma al piacere assoluto, quello senza limitazioni di estensione e di tempo.

Si fa riferimento anche alla teoria della visione , la quale esprime l’idea che la vista impedita da uno ostacolo, riesce a suscitare il piacere in quanto si formano idee vaghe ed indefinite poiché portati ad usare l’immagine infatti Giove inserì nel mondo terrestre montagne, colline, mari etc. suscitando apparenze di infinito. Gli animi degli uomini furono calmati per un po’ ma, abituati alla quotidianità riemerse il problema. Abbandonando le illusioni ci si avvicina alla realtà vera e ciò , rende gli uomini maligni, meschini, egoisti, incapaci di azioni eroiche .

E’ inevitabile notare la contrapposizione tra antichi e moderni che Leopardi vuole farci notare attraverso il suo pessimismo storico; dietro di esso già si cela una forma del pessimismo cosmico, in quanto la felicità degli antichi può essere considerata solo come relativa: le illusioni vanno semplicemente a nascondere una condizione oggettivamente infelice.

Per concludere, anche qui ritroviamo la concezione provvidenziale della natura: la natura viene concepita come benigna, che agisce a favore dell’uomo; i mali, le sofferenze.. rientrano nel suo piano poiché fanno risaltare il pregio dei beni e immergono gli uomini nell’azione, allontanandoli dalla noia.


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