IL TUONO FIGURE RETORICHE

IL TUONO FIGURE RETORICHE

DI GIOVANNI PASCOLI


Parafrasi

E nella notte buia come il nulla ad un tratto, come il frastuono di una rupe che frana dall’alto, il tuono rintronò risuonando, facendo eco e rotolando nella notte ma subito smise, e poi rumoreggiò lontano nella notte come un’onda di mare che si infrange sopra gli scogli ma svanì nuovamente. A quel punto si sentì il dolce canto di una madre, ed il rumore del dondolio della culla del suo bimbo.


Figure retoriche:

Allitterazione per consonanza in “n” (v.1);
Allitterazione per consonanza in “r” e per assonanza in “u” ed “o”  (v.2);
Allitterazione per consonanza in “r” e per assonanza in “o” che riproduce il suono del tuono (v.4);
Allitterazione in RIMB – RIM con funzione onomatopeica
Onomatopea “il tuono rimbombò di schianto: rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo”.
Similitudine “nera come il nulla” paragonando il colore nero come l’ assenza e il vuoto;
Sinestesia  (v.2); il tuono rimbombò, rimbalzò, rotolò (v.4) associando a quest’ultima la percezione uditiva a quella visiva.
Enumerazione:per polisindeto “e tacque, e poi rimareggiò, rinfranto e poi” che rende più lento il ritmo quando il fenomeno sta per finire;

per asindeto fra “rimbombò”, “rimbalzò” e “rotolò” che dà un ritmo incalzante e veloce, senza interruzioni, come un treno.
Paronomasia fra “nella” e “nulla” che da un senso d’attesa iniziale (v.1);
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ANALISI METRICA IL TUONO

ANALISI METRICA IL TUONO


LIVELLO METRICO
Le due liriche seguono uno schema metrico molto simile, che presenta la stessa struttura libera di rime (ABCBCCA), e sono entrambe divise in sette versi endecasillabi. Il lampo è formato da un solo periodo, mentre il tuono da due. Un’altra uguaglianza tra le due poesie e l’uso molto evidente della punteggiatura, con un grande uso di virgole, due punti e punti e virgola, per dare un’immagine a frammenti come lampi e tuoni.

LIVELLO SINTATTICO
In entrambe le liriche grande presenza di aggettivi, soprattutto nella prima, dove accentuano la contrapposizione tra il bianco della casa illuminata dal lampo ed il nero della terra immersa nel buio. Ne “Il tuono” invece è facilmente individuabile dal lettore il forte uso di verbi, per lo più al passato remoto. Le due poesie iniziano entrambe con la congiunzione copulativa “e”, per procurare a chi legge sensazioni di angoscia e paura contrapposte ad una falsa idea di semplicità.

LIVELLO LESSICALE
Nella prima lirica le parole chiave sono tutte quelle riferite al campo visivo, ovvero bianco, luce, nero, cielo e terra, mentre nella seconda tutto ciò che è collegato al senso dell’udito, cioè tutte le caratteristiche del rumore del tuono, accentuate da climax e allitterazioni (rimbombò, rimbalzò, rotolò, rimaneggiò rinfranto) come quella della consonante “r”. I nomi sono per lo più concreti, e la maggior parte di questi ha aggettivi ad essi riferiti. Il forte uso del pronome relativo che contribuisce a rendere il discorso più scorrevole unendo due proposizioni.

FIGURE RETORICHE
In entrambe le poesie sono presenti diverse figure retoriche, tra le quali:

Il lampo

– Climax ascendente: ansante, livida in sussulto; ingombro, tragico, disfatto; largo, esterrefatto;

– Anafora: bianca bianca nel tacito tumulto, una casa apparì…;

– Enjambement (v 4-5) ;

– Similitudine: come un occhio s’aprì si chiuse

– Ossimoro: tacito tumulto;

– Metafora: terra ansante, cielo tragico ;

– Antitesi: “apparì sparì”, nella quale i due verbi sono accostati senza nessun segno di punteggiatura

Il tuono

– Similitudine: notte nera come il nulla;

– Similitudine: col fragor d’arduo dirupo

– Enjambement: tra i versi 6 e 7;

– Anastrofe: tra i versi 6 e 7.

– Onomatopee: rimbombò, ribalzò.

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