Normanni popolo
Normanni popolo
Normanni popolo
Normanni. Un popolo di pirati, di viaggiatori e di conquistatori. Per circa quattrocento anni, tra l’8° e l’11° secolo dopo Cristo, le popolazioni originarie della ……..
Nel tentativo di porre un argine alle continue incursioni dei Vichinghi nella Francia settentrionale, il re Carlo il Semplice, nel 911, diede in feudo alcune terre della regione ad un gruppo di questi invasori nordici. Essi chiamarono la nuova patria “Normandia” (terra degli uomini del nord), il loro capo Rollone, ne divenne il primo duca. I Vichinghi combattevano a piedi, ma i Normanni, come da allora cominciarono a chiamarsi, adottarono la tattica franca del combattimento a cavallo, diventando in breve tempo cavalieri formidabili.
Nel 1066 alla morte del re d’Inghilterra Edoardo il Confessore, il duca Guglielmo di Normandia (che era un suo cugino), sostenne che il defunto sovrano gli avesse promesso il trono e, a sostegno delle sue pretese, invase l’Inghilterra. I Normanni sconfissero il nuovo re Aroldo in una battaglia presso Hastings ed introdussero, nel regno conquistato, la cavalleria di tipo franco, l’ordinamento feudale che ne era la conseguenza e l’uso del castello che ne era l’espressione architettonica. Più o meno, nello stesso periodo, bande di cavalieri normanni affermarono il loro dominio sull’Italia meridionale e sulla Sicilia.
ecco qui trascritte alcune delle rune usate dai vichinghi (normanni), il cui ruolo fu molto importante:
Si tratta di morali o pensieri impiegati come monito, come guida per il popolo nordico. La tradizione ci tramanda 9 rune che recitano:
Gebo. E’ il dono degli dèi, l’offerta, il Calice. Questi Calice prevede un sacrificio che porta a miglioramento, progresso, evoluzione. Significativo che questa sia la prima Runa raccolta da Odino.
Hagalaz. Rappresenta il ghiaccio come 5° elemento della Tradizione nordica. E’ legata all’essenza del cosmo e alle radici dell’essere. E’ la dominante delle Rune Hog.
Naudhiz. Runa della Notte, della Grande Madre che genera la vita. Simboleggia anche il dio trafitto sull’Yggdrasil. Runa di grande potere magico.
Isa. La colonna di ghiaccio. L’ostacolo che si scioglie. Isa rappresenta la volontà dell’uomo, che si trasforma in sciamano. E’ colonna di luce, diamante-folgore, asta magica. Isa è il cristallo, quello stesso che veniva posto fisicamente all’interno del corpo affinchè potesse pregnarsi di tutte le conoscenze dell’Uomo di Potere, per essere poi tolto nel momento della sua morte e trapiantato nel corpo del suo successore.
Jera. Il ciclo delle stagioni, la continua evoluzione delle cose, dell’universo. E’ la luce dell’anima, la consapevolezza, l’aspetto duplice delle cose, la comprensione del ciclo universale.
Eihwaz. La morte necessaria, la continuità della vita. Morire per rinascere. Il passaggio obbligato. E’ connessa con l’albero del tasso, albero questo che veniva utilizzato per produrre potenti magie. Il suo incenso, inoltre, fortemente tossico veniva aspirato con estrema cautela dagli sciamani per produrre i Viaggi agli Inferi.
Sowulo. La folgore che scende dall’alto. L’illuminazione, il dono della Sapienza e della Consapevolezza. E’ Runa solare collegata con i chakra e con la loro apertura.
Inguz. Rappresenta la Porta verso nuovi mondi, verso nuovi spazi, nuovi dimensioni dell’essere, nelle sue tre composizioni: materia, mente-energia e spirito.
Dagaz. Coscienza cosmica. E’ il nuovo giorno che si manifesta a chiusura del cammino percorso. Indica una nuova era colma della luce della Coscienza.
Il popolo vichingo è passato alla storia per il suo carattere bellicoso, ma sicuramente ha espresso altre caratteristiche. Per quanto riguarda il primo aspetto è evidente che aveva sviluppato un’attività bellica, che lo ha reso invincibile per molti secoli. Non era costituito da un esercito organizzato e regolare. Nel rispetto del costume celtico, tutto era basato sul vigore e la potenza, con strategie molto semplici. Solo negli ultimi anni del loro dominio si sviluppò una regolarità nell’organizzazione dell’esercito, motivata dalla nascita e comparsa delle prime signorie nordiche.
L’elemento di forza era l’assalto via mare, attraverso il quale sono diventati pericolosi predoni. Possedevano delle barche potenti ed agili nelle manovre, con cui potevano risalire i fiumi. Tali imbarcazioni, tuttavia, non erano adatte alle traversate in mare aperto, come hanno dimostrato le numerose navigazioni compiute verso l’America.
Bravi agricoltori, dovevano fare i conti con le condizioni climatiche, come in Groenlandia e sulle isole nordiche. Producevano mele, da cui traevano l’idromele, la bevanda preferita, cipolle, vegetali. La loro alimentazione era molto varia (carne, minestre, pesce..), era comunque priva di vitamina C, in quanto non conoscevano gli agrumi, ma non sono stati segnalati molti casi di scorbuto.
Allevavano pecore e mucche. Queste ultime erano presenti anche nel Valhalla, dunque rappresentavano un elemento fondamentale per l’uomo. Al nord della Scandinavia si allevavano renne, secondo l’usanza dei sami (o lapponi). Nella società civile il potere era dato dalla quantità e qualità del bestiame che si possedeva.
Bravi artigiani, sapevano lavorare i metalli, le cui materie prime venivano importate. Lavoravano utensili e suppellettili. Presso ogni villaggio o fattoria vi era un’officina.
Dal punto di vista artistico non ci fu uno sviluppo classico. In un certo senso furono i progenitori di Picasso. Nelle decorazioni soprattutto svilupparono tre cosiddetti stili animali, dove la natura assumeva un ruolo ispiratore. Le figure appaioni realistiche e stilizzate. Un elemento rappresentato frequentemente è il leone, simbolo di forza. Questi passerà alla storia con il termine di grifone vichingo , che caratterizzerà numerose navi.
Il terzo stile era detto Vendel-E. Si tratta di una sorta di barocco, ove ogni figura è rappresentata con numerosi particolari.
Presso il villaggio danese di Oseberg si identificò una buona scuola artistica. Numerosi sono gli stili artistici identificati presso i runici:
stile Borre : elementi lignei con guarnizioni metalliche;
stile Jelling : elementi zooformi con argento;
stile Mammen : elementi naturali ed animali dalle dimensioni dilatate;
stile Ringerike : elementi floreali numerosi;
stile Urnes : linee flessuose sui particolari.
Ovunque si registra la presenza di elementi naturali, in quanto il vichingo era immerso nella natura.
Le armi accompagnavano i vichinghi durante l’arco della loro vita: giavellotti, lance, spade, asce, scudi….. Era anche in questo settore che si rifletteva l’attività artistica. Le spade, gli scudi ed altre armi erano decorate con elementi che richiamavano la natura. Numerose erano le raffigurazioni animali che avevano lo scopo di aiutare l’uomo nella battaglia.
Dal punto di vista urbanistico le città erano originariamente dei villaggi di capanne, ove gli animali convivevano con gli uomini in un’unica stanza soprattutto per una questione termica. Le case avevano un fuoco al centro delle stanze che diffondeva fumo dappertutto. Non vi erano finestre, l’unico ricambio di aria avveniva quando si apriva la porta. Successivamente, soprattutto al nord, le case vennero costruite in pietra, con stanze diverse. Gli animali vennero portati in un altro edificio.
Non venne sviluppata un’arte funeraria particolare. Ci si limitò a realizzare urne e monili che accompagnavano il defunto. Casi particolari erano le tombe dei re o dei nobili, ove si spendevano più tempo e denaro.
I vichinghi svilupparono un sistema legislativo che non era all’avanguardia, ma comunque superava la legge del taglione vigente in quel momento in altre culture. Era il Thing che stabiliva il corrispettivo in denaro da pagare per un reato. In alcuni casi veniva decretato l’esilio, come nel caso di Erik il Rosso che, esiliato dall’Islanda, scoprì la Groenlandia. Spesso si era autorizzati alla vendetta, come nel caso in cui veniva ucciso un signore: il figlio poteva vendicarlo uccidendo un parente dell’assassino. Si innescava un meccanismo di faide e stragi senza fine.
Dunque non siamo di fronte ad una società civile, basti pensare a certi usi e costumi, ma ci avviamo verso la civiltà occidentale. Il grande merito dei runici fu l’aver permesso la nascita di uno stato unitario.
Abili manager, avevano il senso degli affari. Grandi costruttori navali, stabilirono rotte commerciali numerose che li resero noti dappertutto.
Tra le imbarcazioni impiegate ricordiamo:
– le sniggen : moderni incrociatori veloci(100 uomini di equipaggio – 20 doppi remi);
– le skeidhs : navi di linea delle flotte guerriere;
– i draken o drakkare : le navi con il drago.
Tutte le navi da guerra terminavano in punta a prua come a poppa.
Inoltre non avevano concorrenti nelle imbarcazioni degli altri popoli.
Ricordiamo inoltre che le imbarcazioni erano dotate di forti e robuste vele, adatte a fronteggiare i tempestosi mari nordici. Nella navigazione i marinai non impiegavano la bussola, che verrà inventata dagli amalfitani alcuni secoli dopo, ma utilizzavano degli strumenti che si basavno sull’altezza del sole e sulla sua posizione.
I vichinghi colonizzarono numerose località allo scopo di estendere i loro commerci.
L’attività commerciale era varia: dalle materie prime (come l’ambra, i preziosi, i metalli) ai generi alimentari; dagli schiavi (molto numerosi a causa delle continue concquiste) al legname, l’argento e la ceramica. I vichinghi avevano il controllo d varie zone geografiche. In particolare avevano l’influenza della via tra la Cina, l’Oriente e l’Europa.
La società vichinga è molto semplice. All’origine della cultura runica si assisteva alla presenza di signori locali, di avoratori della terra, di artigiani e di servi, tutti legati ai primi, in base ad una struttura profondamente medioevale.
Con lo sviluppo della cultura nordica, comparve il Thing , simbolo del progresso legislativo e sociale. Si trattava di una assemblea pubblica a cui tutti i cittadini partecipavano.
Essa si teneva in vallate, almeno due volte l’anno. Molto conosciuti sono stati i Thing che si tenevano in Islanda, nella vallata del Thingvellir. In questa assemblea si prendevano le decisioni più importanti che riguardavano la comunità.
In particolare venivano giudicati anche i colpevoli di crimini contro la società secondo il codice runico. Il popolo che partecipava al Thing si divideva tra accusa e difesa e faceva il tifo per la parte sostenuta; si passava poi alla votazione ed il verdetto dipendeva da dove si schierava la maggioranza.
Tuttavia il Thing non aveva la forza di far rispettare il verdetto, si trattava solo di un sostegno morale. Appare chiaro che un uomo era ritenuto colpevole o innocente in funzione delle persone che lo sostenevano. Dunque, più peso sociale aveva, più uomini si schieravano dalla sua parte. Si trattava di una democrazia subordinata alla struttura sociale.
La società vichinga si basava sul concetto della centena(estensione del terreno di circa 100 hugen, cioè 3.000 iugeri). Una centena svedese, ad esempio, comprendeva 12 villaggi. La centena era retta dall’hersir, capo politico-amministrativo incaricato del popolo attraverso il Thing.
L’unità immediatamente superiore raggruppava varie centene (dieci, otto, quattro….). Si trattava dello jarl, termine che significa “uomo di prestigio” che designava i capi dei piccoli reami che dal principio segnavano la civiltà runica, i cui rappresentanti erano i comandanti delle temibili truppe nordiche.
Nel corso del tempo i piccoli reami lasciano il posto ad un’unità nazionale. I funzionari popolari sono sostituiti da agenti reali. Le figure dell’hersir e dello jarl scomparvero, mentre rimane il ruolo della centena.
Si giunse così all’unità dei tre paesi runici:
872, Aroldo Bellachioma conduce all’unità la Norvegia, costituita in precedenza da numerosi jarl, che si identificavano in fiordi o baie;
950, Gorm il Vecchio porta avanti l’opera di Gottrik ed unifica la Danimarca;
970, la famiglia degli Ynglinge unifica la Svezia, composta da tre jarl.
Anche l’Islanda passò da una forma di governo repubblicana ad una oligarchica, sempre di più sotto il controllo di un’aristocrazia locale. L’Inghilterra, che si trovava sotto il dominio normanno, di origine danese e norvegese, costituì una forma di governo che, in parte, sopravvive ancora oggi.
Dunque i popoli nordici si rivelano come inclini alla sottomissione, all’organizzazione ed alla pianificazione. I vichinghi inoltre, accanto al loro temperamento sanguigno e bellicoso, mostrarono grandissime doti manageriali.
L’elemento fondamentale della società runica era la Sippe. Questo termine richiamava il concetto di famiglia, di comunità.
Era tale mini-assemblea a stabilire le regole a cui ogni membro doveva sottostare. Tipico era il caso dei matrimoni, considerati come veri e propri contratti stipulati ad interesse delle famiglie. In tutte le cose che riguardavano la comunità si considerava l’aspetto pratico, finalizzato alla sopravvivenza degli individui in un ambiente reso duro dalle condizioni naturali.
Chi era fuori della Sippe, non aveva alcuno peso sociale. Essa aveva anche un significato religioso che accomunava un certo numero di individui. Occupava un ruolo predominante in tutte le saghe della letteratura nordica.
Presso i runici era innato il senso della proprietà. Questo si rifletteva moltissimo sui servi, che costituivano lo stato più popolato della struttura sociale. Questi appartenevano al signore, che poteva disporre della loro vita e di tutto quello che li riguardava. Spesso i servi si occupavano dell’educazione dei giovani.
La presenza di numerosi schiavi, il cui valore sociale era ancora più inferiore di quello dei servi, testimonia il fatto che la società vichinga aveva compiuto numerose conquiste e sottomesso altri popoli.
Vi erano poi i contadini liberi, la cui forza veniva data loro dalla proprietà che avevano. Essi potevano partecipare alle assemblee e votare.
In realtà la società runica si fonda sulla contrapposizione tra contadini ed aristocratici. Di questa situazione seppero approfittare alcuni signori che costituirono la monarchia.
Un ruolo importante nella società spettava ai militari, che non costituivano un esercito regolare, ma erano un gruppo di uomini che rispondevano alle esigenze sociali, economiche e religiose della propria comunità. Alla fine dell’epoca vichinga li troviamo come mercenari presso la corte di Bisanzio, in lotta contro i Sasanidi.
Vi era anche una classe sacerdotale che gestiva un fortissimo potere a livello di Sippe, presiedeva tutte le cerimonie e, spesso, controllava la maggior parte dei contratti.
La donna svolgeva un ruolo fondamentale. L’uomo spesso era in mare o in guerra, per cui era lei che comandava nella casa. Fedele, rimaneva all’interno della Sippe fino al giorno del matrimonio. Successivamente gestiva il controllo di tutte le attività domestiche. Inoltre, secondo un costume celtico, incitava l’uomo in battaglia, infondendo coraggio. Rimaneva separata dall’uomo durante le cerimonie religiose. Quando l’uomo invecchiava, si ritirava da tutte le attività e diventava dispensatore di saggezza, mentre era la donna che continuava a gestire il potere.
L’età dello svezzamento per la società era di circa 12 anni. Già a questa età l’uomo doveva pensare al suo futuro ed avere molti figli, perché costituivano mano d’opera per la sua casa. L’uomo aveva il potere di riconoscere il proprio figlio il giorno della nascita, mettendolo sulle ginocchia, altrimenti, se questi era deforme oppure era femmina, poteva scartarlo. Avevano comunque un peso maggiore i figli legittimi rispetto agli altri, anche perché era ad essi ed in particolare al primo che veniva lasciata tutta l’eredità familiare.
Nei confronti del sesso il runico aveva un rapporto molto aperto. Non lesinava di fare all’amore in pubblico. Si racconta che prima di comprare delle schiave, queste venivano provate in pieno mercato. Dietro questa mentalità c’era una motivazione religiosa per cui l’uomo era espressione del vigore e della forza, nonché della fecondità. Ben diversa era la situazione che riguardava la donna della famiglia con cui c’era un atteggiamento di fedeltà e di quasi venerazione.