ENEIDE PRIMO LIBRO RESOCONTO

ENEIDE PRIMO LIBRO RESOCONTO


RIASSUNTO

Il primo canto dell’Eneide si apre con il tentativo di Enea di raggiungere l’Italia per fondare una nuova patria.Tuttavia Giunone, irata con i Troiani, decide di ostacolare il loro viaggio con l’aiuto del dio dei venti, Eolo che scatena una tempesta. Al termine di questa, i Troiani naufragano sulle coste africane. Intanto Venere, madre di Enea, va da Giove per conoscere le sorti del figlio, e il dio le assicura che quest’ultimo è destinato a fondare Roma. Così la dea scende sulla terra sotto le sembianze di una cacciatrice e, incontrato il figlio, gli consiglia di recarsi da Didone, regina di Cartagine. I compagni di Enea vengono accolti generosamente a corte, ma il comandante è nascosto dietro una nube, che Venere decide di dissolvere solo dopo aver visto la buona disposizione della regina. Ha inizio così il banchetto ed Enea manda il figlio Ascanio a portare le offerte per Didone dalle navi alla reggia. Ma Venere sostituisce il ragazzo con Cupido, e la regina, senza sapere la sua vera identità, lo prende in braccio; in quel momento il dio dell’amore fa in modo che Didone s’innamori del capo troiano.


TEMATICHE

Le tematiche principali del primo libro dell’Eneide sono i sentimenti provati dagli dei che si ritorcono sugli umani: infatti la dea Giunone prova un grande odio verso la stirpe di Enea e, per questo, cerca in ogni modo di ritardare la fondazione della nuova città, chiedendo anche aiuto a Eolo, dio dei venti, per scatenare una tempesta che avrebbe danneggiato le navi troiane.
È Nettuno, dio del mare, che permette ai Troiani di salvarsi, ma solo perché non accetta che qualcuno susciti tempeste marine al di fuori di lui. Invece Venere, preoccupata per il figlio Enea, interroga Zeus per accertarsi del suo futuro e si trasforma in una giovane cacciatrice per portarlo a Cartagine. Inoltre fa innamorare la regina della città, Didone, di Enea, per essere sicura che esso si trovi al sicuro. Quindi l’intero canto parla di come gli dei, per punire (Giunone), proteggere (Venere), per avere qualcosa in cambio (a Eolo viene promessa la ninfa più bella di Giunone) o per motivi personali (Nettuno non vuole che ci siano tempeste che lui non ha creato) decidano cosa far subire agli umani, alcuni curandosi della loro sorte, altri, come il dio del mare, solo per ricordare il loro potere. Ma, al di sopra delle loro volontà, si scorge il fato ineluttabile che porterà i Troiani a fondare una stirpe gloriosa.


Infatti centrale è la profezia di Zeus che il re degli dei recita a Venere per calmare i suoi timori. Parla delle origini di Roma: Enea combatterà contro i popoli del Lazio uscendone vincitore, il figlio Ascanio fonderà la città di Lavinio. Dopo trecento anni la sacerdotessa Ilia partorirà due gemelli, figli di Marte, chiamati Romolo e Remo. Romolo sarà il fondatore di Roma e gli abitanti saranno chiamati Romani dal suo nome. Essi avranno un dominio potentissimo sul mondo e alla fine anche la dea Giunone dovrà accettare questo nuovo popolo. I Romani domineranno anche molte potenti città greche. Inoltre viene citato anche Giulio Cesare, presentato come un grande condottiero che renderà ancora più potente l’impero, che sarà amato sia in terra sia in cielo e che sarà venerato come un dio per la sua fama.

“Risparmia il timore, Citerea: rimangono immoti
per te i fati dei tuoi: vedrai la città e le promesse
mura di Lavinio, porterai sublime alle stelle
del cielo il magnanimo Enea; nessuna intenzione mi muta.
Egli- ti parlerò poiché quest’ansia ti assilla,
e svolgendoli più a lungo aprirò i segreti dei fati-
farà terribile guerra in Italia e batterà popoli
fieri, e porrà costumi e mura alla sua gente,
finché la terza estate lo vedrà regnare nel Lazio,
e saranno trascorsi tre inverni per i Rutuli domati
Ma il piccolo Ascanio, cui ora si aggiunge il nome
di Iulo- Ilo finché la potenza ilia regnò-,
colmerà nel dominio trenta grandi giri
di anni, volgendosi i mesi, e trasferirà il regno dalla sede
di Lavinio, e con grande forza munirà Alba la Lunga.
Qui sarà il regno per trecento anni interi
sotto la gente ettorea, finché la regina sacerdotessa
Ilia, gravida di Marte, partorirà una duplice prole.
Allora, lieto del fulvo manto della lupa nutrice,
Romolo accoglierà la gente e fonderà marziali
mura, e dal suo proprio nome li chiamerà Romani.
Ad essi non pongo limiti né durata di potenza;
ho assegnato dominio infinito. Ed anche l’aspra Giunone,
che ora con il terrore travaglia il mare, la terra e il cielo,
muterà in meglio i propositi, e con me sosterrà
i Romani, signori del mondo, stirpe togata.
Così è stabilito. Verrà un tempo, col volgersi
dei lustri, che la casa di Assaraco ridurrà in schiavitù
la gloriosa Micene, e Ftia, e dominerà sulla vinta Argo.
Nascerà troiano da bella origine Cesare,
che darà per confine all’impero l’Oceano, e alla sua fama
gli astri, Giulio, disceso dal grande nome di Iulo.
Un giorno lo accoglierai sicura in cielo, onusto
delle spoglie d’Oriente; e anch’egli sarà invocato nelle
preghiere. Allora, placate le guerre, si ammansiranno i secoli feroci;
l’antica Fede, e Vesta, Quirino col fratello Remo
daranno leggi; si chiuderanno le funeste porte della Guerra
con stretti serrami di ferro; dentro, l’empio Furore
seduto sulle armi crudeli e avvinto a tergo da cento
nudi di bronzo, ruggirà spaventoso con bocca cruenta.”

Questa profezia verrà poi ripresa e ripresentata molte volte e da personaggi diversi ad Enea nei canti successivi.


LESSICO

Istoriato: adorno di immagini scolpite o dipinte.

Arnia: ricovero artificiale dove vive la colonia di api domestiche.

Neghittoso: negligente nei propri doveri, quindi pigro o ozioso.

Fastigio: la parte più alta, che può essere, per esempio, di un monte, in senso fisico, oppure della gloria, della storia di una persona ecc., in senso figurato. In letteratura è usato nel senso di “coronamento”.

Cardine: nell’antichità classica, due cunei di metallo piantati l’uno su un margine della soglia e l’altro nella faccia inferiore dell’architrave, in linea retta col primo, così da costituire insieme l’asse di rotazione dell’anta.

Pascere: nel suo significato essenziale, significa “mangiare”, detto soprattutto degli animali che pascolano; in senso esteso, diventa “nutrire”, sia metaforicamente (es. pascere la mente di cognizioni utili) sia fisicamente (es. Poi c’ha pasciuti la cicogna i figli, da Dante).

Torma: unità tattica dell’antica cavalleria romana che era composta di trenta cavalieri; in senso esteso, diventa “schiera di combattenti”.

Pelasgi: antica popolazione che sembra aver abitato la Grecia prima dell’arrivo delle stirpi elleniche.

Acanto: erba perenne dei luoghi ombrosi, con grandi foglie a rosetta, fiori in lunga spiga, con corolla bianco-rosea; è anche coltivata come pianta ornamentale. Le foglie d’acanto costituiscono un motivo naturalistico adoperato per decorazioni di cornici e membrature architettoniche, soprattutto del capitello corinzio, del quale sono l’elemento fondamentale e caratteristico.

Imeneo: (dal dio greco Imene, divinità degli sposi) forma della poesia lirica corale degli antichi Greci, consistente nel canto nuziale che si cantava in coro mentre si conduceva la sposa in casa dello sposo. In letteratura, significa “matrimonio”, “nozze”.

Croceo: che ha il colore dello zafferano (es. L’aurora dal croceo velo).

Esule: chi è in esilio, volontario o per condanna.

Memore: Che si ricorda bene di qualcosa.

Insigne: che ha qualche segno o caratteristica per cui si distingue.

Tirii/Tirie: erano chiamati così i Cartaginesi, perché i fondatori di Cartagine venivano da Tiro.

Invisa: Guardato con antipatia, con avversione.

Sicula: Relativo o appartenente ai Siculi, antica popolazione indoeuropea stanziata in Sicilia intorno al 1000 a. C.

Ara: base di appoggio destinata all’oggetto del sacrificio, era fatta di terra, di legno, di metallo, di pietra, o di lastre o blocchi di marmo con decorazioni in rilievo.

Nembo: Grossa nuvola scura, apportatrice di pioggia violenta

Austro: vento che spira da sud e quindi il sud stesso come punto meridionale.

Etere: Secondo gli antichi, la parte più alta, pura e limpida, dello spazio celeste. Sinonimi: Aria, cielo.

Maroso: onda grossa del mare, cavallone, per indicare il moto ondoso del mare grosso.

Tumido: gonfio, per natura o per cause patologiche.

Biada: Qualunque tipo di cereale usato per l’alimentazione degli animali.

Tergo: dorso, schiena anche di animali.

Immoto: che non si muove, che non da alcun segno di movimento.

Fasti: memoria di imprese gloriose, fatti memorabili.

Munire: fortificare, fornire di opere fortificate e d’armi offensive e difensive.

Lustro: spazio di cinque anni; quinquennio.

Remeggio: l’insieme dei remi e dei rematori.

Screziato: cosparso di colori diversi, variopinto.

Coturno: calzatura usata nell’antichità classica dagli attori.

Frigio: della Frigia, regione storica dell’Asia Minore.

Fallace: che può illudere, ingannare.

Plaga: regione, zona, largo tratto di terra.

Eterea: del cielo, estremamente puro, spirituale.

Nerbo: forza, vigore


PERSONAGGI

Acate: compagno fidato di Enea nel suo viaggio verso l’Italia.

Frigi: Troiani provenienti dalla Frigia, regione dell’Asia Minore.

Reso: comandante troiano.

Pentesilea: regina delle Amazzoni.

Memnone: figlio dell’Aurora e del Titono, re degli Etiopi e nipote di Priamo.

Areadi: ninfe che vivono sulle montagne o nelle valli.

Anteo: giovane nemico di Enea e alleato di Turno nella guerra fra Troiani e Italici.

Sergesto: capo troiano che fugge con Enea dopo la caduta di Troia.

Gia: giovane luogotenente di Enea che, durante i giochi funebri per Anchise, comanda la nave Chimera.

Belo: re di Tiro e padre di Didone.

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ENEIDE RESOCONTO DEI PRIMI SEI LIBRI

ENEIDE RESOCONTO DEI PRIMI SEI LIBRI

ENEIDE RESOCONTO DEI PRIMI SEI LIBRI


RIASSUNTO

Il primo canto dell’Eneide si apre con il tentativo di Enea di raggiungere l’Italia per fondare una nuova patria.Tuttavia Giunone, irata con i Troiani, decide di ostacolare il loro viaggio con l’aiuto del dio dei venti, Eolo che scatena una tempesta. Al termine di questa, i Troiani naufragano sulle coste africane. Intanto Venere, madre di Enea, va da Giove per conoscere le sorti del figlio, e il dio le assicura che quest’ultimo è destinato a fondare Roma. Così la dea scende sulla terra sotto le sembianze di una cacciatrice e, incontrato il figlio, gli consiglia di recarsi da Didone, regina di Cartagine. I compagni di Enea vengono accolti generosamente a corte, ma il comandante è nascosto dietro una nube, che Venere decide di dissolvere solo dopo aver visto la buona disposizione della regina. Ha inizio così il banchetto ed Enea manda il figlio Ascanio a portare le offerte per Didone dalle navi alla reggia. Ma Venere sostituisce il ragazzo con Cupido, e la regina, senza sapere la sua vera identità, lo prende in braccio; in quel momento il dio dell’amore fa in modo che Didone s’innamori del capo troiano.


TEMATICHE
Le tematiche principali del primo libro dell’Eneide sono i sentimenti provati dagli dei che si ritorcono sugli umani: infatti la dea Giunone prova un grande odio verso la stirpe di Enea e, per questo, cerca in ogni modo di ritardare la fondazione della nuova città, chiedendo anche aiuto a Eolo, dio dei venti, per scatenare una tempesta che avrebbe danneggiato le navi troiane.
È Nettuno, dio del mare, che permette ai Troiani di salvarsi, ma solo perché non accetta che qualcuno susciti tempeste marine al di fuori di lui. Invece Venere, preoccupata per il figlio Enea, interroga Zeus per accertarsi del suo futuro e si trasforma in una giovane cacciatrice per portarlo a Cartagine. Inoltre fa innamorare la regina della città, Didone, di Enea, per essere sicura che esso si trovi al sicuro. Quindi l’intero canto parla di come gli dei, per punire (Giunone), proteggere (Venere), per avere qualcosa in cambio (a Eolo viene promessa la ninfa più bella di Giunone) o per motivi personali (Nettuno non vuole che ci siano tempeste che lui non ha creato) decidano cosa far subire agli umani, alcuni curandosi della loro sorte, altri, come il dio del mare, solo per ricordare il loro potere. Ma, al di sopra delle loro volontà, si scorge il fato ineluttabile che porterà i Troiani a fondare una stirpe gloriosa.


Infatti centrale è la profezia di Zeus che il re degli dei recita a Venere per calmare i suoi timori. Parla delle origini di Roma: Enea combatterà contro i popoli del Lazio uscendone vincitore, il figlio Ascanio fonderà la città di Lavinio. Dopo trecento anni la sacerdotessa Ilia partorirà due gemelli, figli di Marte, chiamati Romolo e Remo. Romolo sarà il fondatore di Roma e gli abitanti saranno chiamati Romani dal suo nome. Essi avranno un dominio potentissimo sul mondo e alla fine anche la dea Giunone dovrà accettare questo nuovo popolo. I Romani domineranno anche molte potenti città greche. Inoltre viene citato anche Giulio Cesare, presentato come un grande condottiero che renderà ancora più potente l’impero, che sarà amato sia in terra sia in cielo e che sarà venerato come un dio per la sua fama.

“Risparmia il timore, Citerea: rimangono immoti
per te i fati dei tuoi: vedrai la città e le promesse
mura di Lavinio, porterai sublime alle stelle
del cielo il magnanimo Enea; nessuna intenzione mi muta.
Egli- ti parlerò poiché quest’ansia ti assilla,
e svolgendoli più a lungo aprirò i segreti dei fati-
farà terribile guerra in Italia e batterà popoli
fieri, e porrà costumi e mura alla sua gente,
finché la terza estate lo vedrà regnare nel Lazio,
e saranno trascorsi tre inverni per i Rutuli domati
Ma il piccolo Ascanio, cui ora si aggiunge il nome
di Iulo- Ilo finché la potenza ilia regnò-,
colmerà nel dominio trenta grandi giri
di anni, volgendosi i mesi, e trasferirà il regno dalla sede
di Lavinio, e con grande forza munirà Alba la Lunga.
Qui sarà il regno per trecento anni interi
sotto la gente ettorea, finché la regina sacerdotessa
Ilia, gravida di Marte, partorirà una duplice prole.
Allora, lieto del fulvo manto della lupa nutrice,
Romolo accoglierà la gente e fonderà marziali
mura, e dal suo proprio nome li chiamerà Romani.
Ad essi non pongo limiti né durata di potenza;
ho assegnato dominio infinito. Ed anche l’aspra Giunone,
che ora con il terrore travaglia il mare, la terra e il cielo,
muterà in meglio i propositi, e con me sosterrà
i Romani, signori del mondo, stirpe togata.
Così è stabilito. Verrà un tempo, col volgersi
dei lustri, che la casa di Assaraco ridurrà in schiavitù
la gloriosa Micene, e Ftia, e dominerà sulla vinta Argo.
Nascerà troiano da bella origine Cesare,
che darà per confine all’impero l’Oceano, e alla sua fama
gli astri, Giulio, disceso dal grande nome di Iulo.
Un giorno lo accoglierai sicura in cielo, onusto
delle spoglie d’Oriente; e anch’egli sarà invocato nelle
preghiere. Allora, placate le guerre, si ammansiranno i secoli feroci;
l’antica Fede, e Vesta, Quirino col fratello Remo
daranno leggi; si chiuderanno le funeste porte della Guerra
con stretti serrami di ferro; dentro, l’empio Furore
seduto sulle armi crudeli e avvinto a tergo da cento
nudi di bronzo, ruggirà spaventoso con bocca cruenta.”

Questa profezia verrà poi ripresa e ripresentata molte volte e da personaggi diversi ad Enea nei canti successivi.


LESSICO

Istoriato: adorno di immagini scolpite o dipinte.

Arnia: ricovero artificiale dove vive la colonia di api domestiche.

Neghittoso: negligente nei propri doveri, quindi pigro o ozioso.

Fastigio: la parte più alta, che può essere, per esempio, di un monte, in senso fisico, oppure della gloria, della storia di una persona ecc., in senso figurato. In letteratura è usato nel senso di “coronamento”.

Cardine: nell’antichità classica, due cunei di metallo piantati l’uno su un margine della soglia e l’altro nella faccia inferiore dell’architrave, in linea retta col primo, così da costituire insieme l’asse di rotazione dell’anta.

Pascere: nel suo significato essenziale, significa “mangiare”, detto soprattutto degli animali che pascolano; in senso esteso, diventa “nutrire”, sia metaforicamente (es. pascere la mente di cognizioni utili) sia fisicamente (es. Poi c’ha pasciuti la cicogna i figli, da Dante).

Torma: unità tattica dell’antica cavalleria romana che era composta di trenta cavalieri; in senso esteso, diventa “schiera di combattenti”.

Pelasgi: antica popolazione che sembra aver abitato la Grecia prima dell’arrivo delle stirpi elleniche.

Acanto: erba perenne dei luoghi ombrosi, con grandi foglie a rosetta, fiori in lunga spiga, con corolla bianco-rosea; è anche coltivata come pianta ornamentale. Le foglie d’acanto costituiscono un motivo naturalistico adoperato per decorazioni di cornici e membrature architettoniche, soprattutto del capitello corinzio, del quale sono l’elemento fondamentale e caratteristico.

Imeneo: (dal dio greco Imene, divinità degli sposi) forma della poesia lirica corale degli antichi Greci, consistente nel canto nuziale che si cantava in coro mentre si conduceva la sposa in casa dello sposo. In letteratura, significa “matrimonio”, “nozze”.

Croceo: che ha il colore dello zafferano (es. L’aurora dal croceo velo).

Esule: chi è in esilio, volontario o per condanna.

Memore: Che si ricorda bene di qualcosa.

Insigne: che ha qualche segno o caratteristica per cui si distingue.

Tirii/Tirie: erano chiamati così i Cartaginesi, perché i fondatori di Cartagine venivano da Tiro.

Invisa: Guardato con antipatia, con avversione.

Sicula: Relativo o appartenente ai Siculi, antica popolazione indoeuropea stanziata in Sicilia intorno al 1000 a. C.

Ara: base di appoggio destinata all’oggetto del sacrificio, era fatta di terra, di legno, di metallo, di pietra, o di lastre o blocchi di marmo con decorazioni in rilievo.

Nembo: Grossa nuvola scura, apportatrice di pioggia violenta

Austro: vento che spira da sud e quindi il sud stesso come punto meridionale.

Etere: Secondo gli antichi, la parte più alta, pura e limpida, dello spazio celeste. Sinonimi: Aria, cielo.

Maroso: onda grossa del mare, cavallone, per indicare il moto ondoso del mare grosso.

Tumido: gonfio, per natura o per cause patologiche.

Biada: Qualunque tipo di cereale usato per l’alimentazione degli animali.

Tergo: dorso, schiena anche di animali.

Immoto: che non si muove, che non da alcun segno di movimento.

Fasti: memoria di imprese gloriose, fatti memorabili.

Munire: fortificare, fornire di opere fortificate e d’armi offensive e difensive.

Lustro: spazio di cinque anni; quinquennio.

Remeggio: l’insieme dei remi e dei rematori.

Screziato: cosparso di colori diversi, variopinto.

Coturno: calzatura usata nell’antichità classica dagli attori.

Frigio: della Frigia, regione storica dell’Asia Minore.

Fallace: che può illudere, ingannare.

Plaga: regione, zona, largo tratto di terra.

Eterea: del cielo, estremamente puro, spirituale.

Nerbo: forza, vigore


PERSONAGGI

Acate: compagno fidato di Enea nel suo viaggio verso l’Italia.

Frigi: Troiani provenienti dalla Frigia, regione dell’Asia Minore.

Reso: comandante troiano.

Pentesilea: regina delle Amazzoni.

Memnone: figlio dell’Aurora e del Titono, re degli Etiopi e nipote di Priamo.

Areadi: ninfe che vivono sulle montagne o nelle valli.

Anteo: giovane nemico di Enea e alleato di Turno nella guerra fra Troiani e Italici.

Sergesto: capo troiano che fugge con Enea dopo la caduta di Troia.

Gia: giovane luogotenente di Enea che, durante i giochi funebri per Anchise, comanda la nave Chimera.

Belo: re di Tiro e padre di Didone.

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