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ANALISI DELLE BUCOLICHE DI VIRGILIO

Introduzione


– L’opera è composta di 10 carmi, scritti in esametri;
– Periodo di stesura: 42-39 a.C. (contemporaneamente a guerre civili e confische di terreni);
– Il nome “Bucoliche” deriva dal greco “bukolòs” = “pastore”, ma l’opera è anche detta “Ecloghe”, dal greco “ekleghein” = “selezionare”, ad indicare dunque che essa fosse costituita da “poemetti scelti”;
– E’ un’opera principalmente d’evasione, ispirata agli idilli pastorali di Teocrito, con rimandi tuttavia politici alla situazione travagliata della Roma virgiliana;
– L’ambientazione è una campagna idealizzata (vedi le opere di Teocrito), con riferimenti alla Sicilia, alla Pianura Padana, alla regione montuosa dell’Arcadia, nel Peloponneso;
– Protagonisti dell’opera sono i pastori-poeti, che vivono temi e situazioni riprese, secondo il criterio imitativo romano, da Teocrito ed altri autori greci antichi;
– Le ecloghe dispari (1-3-5-7-9) sono “mimiche”, ovvero in esse prevalgono il discorso diretto ed il dialogo;
– Le ecloghe pari (2-4-6-8-10) sono “narrative”, cioè prive di dialoghi e con un estensivo sviluppo della trama.