STORIA DI PRATO FIRENZE

STORIA DI PRATO FIRENZE

STORIA DI PRATO

scuola tessitura prato probabile anni 30
scuola tessitura prato probabile anni 30

La storia della città di Prato cominciò di fatto nel VI sec. d.C. con l’invasione dei Longobardi, che si stanziarono nella Val di Bisenzio e nella zona di Montemurlo, anche se è certo che la zona fosse già abitata nel paleolitico e in seguito da liguri, da etruschi (VII – V sec. a.C.) e infine dai romani, come testimoniano rispettivamente vari ritrovamenti nella zona di Galceti, le aree archeologiche di Artimino e di Gonfienti e l’antico nome di Pagus Cornius attestato per questi luoghi.

Con il ritrovamento nel 1996 della città di Gonfienti, un’imponente centro urbano del VII – V secolo a.C., si può quindi riscrivere anche la storia di questi luoghi.

Il Borgo al Cornio e il Castello di Prato

Nella seconda metà dell’XI sec. si riunirono a formare la città due nuclei abitativi distinti: il Borgo al Cornio, situato nella zona dell’attuale piazza Duomo, nei pressi del quale doveva già esistere l’antica pieve di Santo Stefano e il castello di Pratum dei Conti Alberti, che sorgeva poco distante e che diede il nome alla città.

Il primo documento nel quale è citato il toponimo Prato (o meglio si parla di un “prato”, termine destinato a divenire toponimo) è una tradizio nuziale secondo la legge longobarda del 1027: vi sono menzionate curtis e casa del conte Ildebrando, poste immediatamente fuori del castellum prati.

I prati erano infatti spesso aree giurisdizionali attribuite ai domini loci, e Ildebrando fu il capostipite del nobile casato degli Alberti signori di Vernio, di Prato e di Capraia.


Storia di Prato nell’Età Comunale

regia carmina Tuttavia una nuova realtà rappresentò un fattore di declino per il potere degli Alberti: infatti si formò un’elite cittadina di mercanti, artigiani, prestatori di denaro, notai e giudici, la quale diede vita, intorno al 1140, ad una forma governativa autonoma: il Comune, affidata a consoli e podestà, eletti in carica per sei mesi.

Tra la fine del XII e l’inizio del XIII sec. furono costruite in successione due cinte murarie a difesa del comune, diventato intanto importante per il commercio della lana.
Nello stesso periodo però Prato fu al centro di accanite lotte di fazione tra guelfi e ghibellini e subì la scomoda e invadente vicinanza di Firenze che ne determinò anche la vita politica e istituzionale.

E’ in questo periodo, esattamente nel 1313, che è databile l’inizio della protezione assicurata alla città da parte del re di Napoli Roberto d’Angiò: Prato infatti non riesce ad essere governata a causa delle fazioni e i cittadini decidono di affidarla al potere di un esterno.

Tuttavia, già nel 1327, viene concessa a Carlo, figlio di Roberto, la signoria perpetua della città, e ciò porterà con se gravi conseguenze.

Nel XIV sec., a seguito di carestie ed epidemie, Prato si ridimensionò notevolmente come popolazione (nel 1348 la città aveva raggiunto la ragguardevole cifra delle 18.000 unità), e le famiglie più abbienti, sopravvissute alla peste del 1348, ebbero la possibilità di costruire ex – novo i palazzi.

Storia di Prato sotto il dominio fiorentino e dei Medici

1351 Prato perde la sua autonomia ed entra a far parte dei domini fiorentini.

Tutto ciò non avviene dopo un evento bellico ma attraverso la concessione dei diritti dinastici da parte degli angioini dietro il pagamento di 17.500 fiorini. E’ questo il periodo di declino, quando l’arte della lana pratese divenne subalterna a quella di Firenze mentre si espandeva l’agricoltura a causa della domanda di prodotti proveniente dalla città vicina.

Statua Francesco DatiniDurante tutto il ’300 si fa avanti la figura di Francesco di Marco Datini, famoso mercante Pratese, che crea dal nulla una serie di scali commerciali in tutta Europa, tuttavia anch’egli è costretto a richiedere la cittadinanza fiorentina per poter allargare i propri commerci: Prato infatti si espande verso destinazioni che non le sono precluse specialmente nei Balcani e nel bacino del Danubio.

Un avvenimento drammatico fu il Sacco di Prato del 1512 compiuto dalle truppe spagnole, accorse per restaurare la spodestata signoria medicea, che doveva servire di monito per la città di Firenze. Questa è ancora oggi una delle pagine più tristi della storia della città: la popolazione, che prima dell’arrivo delle truppe spagnole, era di 12.000 abitanti, viene letteralmente dimezzata e non furono risparmiati neppure donne e bambini.

Storia di Prato Sotto i Lorena: Prato diventa città e si espande nel tessile

Per fortuna la ripresa fu abbastanza sollecita, dovuta ad alcune misure del governo fiorentino e alla laboriosità della popolazione tant’è che, nel 1653, con l’istituzione della diocesi, a Prato viene concesso il titolo di Città, mentre sino ad allora era stata chiamata Terra.

Ma fu nel Settecento, con la politica economica del Granducato di Toscana retto dai Lorena, che cominciarono a delinearsi i presupposti della città moderna, con politiche che facilitarono l’espansione dell’attività tessile pratese. Già nel 1660 il Granduca di Toscana scriveva:
“In Toscana solo due città crescono, Livorno e Prato; tutte le altre dimuiscono”.

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