Spesso il male di vivere ho incontrato Montale

Spesso il male di vivere ho incontrato Montale


-Spesso il male di vivere ho incontrato:
2. era il rivo strozzato che gorgoglia,
3. era l’incartocciarsi della foglia
4. riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigio
6. che schiude la divina Indifferenza:
7. era la statua nella sonnolenza
8. del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.


Parafrasi

Spesso ho incontrato il male di vivere: era il ruscello,il cui corso è stato bloccato, che gorgoglia, era il rinsecchirsi della foglia inaridita, era il cavallo caduto al suolo. Non ho conosciuto il bene all’infuori del miracolo che l’indifferenza divina consente: era la statua nelle ore di torpore pomeridiano, e (era) la nuvola, e (era) il falco nel cielo.

Analisi metrica

La poesia è composta da due quartine di endecasillabi a eccezione dell’ultimo verso che ha quattordici sillabe. Le rime sono incrociate (seguono infatti lo schema ABBA, CDDA).

Analisi del significato

Si può notare un contrasto tra campi semantici: nuvola, falco, alto rimandano a un’ idea di leggerezza, di etereo, mentre cavallo, incartocciarsi della foglia rimandano a un qualcosa legato alla terra. Per illustrare il male di vivere sono proposti esempi concreti. Infatti il poeta utilizza elementi del paesaggio, alcuni legati alla natura, come simboli che da una parte rivelano il male di vivere (il rivo strozzato, la foglia riarsa, il cavallo stramazzato) dall’altra l’indifferenza come rimedio al male (la statua, la nuvola, il falco).

Per divina indifferenza si intende il distacco, l’imperturbabilità, l’atarassia.

Figure retoriche

Spesso il male di vivere ho incontrato = anastrofe che serve per introdurre già al primo verso il soggetto della questione ponendolo in una posizione di rilievo.

Nella prima strofa è presente l’allitterazione della “r”, suono aspro che si trova soprattutto nelle parole che rimandano a immagini che esemplificano il male di vivere (rivo strozzato, riarsa, stramazzato).

 “era il rivo… era l’incartocciarsi..”  = anafora che conferisce alla poesia quasi un andamento ritmico, lento e scandito.

Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981) è stato un poeta e scrittore italiano, premio Nobel per la letteratura nel 1975. Principali raccolte: “ossi di seppia” (1925), “le occasioni” (1939) e “la bufera e altro” (1956).

Questa poesia fa parte della raccolta “Ossi di seppia”.

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