Sonata al chiaro di luna di Beethoven

Sonata al chiaro di luna di Beethoven


La sonata per pianoforte n. 14 denominata dal compositore “Chiaro di luna”, è l’opera 27 n. 2 del catalogo di Ludwig van Beethoven, e venne completata nel 1801. Beethoven dedicò quest’opera alla sua alunna prediletta, la diciannovenne Contessa Giulietta Guicciardi, di cui era stato innamorato.

È una delle più famose composizioni pianistiche di ogni tempo, sebbene Beethoven non la considerasse una delle sue migliori sonate. Questo perché la struttura non rispecchia quella tradizionale di una sonata, che solitamente consta di quattro movimenti: un allegro (spesso in forma sonata), un adagio, un minuetto o uno scherzo e un altro allegro finale. La sonata si apre con un adagio, fatto inusuale per l’epoca per indicarne il suo carattere libero ed originale, tipico del periodo romantico.

Il titolo “Chiaro di luna” non fu invenzione di Beethoven, che difficilmente dava titoli alle proprie opere, ma fu introdotto in età romantica dal compositore tedesco Ludwig Rellstab, perché vedeva nel primo movimento, la descrizione di un idilliaco panorama notturno schiarito dalla luna. Da allora la denominazione fu assunta come nome ufficiale della composizione.

In quest’opera, su un accompagnamento argentino quasi in filigrana, si leva un tema quieto ma deciso; poi incalza con un delicato andamento che s’innalza e ridiscende, per concludere con la stessa atmosfera meditativa nella quale era iniziato, rievocando forse l’atteggiamento di amara dolcezza con cui il compositore sembrava accettare il suo destino.