Solo et pensoso i piu’ diserti campi FIGURE RETORICHE

Solo et pensoso i piu’ diserti campi FIGURE RETORICHE

Solo et pensoso i piu’ diserti campi FIGURE RETORICHE


  • Solo e pensoso i più deserti campi
  • vo mesurando a passi tardi e lenti,
  • e gli occhi porto per fuggire intenti
  • ove vestigio uman l’arena stampi.
  • Solitario e pensieroso i luoghi più abbandonati
  • vado segnando con il mio passo lento e cadenzato
  • e rivolgo lo sguardo, attento ad evitare
  • ogni luogo toccato da orma umana.
  • Altro schermo non trovo che mi scampi
  • dal manifesto accorger de le genti,
  • perché negli atti d’alegrezza spenti
  • di fuor si legge com’io dentro avampi:
  • Altro rifugio non so trovare che mi protegga
  • dall’attenzione ( indiscreta ) della gente;
  • < poiché > nei miei gesti privi di ogni serenità
  • esteriormente si intuisce come io, nell’intimo, arda d’amore:
  • sì ch’io mi credo omai che monti et piagge
  • e fiumi et selve sappian di che tempre
  • sia la mia vita, ch’è celata altrui.
  • cosicché credo ormai che monti, pianure
  • fiumi, boschi conoscano di che tenore
  • è la mia vita, che pure è tenuta segreta agli altri.
  • Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
  • cercar non so ch’Amor non venga sempre
  • ragionando con meco, et io co·llui.
  • Del resto nessun angusto e solitario luogo
  • so trovare, in cui Amore non mi accompagni in ogni istante
  • parlando con me ed io con lui.

METRO: Sonetto con schema di rime ABBA ABBA CDE CDE

In questo sonetto, uno dei più celebri del Canzoniere, compaiono alcuni temi ricorrenti della poesia di Petrarca: la ricerca della solitudine, il contatto con la natura, il pudore dei propri sentimenti.

Il poeta vaga per la campagna in cerca di luoghi deserti perché altrimenti chiunque, osservando la tristezza dei suoi gesti e del suo volto, si accorgerebbe che egli è innamorato. Ma se riesce, in tal modo, a tener nascosto agli uomini il proprio sentimento, questo è così forte e evidente che non può essere celato alla natura; e per quanto selvaggi siano i luoghi in cui il poeta fugge, Amore lo accompagna ovunque e “ragiona” con lui.

Figure retoriche:

Polisindeto con e : (primo e terzo verso) e (nono e decimo); endiade (tardi e lenti)secondo verso ed anche al dodicesimo; enjambements nel primo verso e anche nel decimo ; anastrofe: ottavo verso e decimo verso ; antitesi tra settimo e ottavo verso (spenti-avampi); personificazione di Amore : tredicesimo verso.

  • Polisindeto – …monti et piagge / et fiumi et selve… (vv. 9 e 10) – la serie di congiunzioni accelera il ritmo e suggerisce l’affanno del procedere inquieto del poeta;
  • Climax –monti/selve – piagge/fiumi… (vv. 9 e 10);
  • Antitesi – fuordentro (v. 8) – l’uso nello stesso verso di questi due termini antitetici mette in rilievo il tormentato e passionale mondo interiore del poeta; spentiavampi (vv. 7-8) e più sfumata: schermo / manifesto vv.5-6.
  • Allitterazione  della s e o:  Solo et pensoso i più deserti campi vo mesurando a passi (vv. 1-2); della r e sMa pur sì aspre vie né sì selvagge… (v. 12).
  • Enjambements – vv.1-2, 5-6, 9-10, 10-11, 12-13, 13-14. In particolare l’enjambement ai vv. 9 e 10 contribuisce a rendere il ritmo intermittente, unitamente al polisindeto richiamato sopra (et…et…et).
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