SLA – Sclerosi Laterale Amiotrofica

SLA – Sclerosi Laterale Amiotrofica

SLA – Sclerosi Laterale Amiotrofica


SLA – Sclerosi Laterale Amiotrofica

Generalità

La sclerosi laterale amiotrofica, nota più comunemente con l’acronimo SLA, è una rara malattia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni del sistema nervoso centrale . I malati di SLA perdono gradualmente il controllo di diverse funzioni vitali, come camminare , respirare, deglutire e parlare. L’esito finale è drammatico: prima della morte, il paziente è costretto alla sedia a rotelle, perché paralizzato, e a respirare tramite un supporto per la ventilazione meccanica. Le cause che provocano la SLA non sono ancora del tutto chiare e ciò rende difficile la messa a punto di una terapia appropriata. Infatti, le uniche cure atualmente disponibili riescono, soltanto, ad alleviare i sintomi e a rallentare la progressione della malattia.

Cos’è la sclerosi laterale amiotrofica

La sclerosi laterale amiotrofica, nota anche come SLA, morbo di Gehrig o malattia dei motoneuroni, è una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale. Colpisce alcune particolari cellule nervose, i motoneuroni, che garantiscono funzioni diverse, come:

  • Respirare
  • Camminare
  • Deglutire
  • Parlare
  • Impugnare gli oggetti

Ne deriva una progressiva perdita di controllo delle più importanti attività muscolari . La morte per SLA sopraggiunge, molto spesso, a causa di un’insufficienza respiratoria grave, dopo circa 3-5 anni dall’esordio della malattia.

MOTONEURONI E SLA

I motoneuroni, o neuroni motori, sono cellule che hanno origine nel sistema nervoso centrale (encefalo e midollo spinale); servono a condurre i segnali nervosi che controllano direttamente o indirettamente i muscoli e il movimento dei muscoli. Infatti, con i loro prolungamenti (gli assoni ), i motoneuroni raggiungono le zone periferiche del corpo. Esistono motoneuroni somatici, che innervano direttamente i muscoli scheletrici , e motoneuroni viscerali, che innervano indirettamente le ghiandole, il cuore e i muscoli lisci . I motoneuroni degli individui affetti da SLA subiscono un danno, che, in modo graduale, diventa sempre più esteso, debilitante e, alla fine, mortale.

Figura: la SLA è detta anche malattia dei motoneuroni, poiché colpisce appunto i motoneuroni del sistema nervoso centrale. I motoneuroni del midollo spinale risiedono a livello delle corna ventrali; mentre, quelli dell’encefalo si trovano a livello della corteccia cerebrale. Non presenti in figura, ma ugualmente colpiti dalla SLA, sono i motoneuroni del bulbo o midollo allungato, cioè una delle tre parti che costituiscono il tronco encefalico .

EPIDEMIOLOGIA

La SLA è considerata una delle malattie neurodegenerative (cioè degenerative del sistema nervoso, in questo caso centrale) più comuni al mondo, anche se assai meno frequente del morbo di parkinson e dell’ alzheimer . Essa, infatti, colpisce senza distinzione tutte le etnie Annualmente, si ammalano di sclerosi laterale amiotrofica 1-2 persone ogni 100.000: i soggetti colpiti sono, di solito, individui di sesso maschile, nella fascia di età compresa tra i 40 e i 60 anni. In Italia, la SLA è collegata al mondo dello sport, in particolare a quello del calcio : essa, infatti, ha causato la tragica morte di diversi calciatori famosi, come Stefano Borgonovo e Gianluca Signorini.

Cause di sclerosi laterale amiotrofica

Come si è detto, la sclerosi laterale amiotrofica insorge a causa di un progressivo deterioramento (o atrofizzazione) dei motoneuroni, che si conclude con la loro morte. Ma cosa determina questa graduale neurodegenerazione? Al momento, i ricercatori non hanno una risposta precisa a questa domanda: infatti, sebbene una frazione di casi (5-10%) abbia sicuramente origine familiare, pare che nella maggior parte dei pazienti con SLA la malattia sia frutto di una combinazione di più cause.

POSSIBILI CAUSE SCATENANTI

Di seguito, sono riportate le anomalie ritenute responsabili della SLA. Dagli studi condotti in merito, sembra che queste non agiscano singolarmente, ma in associazione. Tuttavia, non è ancora chiaro se vi sia un meccanismo più importante di altri o se esista una sorta di legame consequenziale.

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  • Squilibrio dei livelli di glutammato. Il glutammato è un neurotrasmettitore chimico. Secondo alcuni studi, pare che i livelli di glutammato misurati nel liquido cefalorachidiano dei pazienti con SLA siano superiori al normale. Ciò avrebbe un effetto tossico sulle cellule del sistema nervoso.
  • Formazione di aggregati proteici. I motoneuroni di molti pazienti con SLA presentano degli aggregati insoliti di proteine ; tali proteine danneggiano progressivamente le cellule nervose.
  • Accumulo di rifiuti tossici, dentro la cellula . Le cellule producono normalmente rifiuti tossici, ma questi, altrettanto normalmente, vengono eliminati da dei sistemi di protezione, come gli antiossidanti . Nei motoneuroni di chi soffre di SLA, gli antiossidanti sono a livelli ridotti e poco efficienti, pertanto la tossicità dei rifiuti è deleteria per la vita delle cellule.
  • Disfunzione dei mitocondri . I mitocondri svolgono un ruolo vitale all’interno del cosiddetto metabolismo energetico . Nei malati di SLA, i mitocondri non lavorano più in modo adeguato.
  • Mancanza di nutrienti. Nelle persone normali, le cellule del sistema nervoso si alimentano dei cosiddetti fattori di crescita neurotrofici. Nelle persone con sclerosi laterale amiotrofica si è riscontrata la mancanza di questi nutrienti essenziali , pertanto i neuroni sono destinati a degenerare gradualmente.
  • Disfunzione delle cellule della glia. Le cellule della glia appartengono al sistema nervoso e si occupano, principalmente, di fornire supporto e stabilità ai motoneuroni e non solo. Alcuni malati di SLA hanno manifestato un malfunzionamento delle cellule della glia.

SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA EREDITARIA

Nel corso dei lunghi studi effettuati sulla SLA, i ricercatori hanno notato che in alcune famiglie la malattia era ricorrente, trasmessa di generazione in generazione. Ciò ha indotto a ipotizzare che, per qualcuno, la causa scatenante fosse una mutazione genetica ereditaria. In effetti, le ricerche successive hanno confermato tale ipotesi e hanno portato alla luce diversi geni responsabili: i principali sono SOD1, situato sul cromosoma 21, e C9orf72, localizzato sul cromosoma 9. Il gene C9orf72 è all’origine di un’altra patologia, la demenza frontotemporale, la quale caratterizza molte forme familiari di SLA.

Cos’è una mutazione genetica?

Una mutazione genetica è un errore presente all’interno del DNA, precisamente in un tratto che forma un gene. I geni hanno un ruolo biologico fondamentale: da essi, derivano le proteine, ovvero delle molecole biologiche essenziali per la vita. Nei geni, vi è “scritto” parte di ciò che siamo e che diventeremo.

I FATTORI DI RISCHIO

Attualmente, gli studi scientifici non riguardano solo le cause sopraccitate, ma anche alcuni fattori ambientali di rischio, che pare abbiano un ruolo nell’insorgenza della SLA. Tali fattori sono:

  • Fumo di sigaretta . Sembra aumenti di quasi il doppio le probabilità di ammalarsi di SLA.
  • Esposizione al piombo . Coloro che, per motivi di lavoro, sono esposti al piombo, pare siano più esposti alla sclerosi laterale amiotrofica.
  • Servizio militare. Secondo alcune recenti ricerche americane, le intense esercitazioni militari e il contatto con determinati metalli e sostanze chimiche usate per gli armamenti, esporrebbero alla SLA.

Sintomi, segni e complicazioni

I sintomi e i segni della SLA compaiono e si diffondono in modo graduale su tutto il corpo, peggiorando nel corso del tempo. La loro massima manifestazione si ha dopo diverse settimane, se non mesi. All’inizio, sono interessati i piedi, le mani e gli arti (superiori e inferiori); poi, i disturbi si estendono ai muscoli , che si indeboliscono, alla capacità di deglutizione , alle funzioni respiratorie e al linguaggio. La classica sintomatologia della SLA consiste in:

  • Difficoltà nel camminare
  • Senso di debolezza alle gambe
  • Senso di cedevolezza ai piedi e alle anche
  • Senso di debolezza alle spalle e cedevolezza delle braccia
  • Tremori alle braccia
  • Incapacità di presa con le mani
  • Linguaggio biascicato ( disartria ) e fatica a deglutire ( disfagia )
  • Crampi muscolari ricorrenti
  • Difficoltà a mantenere la testa alta
  • Difficoltà a mantenere una corretta postura

STADI DELLA MALATTIA

La SLA è caratterizzata da tre stadi sintomatologici:

  • Iniziale
  • Avanzato
  • Finale

Stadio iniziale : la maggior parte dei pazienti, pur non provando dolore , ha difficoltà ad alzare le braccia sopra la testa, fatica a tenere in mano gli oggetti e mostra la tendenza a inciampare. È, invece, assai raro che compaiano, in questo momento, disartria e disturbi respiratori.

Stadio avanzato : la situazione comincia ad arricchirsi di segni patologici e ad aggravarsi in modo evidente: i muscoli cominciano a indebolirsi per l’inutilizzo forzato, inizia il dolore articolare, si sbava a causa della mancata deglutizione (disfagia), si è soggetti a continui sbadigli (pur non essendo stanchi), si soffre di improvvisi cambi d’umore, le capacità di respiro si riducono enormemente e insorgono le prime difficoltà di linguaggio (disartria).

Figura: un motoneurone sano a confronto con un motoneurone affetto da SLA. Si può notare come il motoneurone malato sia degenerato e come tutto ciò provochi un’atrofizzazione del muscolo innervato.

Stadio finale : è lo stadio in cui insorgono tutte le complicazioni più gravi della SLA. I pazienti sono paralizzati e costretti alla sedia a rotelle, non respirano più autonomamente (necessitano, infatti, della ventilazione meccanica), non sono più in grado di parlare, devono essere alimentati via tubo (gastrostomia) e, in alcuni casi, soffrono di demenza frontotemporale (una malattia del comportamento e del linguaggio).

QUALI PARTI DEL CORPO NON VENGONO COLPITE DALLA SLA?

I pazienti con la SLA, solitamente, mantengono intatte le proprie capacità mentali e di pensiero: essi, infatti, sono lucidi, coscienti, sanno cosa gli sta capitando e, molto spesso, comunicano con familiari e amici mediante un computer. Accanto a questo aspetto, inoltre, è altrettanto raro che il malato perda il controllo della vescica , dei muscoli lisci intestinali e di quelli oculari.

Diagnosi

La SLA, specie allo stadio iniziale, è difficilmente diagnosticabile, in quanto assomiglia, per sintomatologia, ad altre patologie del sistema nervoso o che riguardano i muscoli. Come ci si accorge allora della malattia? Una diagnosi corretta di sclerosi laterale amiotrofica richiede, prima di tutto, un esame fisico accurato e, successivamente, i seguenti controlli:

Questi test sono in parte mirati a valutare l’attività nervosa dei motoneuroni e, in parte, finalizzati alla cosiddetta diagnosi differenziale, ovvero all’esclusione di tutte quelle malattie con sintomi simili a quella indagata.

Principali patologie somiglianti alla SLA:

ELETTROMIOGRAFIA

L’elettromiografia (EMG) serve a valutare l’attività dei motoneuroni e la contrazione muscolare da essi innescata. Il principio su cui si basa questo esame elettrico è alquanto complicato. Basti sapere che si fa uso di elettrodi di superficie (applicati sulla pelle ), in grado di misurare l’entità del segnale nervoso.

VELOCIT DI CONDUZIONE NERVOSA

Il test sulla velocità di conduzione nervosa (NCV) misura quanto tempo impiegano i motoneuroni a comunicare con i muscoli. In altre parole, misura quanto velocemente viaggiano i segnali nervosi che attraversano i motoneuroni. La strumentazione usata assomiglia a quella dell’EMG.

PUNTURA LOMBARE

La puntura lombare consiste nel prelievo di liquor (o liquido cefalorachidiano) mediante l’introduzione di un ago tra le vertebre L3-L4 o L4-L5; successivamente il campione viene sottoposto ad analisi di laboratorio. Si svolge nei casi dubbi di SLA, per sincerarsi che i sintomi non siano dovuti a una malattia infiammatoria del sistema nervoso (per esempio, la sclerosi multipla). È una procedura lievemente invasiva. Pertanto, richiede le dovute attenzioni al momento dell’esecuzione.

ESAMI RADIOLOGICI

La SLA potrebbe essere confusa per un tumore del sistema nervoso centrale (encefalo e midollo spinale) oppure per un’ernia del disco. TAC e RMN fugano ogni dubbio in merito, in quanto anomalie come quelle appena citate, se presenti, sono facilmente evidenziabili. La TAC, a differenza della risonanza magnetica nucleare , prevede l’esposizione del paziente a radiazioni ionizzanti .

BIOPSIA MUSCOLARE

Come la puntura lombare e gli esami radiologici, anche la biopsia muscolare viene effettuata per escludere determinate patologie, simili alla SLA. La biopsia si esegue prelevando e analizzando in laboratorio un piccolo campione di tessuto muscolare . Dato che la SLA è una malattia del sistema nervoso centrale e non propriamente dei muscoli, le cellule del tessuto muscolare non presentano anomalie caratteristiche.

Terapia

La SLA, attualmente, è una malattia incurabile. Le uniche cure disponibili servono soltanto a rallentare la progressione dei sintomi e a ritardare la comparsa delle complicanze; in altre parole, migliorano, per quanto possibile, la qualità della vita dei pazienti, ma non guariscono dalla malattia, che prima o poi ha esito mortale.

CURE FARMACOLOGICHE

L’unico farmaco attualmente approvato dalla FDA (Food and Drug Administration), per la cura della SLA, è il riluzolo . Questo medicinale sembrerebbe rallentare la progressione della malattia, preservando i motoneuroni dagli effetti deleteri del glutammato in eccesso. I benefici del trattamento variano da paziente a paziente: alcuni malati rispondono molto bene alla terapia, allungando di diversi mesi la propria esistenza; altri, invece, sono meno ricettivi e i miglioramenti sono appena percettibili. Il riluzolo può provocare diversi effetti collaterali. Nei casi meno gravi, si possono osservare: nausea, vertigini , senso di stanchezza e disturbi gastrointestinali; nei casi più gravi (eventualità rara), possono svilupparsi dei gravi danni al fegato.

Effetti collaterali del riluzolo:

  • Nausea
  • Debolezza
  • Funzione polmonare ridotta
  • Vertigini
  • Disturbi gastrointestinali
  • Neutropenia
  • Danni epatici

CURA DEI SINTOMI

I malati di SLA, col trascorrere del tempo, diventano sempre meno indipendenti e sempre più bisognosi di supporti per la respirazione , per l’alimentazione, per spostarsi da un luogo all’altro, per comunicare ecc.

Nel corso degli ultimi anni, la tecnologia, medica e non solo, ha permesso di allungare la vita dei pazienti con sclerosi laterale amiotrofica e di migliorarne la qualità.

  • La ventilazione meccanica. Il paziente è collegato, tramite un tubo, a uno strumento, che gli consente di respirare. Il collegamento si effettua dopo un intervento di tracheostomia , in cui si pratica un foro nella parte davanti del collo del malato e vi si infila dentro il tubo per la respirazione.
  • La fisioterapia. Per rallentare l’instaurarsi della paralisi e per favorire il benessere cardiocircolatorio, è molto utile stimolare il paziente a muoversi (per quanto gli è possibile e con i supporti più adatti) e a praticare degli esercizi di allungamento muscolare .
  • La terapia occupazionale. Si esplica in vari modi: si va dall’adattare l’ambiente domestico in base alle esigenze del malato, al facilitarne l’inserimento in un contesto sociale. I benefici sono innumerevoli, in quanto un paziente che non si senta un peso per i familiari e che ritenga di avere ancora un ruolo all’interno di un gruppo (famiglia o amici che siano), vive meglio e più a lungo del previsto.
  • La terapia del linguaggio. Quando la SLA è ancora agli esordi, esistono diversi rimedi specialistici che permettono al paziente di farsi capire e comunicare ancora in modo chiaro.

    Figura: la gastrostomia. Il chirurgo infila, attraverso l’addome e fino allo stomaco, un tubo sottile per l’alimentazione. È compito del nutrizionista stabilire la qualità e la quantità di cibo da somministrare, allo scopo di garantire il giusto apporto calorico.

    Al contrario, negli stadi più avanzati, quando le capacità di linguaggio si sono ormai perse del tutto, è molto utile affidarsi alla tecnologia: oggigiorno, è possibile far uso di computer e tablet per la comunicazione. Poter comunicare con familiari e amici concorre al benessere del malato.

  • L’alimentazione artificiale (o via tubo). È possibile dopo l’intervento chirurgico di gastrostomia, in cui si infila un tubo direttamente nello stomaco del paziente, per nutrirlo. L’alimentazione artificiale è doverosa, in quanto il malato di SLA fatica a masticare e a ingerire i cibi, rischiando il soffocamento.
  • La psicoterapia. I malati di SLA sono persone lucide, che si rendono conto di ciò che gli sta succedendo. Questo potrebbe provocare un forte senso di sconforto e depressione . Un valido supporto psicologico, coadiuvato da quello dei familiari, può sostenere il paziente nei momenti più difficili.

PERCHɉ È DIFFICILE TROVARE UNA CURA?

Il fatto di non conoscere ancora quali siano le vere cause della SLA incide, e non poco, sulle possibilità di cura. Infatti, se i ricercatori sapessero qual è l’origine precisa del disturbo neurodegenerativo, potrebbero focalizzare i propri sforzi e i propri studi in una direzione precisa. Purtroppo, però, questo non è ancora possibile.

Figura: Stefano Borgonovo, un ex calciatore italiano di Serie A, colpito dalla SLA nel 2008 e morto per la stessa nel 2013.

Prognosi

La prognosi, per i malati di SLA, non è mai positiva La morte sopraggiunge, di solito, dopo 3-5 anni dall’esordio dei sintomi, a causa di un’insufficienza respiratoria. La qualità della vita è, come si è visto, fortemente condizionata dai sintomi della malattia; i benefici che si ottengono con le poche cure disponibili sono limitati e dipendono, in buona parte, dalla vicinanza dei familiari e degli amici. I pazienti che meglio rispondono ai trattamenti e che affrontano con determinazione la loro situazione, possono convivere con la SLA anche per 10 anni, ma è molto raro.

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