SINTESI LE RIVOLUZIONI TRA IL 1830 E IL 1848

SINTESI LE RIVOLUZIONI TRA IL 1830 E IL 1848


 Tra il 1830 e il 1831 una nuova ondata rivoluzionaria colpì l’ Europa centrale e occidentale; tre furono tre cause fondamentali:

  • una crisi economica, causata da un a serie di cattivi raccolti aveva fatto aumentare i prezzi e aveva provocato molti disoccupati e miseria crescente;
  • vi era una grossa aspirazione alla libertà negli Stati dominati dagli stranieri (come per esempio italiani e polacchi dominati da Austria e Russia);
  • si crearono contrasti sociali tra la vecchia nobiltà ( classe dirigente ) e la nuova classe della borghesia.

In Francia nel 25 luglio 1830 salì al trono Carlo X deciso a restaurare il potere dei nobili. Abolì la libertà di stampa, sciolse la Camera dei deputati e ridusse la libertà di voto. Sì parlava di un ritorno al regime assolutista. Due giorni dopo Parigi insorgeva e così scesero in piazza gruppi diversi a combattere. La sommossa vinse e Carlo X fuggì all’ estero, gli successe  Luigi Filippo.  La BORGHESIA divenne classe dirigente.

Il Regno dei Paesi Bassi comprendeva Olanda e Belgio, che il 25 agosto 1830, insorse con l’appoggio francese con successo. Nel 1831 Belgio e Olanda divennero Stati indipendenti.

Anche la Polonia cercò la rivolta sperando nell’ aiuto delle truppe francesi, ma non fu così. Nel 1831 le truppe russe distrussero ogni speranza.

La Russia continuava a reggersi su due “pilastri”: l’ autocrazia cioè il dominio incontrastato di un solo uomo, lo zar, e la servitù della gleba cioè che i contadini avevano l’obbligo vivere per sempre sul campo in cui lavoravano.

Intanto in Inghilterra venivano create nuove leggi sociali importanti: fu abolita la schiavitù, fu fissato il limite di 8 ore di lavoro per i bambini, si creò un’assistenza pubblica per i più poveri e fu vietato il lavoro in miniera per donne e bambini, vennero stabiliti anche sussidi in denaro alle famiglie più bisognose, stipendi per i parlamentari e il diritto di voto per i cittadini maschi. 

Tra il 1839 e il 1842 fu combattuta in Cina la “guerra dell’ oppio”.

L’ Italia era divisa ancora in Stati regionali ed era ferma ad una agricoltura povera: il settore agricolo era poco produttivo e l’ industria era poco sviluppata: la più importante era quella tessile. Il tasso di analfabetismo era molto elevato (più del 80%).

Giuseppe Mazzini  tentò di diffondere l’aspirazione alla libertà.

Nel 1832 si iscrisse alla Carboneria e nel 1831 a Marsiglia fondò la Giovane Italia, un’associazione che capovolse le regole delle società segrete, non si basava sulla segretezza ma puntava alla diffusione massima delle idee, in modo da coinvolgere il più possibile il popolo: voleva l’ indipendenza, l’unità, ma anche la Repubblica democratica.

Nel 1833 in Piemonte furono ammazzati 12 mazziniani, aveva partecipato alla rivolta anche Garibaldi. Garibaldi fuggì in Sud America e Mazzini in Svizzera dove creò la Giovane Europa.

Mazzini, condannato a morte, si rifugiò in Inghilterra dove attraversò la  “tempesta del dubbio”. Era angosciato al pensiero di aver sacrificato molti suoi compagni per niente, ma poi si convinse ancora di più che l’ Italia doveva essere unificata.

Quel susseguirsi di sconfitte portò alcuni a pensare che bisognava seguire una linea moderata: proporre riforme graduali per cambiare il panorama politico italiano. Vincenzo Gioberti e Cesare Balbo proponevano una CONFEDERAZIONE DI STATI ITALIANI (per Gioberti sotto la guida del PAPA,  per Balbo sotto il controllo dei SAVOIA).

Intorno al 1848 in alcuni Stati italiani vennero create delle Costituzioni tra cui lo  Statuto Albertino, che restò in vigore fino al 1948.