Sennuccio mio benché doglioso et solo
PETRARCA
Sennuccio mio, benché doglioso et solo
m’abbi lasciato, i’ pur mi riconforto,
perché del corpo ov’eri preso et morto
alteramente se’ levato a volo. 4
Or vedi inseme l’un et l’altro polo,
le stelle vaghe et lor vïaggio torto,
et vedi il veder nostro quanto è corto,
onde col tuo gioir tempro ’l mio duolo. 8
Ma ben ti prego che ’n la terza spera
Guitton saluti, et messer Cino, et Dante,
Franceschin nostro, et tutta quella schiera. 11
A la mia donna puoi ben dire in quante
lagrime io vivo; et son fatt’una fera,
membrando il suo bel viso et l’opre sante. 14
Parafrasi.
Sennuccio mio, benché tu m’abbia lasciato addolorato e solo, mi consolo tuttavia perché dal corpo, nel quale eri come prigioniero e morto alla vera vita, sdegnosamente sei volato via.
Ora vedi insieme entrambi gli emisferi celesti, i pianeti erranti e il loro percorso inclinato sull’equatore, e verifichi quanto è limitato il nostro vedere terreno, così che con il pensiero del tuo gioire attenuo il mio dolore.
E ti prego caldamente che nel terzo cielo saluti Guittone, messer Cino da Pistoia e Dante, il nostro amico Franceschino degli Albizzi e tutti i poeti d’amore che vi si trovano.
Alla signora del mio cuore puoi raccontare dettagliatamente come vivo piangendo; e come sono diventato solitario come una bestia selvatica, mentre ricordo il suo bel viso e il suo santo operare.
Analisi et commento:
Nelle due quartine troviamo gli argomenti topici della consolatoria in morte: dolore per la morte dell’amico, temperato dal saper che è felice in cielo: col tuo gioir tempro ’l mio duolo. Le ragioni della felicità di Sennuccio sono la liberazione dal carcere del corpo (v. 3) e l’allargamento della sua possibilità di conoscenza (vv. 5-7).
Più interessanti sono le terzine: nella seconda incarica l’amico di salutare Laura e di dirle dello stato di dolore inconsolabile nel quale il suo amante vive dopo la sua morte. Sennuccio la potrà vedere nella terza spera (v. 9): come per Dante nella Divina Commedia, è il cielo di Venere dove stanno coloro che nella loro vita sono stati dominati dall’amore. Lì Sennuccio troverà altri poeti d’amore: in quanto tali, sono ricordati anche nel Trionfo d’Amore, insieme a Guido Guinizzelli e Guido Cavalcanti, Onesto da Bologna e i poeti siciliani; questi, che furono i primi cronologicamente, ora appaiono i più rozzi (e stanno per ultimi in una graduatoria d’eccellenza).