SCUOLA MEDIA RICERCA CIVILTA’ MICENEA
SCUOLA MEDIA RICERCA CIVILTA’ MICENEA
POSIZIONE GEOGRAFICA
I Micenei si svilupparono nel Peloponneso in Grecia 2000 anni a.C. e si espansero per tutto l’Egeo.
Nella Grecia continentale il territorio è montuoso. Lungo il corso dei maggiori fiumi si aprono pianure separate tra loro da montagne. Anche le isole sono piccole e poco adatte all’ agricoltura.
Il clima si presenta con inverni brevi al sud e rigidi al nord; in estate invece il clima si presenta caldo e secco, con scarse precipitazioni.
Nella Grecia crescono viti,olivi,fichi in pianura, frumento orzo e mandorli. Le condizioni ambientali greche, con la scarsità di terre coltivabili, generarono nell’antichità un alto tasso di conflittualità tra le popolazioni autoctone (tra le quali i Pelasgi), mentre l’eccessiva concentrazione demografica nelle poche zone coltivabili provocò vasti fenomeni migratori.
La situazione orografica creò infine un ostacolo al commercio tradizionale, determinando lo spostamento via mare dei flussi economici.
PERIODO STORICO
La civiltà micenea era suddivisa in tre periodi:
– Miceneo antico 1600a.C.-1500a.C.
– Miceneo medio 1500a.C.-1400a.C.
– Miceneo tardo 1400a.C.-1100a.C
AVVENIMENTI
-1600 a.C. Occupano il Peloponneso e le isole greche
-1400 a.C. Espansione verso Creta, l’Egeo, il Peloponneso, l’Asia minore
-1200/1100 a.C. Decadenza, invasione da parte dei Dori o popoli del mare
Fra le città degli Achei,Micene fu la più potente.
Dopo il 1600 a.C. sorse qui un imponente palazzo. Della stessa epoca è la necropoli reale dove, nelle cosiddette tombe dei principi, sono stati trovati ricchissimi corredi d’oro (maschere funerarie,gioielli,armi,oggetti).
Nel 1400 a.C. fu indebolita da una catastrofe, forse naturale. Gli studiosi ritenevano che questa catastrofe fosse avvenuta a causa delle eruzioni del vulcano Santorini, che scatenarono un potente maremoto, che distrusse anche la flotta cretese.
I Micenei approfittarono di questa sciagura e dopo molte spedizioni conquistarono Creta e fu cosí che inizió l’epoca d’oro dei Micenei. Conquistata Creta, ne proseguirono l’attività commerciale. Con la loro potenza militare e navale presero il controllo dei traffici marini nel Meditterraneo orientale e nel mar Egeo.
Intorno al 1230 a.C. una spedizione militare di Achei conquistò e distrusse Troia, una potente città posta in vicinanza dello stretto dei Dardanelli, che controllava i commerci verso il mar Nero.
Poco dopo (circa nel 1200 a.C.) della civiltà micenea scomparve quasi ogni traccia, forse a causa dell’invasione dei Dori. Delle imprese degli Achei e della guerra di Troia ci è pervenuta l’eco nell’affascinante racconto poetico costituito dai poemi omerici, l’Iliade e l’Odissea, composti nei secoli successivi.
L’archeologo tedesco Heinrich Schliemann fece molte scoperte sul mondo miceneo e scoprì anche che buona parte dei miti omerici sulla guerra di Troia era realtá.
ORGANIZZAZIONE POLITICA
Il “Wanax”. il re, e il “lavagetas”, il capo dei lavoratori, possedevano tutti i terreni.
L’aristrocrazia e i cittadini non schiavi possedevano una parte dei terreni, che venivano lavorati dagli schiavi.
Il re non aveva il potere assoluto; quando doveva prendere delle decisioni, si doveva convocare una assemblea dove si sedevano in un cerchio il re, gli anziani e i ricchi nobili.
Chi stava parlando aveva una stecca in mano, che lo rendeva sacro fino alla fine del suo discorso.
Gli altri si sedevano intorno e potevano dare assenso o dissenso con delle grida.
ORGANIZZAZIONE SOCIALE
Le città principali erano Micene, Tirinto, Orcomeno, Argo.Nelle città dellArgolide il nucleo è sempre il palazzo. Il palazzo sorge sempre su un’altura e le città sono cinte da bellissime mura, formate da enormi blocchi di calcare.
La societá era cosí organizzata: al vertice c’erano il re ed il capo militare, seguiti dall’aristocrazia (i guerrieri fedeli in guerra) e il resto era costituito dai contadini, artigiani e schiavi. A comandare erano i guerrieri e non i mercanti. I palazzi del re e dei guerrieri erano nel centro della cittá, erano fortificati ed erano il centro di difesa in caso di aggressione.
ECONOMIA
L’attività principale dei Micenei era l’agricoltura. Producevano olio, profumi, vino e il grano, cui si dedicavano i membri del damos, i quali svolgevano attività specialistiche.
Poi c’era l’allevamento, prevalentemente ovino.Una parte della popolazione si dedicava all’attività artigianale, nel settore della ceramica, e infine alla metallurgia, cioè alla lavorazione di metalli. C’era una èlite di proprietari terrieri che gestivano e controllavano la produzione agricola, attraverso una burocrazia capillare.
RELIGIONE
Poco o niente è possibile dire sulle credenze religiose micenei. Degli dei è nota unicamente una serie di nomi, somiglianti a quelli greci di quattro secoli dopo; sconosciute sono invece le caratteristiche associate alle singole divinità.La religione era politeista, cioè credevano in molti dei.
Questi dei avevano gli stessi sentimenti, vizi e virtù degli uomini. Si hanno notizie più precise sul rapporto tra la religione e il potere politico.
Il wanax è sia re che capo religioso; infatti dirigeva le offerte e i riti. La figura del re è vista come intermediario tra il mondo umano e quello degli dei, di cui è in grado di impetrare la benevolenza.
ALIMENTAZIONE
Mangiavano carni rosse, cacciagione e pesce, accompagnati da diverse varietà di vino, birra e idromele.
La loro dieta era basata su legumi, cereali, carne e olio.
I Micenei facevano largo uso di spezie.
ABBIGLIAMENTO
L’abbigliamento delle donne aristocratiche dì età arcaica consisteva in una tunica ricamata e stretta in vita, sagomata sul corpo ai fianchi e tenuta assieme da ganci.La gonna, a volte in tessuto operato con disegni geometrici, giungeva fino alla caviglia e presentava uno spacco sul lato sinistro. L’abito poteva arrivare alla caviglia e avere uno strascico dietro. Sopra la parte apribile della gonna, vi era un’alta cintura pettorale, che nascondeva la chiusura dell’abito e sorreggeva il seno, coperto da un giubbotto a bolero senza maniche, più lungo sui fianchi.
L’abbigliamento maschile era costituito da una semplice tunica, fino al V° secolo lunga fino ai piedi, che fin ai tempi omerici venne considerata la veste per eccellenza degli uomini greci.
ARTE
La civiltà minoica influenzò molto l’arte micenea; lo testimoniano le dimensioni monumentali delle strutture architettoniche dei palazzi e delle tombe regali a thòlos (circolari).Pregevoli furono le produzioni artigianali, specialmente quelle legate all’attività bellica (come armi e maschere funerarie) oltre che alle esigenze della vita quotidiana (come i vari manufatti in ceramica).Heinrich Schliemann(1822-90) fu un commerciante tedesco che,divenuto enormemente ricco,si dedicòall’ archeologia. Impiegando larghissimi mezzi nelle sue campagne di scavo,riuscì a localizzare e a ritrovare i resti di città achee, fra le quali Micene. Utilizzando le informazioni fornitegli dall’Iliade,andò alla ricerca di Troia e portò alla luce resti di edifici,oggetti e tesori che appartennero a quella città, anche se,forse, in epoche diverse da quella ricordata dal poema omerico. Immagine famosissima è la scultura che sovrasta le imponenti mura del palazzo di Micene, sotto la porta “dei leoni”.Famosa è anche la maschera funeraria attribuita da Schliemann ad Agamennone, re di Micene e comandante supremo della spedizione contro Troia. In realtà la maschera precede di almeno tre secoli l’epoca della guerra di Troia e lo stesso si può dire di tutti i corredi funebri ritrovati nella necropoli di Micene. Il nome “Tesoro di Atreo” (leggendario padre di Agamennone) che Schliemann dette agli oggetti d’oro qui ritrovati, è quindi del tutto fantasioso. Così pure è fantasioso il nome di “Tesoro di Priamo” (il re della Troia omerica) con cui furono indicati gli oggetti in oro trovati negli scavi eseguiti da Schliemann a Troia.
SCRITTURA
Il livello di sviluppo raggiunto dai Micenei è testimoniato anche dai loro testi scritti.La scrittura micenea, il lineare B, è attestata da circa 4700 documenti, nella maggior parte su tavolette di argilla cruda di piccole dimensioni, rinvenuti nei palazzi di Cnosso, Micene e Tirinto, in quantità consistenti a Pilo e in qualche esemplare anche a Tebe.Nell’ambito dell’amministrazione palaziale,la scrittura era uno strumento fondamentale, necessario per registrare, contabilizzare e, in definitiva, esercitare il controllo sull’intero sistema sociale, economico, militare, religioso.I testi micenei giunti fino a noi sono documenti della cancelleria reale, che contengono elenchi dei tributi versati al wanax, delle prestazioni lavorative, dei sacrifici.Risulta totalmente assente una letteratura scritta. Il lineare B era una scrittura sillabica, composta da 87 segni. Grazie alla sua decodificazione, per opera di due studiosi inglesi, Michael Ventris e John Chadwick nel 1952, è stato possibile accertare che la lingua micenea era protogreca.
SCUOLA MEDIA RICERCA CIVILTA’ MICENEA
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