SAN MARTINO DEL CARSO ANALISI

SAN MARTINO DEL CARSO ANALISI

SAN MARTINO DEL CARSO ANALISI


In questa poesia ,si evidenzia tutta la concezione di Ungaretti nei confronti della poesia e dell’umanità.Infatti,l’intero componimento si basa sulla metafora cuore-città che il poeta ricostruisce nel corso dei brevi e coincisi versi.La lirica è costituita ,pertanto, da quattro strofe che si ricollegano tra loro tramite dei parallelismi e delle anafore ben evidenti all’interno dei versi. Nelle prime due strofe viene presentato questo paesino :San Martino del Carso del quale non restano altro che mura consunte,sgretolate,brandelli di muro.E questa suggestiva metafora rimanda proprio all’idea dei corpi mutilati dei soldati,dei loro volti esanimi e privi di vita.Idea che viene immediatamente ripresa nella terzina suggestiva dove riprendendo la stessa struttura sintattica (complemento partitivo-verbo-soggetto),si passa all’immagine dei compagni morti di Ungaretti,che non continueranno mai più la loro corrispondenza con lui.A questo punto,infatti,si fa riferimento alla triste immagine dei soldati ,che per mantenere i contatti con i loro familiari e con le donne da loro amate,scrivevano moltissime lettere,che molto spesso non venivano mai ricevute; queste lettere rappresentavano ,dunque, l’unico simbolo di speranza per i familiari dei militari,che le attendevano con ansia ,sulle quali versavano lacrime di gioia e di amaro dolore per il destino dalle persone da loro amate.Ma molte di queste scritte con fatica e dolore non sarebbero mai più giunte a destinazione forse perché non c’era più il mittente che le scrivesse. Ma nonostante la presenza di queste persone non fosse più materiale, il loro ricordo sopravvive nel cuore desolato del poeta ,un cimitero dove non manca nessuna croce.E proprio il suo cuore è ora la città più desolata,più straziata,più oppressa dal terrore della guerra.Una terra dove ora si ergono solo croci,dove tutto è avvolto nella perpetua nebbia del ricordo e della tristezza ,una terra sanguinante i cui brandelli sono stati portati via dalla voracità e dall’incontrollabile fame dell’indomabile mastino chiamato Guerra.

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