Rosso Malpelo commento al testo della novella

Rosso Malpelo commento al testo della novella


Il racconto Rosso Malpelo, pubblicato per la prima volta nel 1878, fa parte della raccolta Vita dei campi.

In esso si narra la storia di un ragazzo che lavora in una cava di sabbia rossa. Poiché ha i capelli rossi, è giudicato malvagio e perseguitato da tutti. La comunità di minatori e contadini in cui vive interpreta negativamente qualunque gesto egli faccia.  All’inizio è protetto dal padre, ma quando questi muore in un incidente di lavoro, resta solo e indifeso. Rosso Malpelo assimila la violenza che subisce e cerca di insegnarne la lezione all’unico amico che abbia, Ranocchio, un ragazzo sciancato. Quando anche costui muore, il ragazzo accetta di visitare un tratto inesplorato della galleria e vi si perde per sempre.

Rosso Malpelo è un racconto terribile, perché mostra una realtà rovesciata, in cui è strano ciò che dovrebbe essere normale e in cui domina la violenza del più forte sul più debole.  I personaggi del racconto non hanno rapporti fra loro ma solo con Malpelo: tutto la struttura del racconto è perciò accentrata intorno al protagonista. I diversi personaggi posso essere distinti in uno schema di antitesi (= opposizione): da una parte coloro che opprimono Malpelo; dalla’altra coloro che stanno al suo stesso livello e sono oppressi come lui. Fanno parte del primo gruppo la madre e la sorella di Malpelo, il padrone della miniera, lo Sciancato e l’ingegnere; fanno parte del secondo gruppo Mastro Misciu, l’asino grigio, Ranocchio, la madre di Ranocchio e l’evaso. Questo sistema dei personaggi è sintomatico del modo di concepire la vita da parte di Verga: la vita è un sistema dualistico e conflittuale; ogni uomo è solo in una scale dove domina o il più potente socialmente o il più forte; quindi ad ogni uomo non resta che accettare  la violenza di chi è più potente o più forte e scaricare la propria violenza su chi è più in basso. Questa visione della vita vede trionfare l’egoismo individuale ed esclude la solidarietà tra individui che appartengono alla stessa classe sociale.

Terribile è poi lo stesso protagonista, non tanto perché sia effettivamente malvagio, quanto perché fa sua l’ottica dei suoi stessi persecutori. Tuttavia, a differenza di loro, egli ha il coraggio di guardare in faccia la realtà violenta in cui vive e di dichiararne apertamente le leggi spietate (si ricordino le sue riflessioni dinanzi alla carcassa dell’asino e il suo dialogo con Ranocchio sul Paradiso): da tale punto di vista la disperata rassegnazione di Rosso Malpelo ha qualcosa di leopardiano.