RISORGIMENTO ITALIANO

 RISORGIMENTO ITALIANO

RISORGIMENTO ITALIANO

Si chiama Risorgimento la serie di avvenimenti che portano l’Italia all’unità e all’indipendenza. L’Italia diventa un paese unito, libero dalla dominazione straniera e indipendente dopo lunghe battaglie e con la morte di molte persone.


All’inizio dell’Ottocento, non è possibile parlare liberamente contro la monarchia e a favore dell’indipendenza della propria nazione. Per questo motivo nascono in Italia, come in altri paesi europei, le società segrete. Lo scopo di queste società è cambiare la situazione politica.


n In Italia, la società segreta più diffusa è la Carboneria. I carbonari vogliono creare uno stato indipendente. La Carboneria è maggiormente diffusa nel Regno delle due Sicilie, nello Stato pontificio, nel Regno di Sardegna e nel Regno lombardo-veneto. Borghesi, artigiani, nobili, ufficiali, soldati, medici, avvocati, professori e studenti partecipano a questa società. Anche uomini di Chiesa si associano alla Carboneria.


Dopo il successo dei moti rivoluzionari spagnoli del 1820, alcuni ufficiali napoletani organizzano una rivolta. Ci sono poi anche moti in Sicilia e in Piemonte, ma questi moti non hanno successo e i carbonari sono imprigionati. Anche a Milano molti carbonari, tra cui Silvio Pellico, Federico Confalonieri e Piero Maroncelli sono arrestati e incarcerati.


Con il fallimento dei moti del 1821 e del 1831, i carbonari e i membri delle altre società segrete capiscono che l’azione delle società segrete non dà risultati positivi. È necessario trovare altri modi per condurre la lotta di liberazione.




Due sono i partiti politici che si fronteggiano e che propongono due idee diverse per l’unificazione italiana. I moderati sostengono l’idea di una monarchia costituzionale, cioè di una monarchia in cui il potere del re è limitato da una costituzione e da un parlamento. I moderati inoltre vogliono limitare il diritto di voto ai cittadini proprietari di beni e con un livello minimo di istruzione. I sostenitori della repubblica sono invece democratici. I democratici credono nell’uguaglianza dei cittadini. Secondo i repubblicani tutti possono votare e il capo dello stato deve essere un presidente scelto dal popolo.


Camillo Benso conte di Cavour, il primo ministro del regno di Sardegna, è il più illustre rappresentante del partito moderato. I moderati si oppongono all’iniziativa rivoluzionaria dei democratici e vogliono attaccare l’Austria, che domina su gran parte dell’Italia del nord, con l’esercito del Regno di Sardegna e con l’aiuto di volontari provenienti dal resto d’Italia.


Giuseppe Mazzini è il maggior sostenitore della repubblica. Mazzini pensa ad un’Italia repubblicana e unita. Nel 1831 Mazzini fonda una società segreta, la Giovane Italia e poi la Giovane Europa. Mazzini però non è molto popolare per le sue idee. Il popolo non capisce Mazzini e liberali, moderati, borghesi e aristocratici temono il suo programma. I sovrani italiani spesso arrestano o esiliano Mazzini.


Il 1848 è un anno di grandi rivoluzioni in tutta Europa. In Italia, le rivolte cominciano a Palermo e costringono Ferdinando II del Regno delle due Sicilie alla concessione di una Costituzione e all’elezione di un Parlamento. In poco tempo anche Leopoldo II del Granducato di Toscana, re Carlo Alberto del Regno di Sardegna e papa Pio IX devono concedere ai popoli una Costituzione.


Solo il governo austriaco non concede niente e così Venezia e Milano insorgono. A Milano i cittadini combattono per cinque giorni (Le Cinque giornate di Milano) e sconfiggono gli austriaci. Milano e Venezia non hanno però un esercito per combattere.


Carlo Alberto, re del Regno di Sardegna, decide allora di aiutare il popolo lombardo-veneto. Anche gli altri sovrani d’Italia mandano propri soldati. All’inizio l’esercito piemontese sconfigge gli austriaci. Milano, Venezia, Modena e Parma proclamano allora l’unione con il Regno di Sardegna. Gli altri sovrani però sono preoccupati, perché temono un eccessivo rafforzamento del regno di Carlo Alberto e così ritirano i loro soldati.


Il maresciallo austriaco Radetzky sconfigge così Carlo Alberto a Custoza il 25 luglio. Carlo Alberto deve firmare un armistizio e ritirarsi. I democratici dello Stato pontificio, all’inizio del 1849, proclamano la Repubblica romana.


Nel 1849 Carlo Alberto ricomincia la guerra, ma gli austriaci vincono nuovamente. Il re piemontese rinuncia al trono e va in Portogallo in esilio. Il figlio, Vittorio Emanuele II, firma il trattato di pace con gli austriaci. Finisce così la Prima guerra d’indipendenza.


Gli austriaci riprendono il controllo dell’Italia. La Francia va in aiuto del papa, Pio IX. Così la Repubblica romana, governata anche da Mazzini, è presa. Successivamente, ci sono tentativi d’insurrezione degli uomini di Mazzini, ma senza successo.




Nel 1854 succede un vento molto importante per la storia d’Italia: scoppia una guerra in un luogo lontano dall’Italia, la Crimea. Cavour, primo ministro del Regno di Sardegna, riesce a convincere il re a parteciparvi. Le conseguenze di questa guerra sono molto positive per il Regno di Sardegna, perché Cavour può parlare dei problemi dell’Italia divisa al Congresso di Parigi che si tiene alla fine della guerra. Francia e Inghilterra sono sensibili ai problemi dell’Italia divisa.


In Italia intanto ci sono nuovi moti rivoluzionari, ma questi moti non hanno successo. Molti repubblicani capiscono che solo con l’aiuto del Regno di Sardegna e del suo esercito possono vincere e raggiungere l’obiettivo dell’Italia unita. Cavour è un uomo politico molto abile e sostiene il progetto dell’Italia unita.


Nel 1858 Cavour firma un accordo segreto con la Francia. L’accordo dice che la Francia deve aiutare il Regno di Sardegna se l’Austria lo attacca. In cambio il Regno di Sardegna deve cedere alla Francia le regioni di Nizza e Savoia.


n Nei primi mesi del 1859 il Regno di Sardegna raduna le sue truppe sul fiume Ticino. Ci sono soldati provenienti da tutta Italia. Il rivoluzionario Giuseppe Garibaldi riceve il comando di un corpo di volontari, i Cacciatori delle alpi. Il governo austriaco ordina a Vittorio Emanuele II di disarmare l’esercito, ma il re non accetta.


Dopo una lunga guerra, con l’aiuto dei francesi gli italiani battono l’Austria. È questa la Seconda guerra di indipendenza dell’Italia (1859). In seguito alla Seconda guerra di indipendenza, si forma il primo nucleo dell’Italia unita nelle regioni del nord e del centro: ora Piemonte, Sardegna, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana sono unite in un unico stato. Il Veneto si unisce qualche anno più tardi (Terza guerra di indipendenza, 1866).


Per avere un’Italia completamente unita mancano ancora il centro-sud e la Sicilia. Giuseppe Garibaldi organizza un esercito di mille volontari che il 5 maggio 1860 partono dalla Liguria per la Sicilia. I Mille riescono a sconfiggere l’esercito dei Borboni a Calatafimi. Garibaldi e i suoi uomini risalgono la penisola e liberano anche tutto il sud dai dominatori stranieri (i Borboni).


Garibaldi e il re Vittorio Emanuele II si incontrano il 26 ottobre 1860 nella cittadina di Teano (Caserta) e Garibaldi consegna al re piemontese le conquiste compiute al sud. Nel mese di novembre la popolazione del Regno delle due Sicilie vota per l’annessione all’Italia.


A questo punto, l’Italia è unita sotto il re Vittorio Emanuele. Il 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele II diventa il primo re d’Italia. Roma diventa capitale dello stato italiano nel 1870 dopo una lunga lotta con il papa, contrario all’annessione dei suoi territori allo stato italiano. Il 20 settembre 1870 i bersaglieri aprono un varco nelle mura che difendono Roma e prendono la città. Questo evento è ricordato come la breccia (varco) di Porta Pia (la porta che i militari sfondano per entrare in Roma). Le regioni di Trento e Trieste saranno annesse all’Italia dopo la Prima guerra mondiale (1918).