RISCATTO DEL CORPO DI ETTORE
RISCATTO DEL CORPO DI ETTORE
Il grande Priamo entrò (nell’accampamento) senza farsi vedere, e, standogli accanto, prese fra le mani le ginocchia di Achille e gli baciò la mano, quella terribile mano omicida che molti figli aveva ucciso. Achille si stupì, vedendo Priamo simile ai mendicanti, come si stupiscono i presenti che assistono alla confessione di un’uomo che ha ucciso e se ne è andato in un’altro paese. E così si stupirono tutti gli astanti e si guardarono in viso. Priamo, pregando Achille, gli disse queste parole:
” Achille, tu che sei pari agli dei, pensa a tuo padre che come me è sulla soglia della triste vecchiaia e viene tormentato dai vicini che gli stanno attorno perché non c’è nessuno che il dolore e il male gli allonai. Ma io sono completamente distrutto, poiché generai molti figli e di quelli non me ne resta nessuno.
Ma Ares, arrabbiato, ha fatto cedere a molti le ginocchia, e l’unico figlio che ieri mi restava e che proteggeva la mia rocca e la mia gente ieri tu l’hai ucciso mentre lottava per la sua patria…Ettore. E’ per lui che ora io vengo alle navi di Danai (ossia alle navi di Achille) e per poter riavere il suo corpo io ti porto doni infiniti.”
Così disse Priamo e ad Achille fece venir voglia di piangere quel povero padre. Allora gli prese la mano, e lentamente scostò Priamo. Entrambi stavano pensando: uno pianse a lungo Ettore il massacratore rannicchiandosi ai piedi di Achille, e quest’ultimo piangeva il padre ed anche Patroclo. E in tutta la dimora risuonava quel pianto.