RIASSUNTO L’ASSIUOLO DI GIOVANNI PASCOLI

RIASSUNTO L’ASSIUOLO DI GIOVANNI PASCOLI


Questo componimento appartiene ad uno stile scrittorio proprio del Pascoli, che si riflette nella corrente decadente e anticipa di un po’ quella del Simbolismo, per il fatto che sotto all’apparente significato di ogni parola, se ne nasconde quasi sempre uno più profondo. Inoltre questa lirica rappresenta la cosiddetta “ornitologia Pascoliana”, che è caratteristica del poeta, in quanto contadino e quindi conoscitore dei nomi specifici e delle abitudini degli uccelli. Analizzando il primo aspetto, quello delle rime, troviamo uno schema ABABCDCD, ma la cosa ricorrente nelle tre strofe a doppie quartine formate da novenari a rima alternata, è la parola “chiù”, che denomina l’uccello noturno. Le rime corrispondenti alle lettere A e B non sono semantiche, mentre al contrario quelle corrispondenti alle C lo sono, con una connotazione diversa per ogni strofa. Infatti le parole lampi e campi appartengono entrambe al campo semantico dell’ambiente; sussulto e singulto hanno connotazione negativa, ed esprimono un tono di mistero nell’ambiente che circonda il poeta; infine porte e morte rappresentano la sensazione della presenza della morte. Per questo possiamo individuare una sorta di climax tra queste rime, che vanno sempre più verso il negativo. Non c’è né prevalenza di enjambement, né di punteggiatura, perciò si equivalgono. Le poche note da sottolineare per la punteggiature sono i puntini di sospensione alla fine di ogni strofa, e le poche congiunzioni, al contrario prevalgono punto e virgola, due punti e i puntini, come già detto. Per quanto riguarda l’aspetto dei periodi, prevale la paratassi. Il timbro, delineato da varie parole che hanno all’interno vocali come U e O, è cupo e scuro, sempre per riprendere la presenza della morte. Inoltre la ripetizione della parola “chiù” rafforza questo concetto. Il ritmo, a causa della frequente punteggiatura, dell’anafora nei versi 11-12-13, della quasi mancante punteggiatura, e del chiù, è rapido e soprattutto spezzato. La connotazione del ritmo sta nella paura che il poeta prova per il presentimento della presenza della morte. I tempi verbali sono al passato, quindi il poeta vuole dire che è passato un brutto periodo, accompagnato nella vita dalla morte dei genitori, ma nonostante questo sia finito, l’autore ha molta paura di ricadere nel buio della tristezza. Lo spazio è molto presente, e nonostante non sia fine a sé stesso ci è dato in molti riferimenti che ci descrivono il cielo, i lampi, il fruscio delle siepi, il vento, le vette dei monti… Questo paesaggio ha però sempre una nota di mistero, e ci rimanda al brutto presentmento del poeta, che ricorre in questa poesia. I personaggi sono il poeta, l’assiuolo e la natura che li circonda. Il primo che osserva la natura, il secondo che è annunciatore di disgrazie e rappresenta il motivo di paura per il poeta, inoltre è simbolo di solitudine e mistero; e il terzo che circondando i primi due contribuisce a dare un’atmosfera di mistero e oscurità. Come al solito il Pascoli aggiunge significati profondi alla parole attraverso figure retoriche, che qui sono l’epifore della parola “chiù” alla fine di ogni strofa, l’onomatopea dello stesso termine e al verso 12 proprie, mentre ai versi 18-5 improprie; inoltre sono presenti l’anafora ai versi 11-12-13 che dà musicalità al ritmo, una sinestesia al verso 5 (soffi di lampi), metafore (vv. 7) e anastrofi (vv.19-20). I temi principali della lirica sono l’angoscioso presentimento di morte espresso dall’assiuolo, il mistero della natura e il significato importante che possono assumere i suoni e i colori.