RIASSUNTO IL SETTECENTO

RIASSUNTO IL SETTECENTO

RIASSUNTO IL SETTECENTO


Il XVIII secolo rappresenta per la storia dell’uomo un’epoca di forti cambiamenti. E’, infatti, in questo secolo che nasce l’idea di progresso: la medicina comincia a fare i primi passi per sconfiggere le malattie, l’industria si rinnova grazie alla tecnica, la popolazione europea si raddoppia e allo stesso tempo migliorarono le condizioni di vita. In questo secolo si fa avanti l’idea illuministica, che comincia a parlare di diritti dei cittadini, di libertà, di tolleranza.

In questo contesto, non soltanto non diminuisce l’interesse per l’arte, ma anzi si colora di nuove e brillanti interpretazioni: va diminuendo l’enfasi barocca e all’arte viene riconosciuta una funzione squisitamente estetica e cioè, quella di tradurre e comunicare il pensiero attraverso la bellezza. Si passa così nel giro di qualche decennio dalla formula barocca a quella poi definita barocchetto, che soprattutto nell’architettura e nelle arti decorative verrà indicata come “stile rococò”. La parola rococò è una versione volutamente canzonatoria, entrata in uso quando questo stile incominciava a sua volta a saziare il gusto della parola rocaille con la quale in Francia dopo il 1720 si indicava un tipo di decorazione dalla linea asimmetrica e circonvoluta.

Il massimo splendore del rococò si fa coincidere con il regno di Luigi XV (1743-74) quando lo stile si identifica con il “gusto Pompadour”.

L’arte Rococò non deve più istruire né convincere, come quella barocca, non ha bisogno di comunicare messaggi religiosi e morali, ma deve soltanto divertire, alleggerire la noia della vita di corte. Durante il ‘700, oltre al Rococò, si svilupparono anche il Funzionalismo che riflette il razionalismo illuministico. Di questo periodo è la Palazzina di caccia di Stupinigi di Filippo Juvarra ed anche il Palazzo reale di Caserta del Vanvitelli. A Roma viene realizzata la scalinata di Trinità dei Monti e la Fontana di Trevi.

Anche la scultura e la pittura hanno un loro sviluppo. I primi accenni ad un cambiamento in direzione barocchetta, si hanno all’inizio del secolo nell’opera di pittori di area diversa. Un passaggio importante e decisivo è rappresentato a Napoli dall’opera di Luca Giordano (1634-1705). Proprio questa città, dove Giordano decora la cupola del tesoro di San Martino, diviene luogo di incroci e scambi culturali; il nostro pittore risiedette poi in varie città italiane ed estere: Firenze, Venezia fino in Spagna. La lezione viene colta, fra gli altri, da Francesco Solimena (1657-1747) vitalmente attivo tra Napoli e diverse città italiane.

Particolare importanza riveste la scuola veneziana, che non si pone all’avanguardia nel gusto verso il rococò; ma nel giro di qualche decennio si porterà in prima fila grazie all’emergere di figure quali il Ricci ed il Tiepolo.

Nel panorama settecentesco italiano emergono altri grandi pittori: Giuseppe Maria Crispi detto lo Spagnolo, Gian Battista Piazzetta, Alessandro Magnasco, Pompeo Batoni, Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto, Bernardo Bellotto, Francesco Guardi, Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto; all’estero si affermano, tra gli altri, l’inglese William Hogart, lo svizzero Johan Heinrich Füssli, in Spagna si va affermandosi la personalità del tutto inedita di Francisco Goya y Lucientes.