RIASSUNTO FAMIGLIE POVERE Grazia Deledda

 RIASSUNTO FAMIGLIE POVERE Grazia Deledda


Povera e numerosa era la famiglia del salinaro, raccolta come una tribù di selvaggi in certe catapecchie davanti alle quali il mare, nei giorni burrascosi, appariva come uno straccio sporco sbattuto dal vento, e d’estate le saline, simili a cave di calce, bruciavano gli occhi a chi le fissava.
L’uomo ed i figli più grandetti lavoravano laggiù, mangiati dal sale e dalla malaria: in casa rimaneva la moglie sempre gravida e con un grappolo di marmocchi intorno; rimanevano i vecchi nonni invalidi ed una sorella scema: chi andava e veniva continuamente in giro, era la suocera, la vecchia Geppa, che doveva essere stata generata in un momento di burrasca, perché non stava mai ferma e dava l’idea di un albero maestro tentennante al vento con intorno la vela attorcigliata e rotta.
Dopo i maschi, la Geppa era quella che si rendeva più utile alla famiglia; poiché non tornava una volta a casa senza il grembiale colmo di roba. Non che domandasse l’elemosina, che anzi non guardava in faccia nessuno, e neppure rispondeva se un viandante le chiedeva il nome di una strada, ma cercava, e cercando si trova sempre qualche cosa: fascinotti di legna nella pineta, fuscelli lungo la spiaggia, more e pigne, oggetti anche di valore abbandonati dai bagnanti e sepolti dalla rena, pesci buttati dai pescatori della sciabica, funghi ed erbe, qualche zucca, o grappoli d’uva sporgenti dai campi dei contadini; infine radici buone anche per i continui disturbi dei bambini.
I bambini non l’amavano, forse perché li costringeva a trangugiare questi amari intrugli: e neppure i grandi la vedevano di buon occhio.
C’era qualche cosa di strano, quasi di inumano, in lei, nei suoi occhi rotondi e fissi, come quelli delle vipere, nei suoi larghi piedi di palmipede, nell’andatura veloce e silenziosa: quando lei non era in casa si respirava meglio, mentre il suo riapparire, alla sera, sulla porta grigia e ventosa della catapecchia, dava un senso di fantastico, come s’ella fosse stata a commettere del male, ma in un mondo di spiriti, e cacciata via da questi ritornasse sulla terra con le ombre della notte.
L’aprirsi ed il vuotarsi del suo grembiale riconciliava un po’ tutti, con lei e con la realtà