RIASSUNTO E COMMENTO GERMINALE

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Emile Zola


TRAMA: Stefano Lantier organizza uno sciopero, dovuto alle condizioni di vita dei minatori di Montsou. Stefano è un operaio che lavora in miniera, dove ha passato gran parte della sua vita. Gli operai resistono per mesi, finchè logorati dalla fatica, marciano sulle miniere implorando cibo. A questo punto interviene l’ esercito e lo sciopero si trasforma in una carneficina. I minatori, ormai sottomessi, si adeguano alle condizioni imposte loro, fino a quando un macchinista russo inonda la miniera. Molti di questi operai muoiono annegati, ma Stefano si salva con difficoltà. Il racconto si conclude quando Stefano ritorna a Parigi, dove spera di trovare un mondo più giusto.
AUTORE: Émile Zola (Parigi, 2 aprile 1840 – Parigi, 29 settembre 1902) è stato un giornalista e scrittore francese. È considerato il creatore del filone naturalista.Émile Zola nato a Parigi il 2 aprile 1840, figlio di Francesco Zola, un ingegnere italiano di origine veneziana, e di Émilie Aubert, una francese (della Beauce, una regione della Francia centrale), trascorse l’infanzia e la prima giovinezza ad Aix-en-Provence, dove il padre dirigeva la costruzione di un canale. A questo periodo risale la sua amicizia con Paul Cézanne e Philippe Solari.
Morto il padre (1847), il ragazzo compì i suoi studi ad Aix e vi restò sino al 1857, anno in cui la madre, soprattutto per le crescenti difficoltà economiche, decise di rientrare a Parigi. Nella capitale, Zola ebbe difficoltà di ambientamento che si rifletterono sui suoi studi presso il liceo Saint-Louis.
Dopo essere stato bocciato per due volte agli esami di maturità (baccalauréat), decise di abbandonare gli studi e di trovarsi un lavoro.
Svolse, per brevi periodi, vari tipi di attività, poi entrò come fattorino nella casa editrice Hachette. Qui venne notato per la sua intelligenza e gli fu affidato l’ufficio Pubblicità. Questo lavoro gli permise di entrare in contatto con il mondo letterario ed artistico del tempo.
Nel 1862 ottenne la cittadinanza francese.
Sempre nello stesso anno, iniziando la sua collaborazione al Journal populaire di Lilla, intraprese la sua carriera di giornalista, attività che proseguì per tutta la vita contemporaneamente a quella di scrittore.
Nel 1864 pubblicò i Contes à Ninon e nel 1865 la Confession de Claude. Tutte e due le opere risentivano degli influssi romantici.
Ammiratore dei fratelli Goncourt[1] e attirato dalla idee di Hippolyte Taine e di Claude Bernard, Zola si avvicinò sempre più verso il Realismo e il Naturalismo che si manifestava già in Teresa Raquin (1867) e Madeleine Férat (1868).
Sviluppò quindi la sua concezione del romanzo come “opera sperimentale”, applicando una metodologia scientifica all’osservazione della realtà sociale.
Tale teoria lo avvicinò ad altri scrittori come Guy de Maupassant e Joris-Karl Huysmans, divenendo il caposcuola del Naturalismo.
Negli anni 1870-1893 Zola compose una serie di romanzi incentrati sulla realtà sociale del tempo, i cui personaggi ed ambienti sono osservati e descritti con grande realismo. Questa sua linea narrativa, oltre a grandi consensi, gli attirò spesso violente critiche da parte degli ambienti più conservatori e moralisti dell’epoca. Nei suoi romanzi vengono infatti frequentemente smascherate le ipocrisie e le bassezze della borghesia francese, con ritratti sfacciatamente realisti anche nei confronti dei costumi sessuali (come in Nanà), il che gli procurò anche l’epiteto di “pornografo”. In altri romanzi vengono denunciate con vigore le miserevoli condizioni di vita delle classi più povere (come ad esempio in “Germinal”, ambientato in un villaggio di minatori), o la corruzione della società del Secondo impero, il che gli attirò l’accusa di essere addirittura un sovversivo.
Nel 1898 intervenne con passione nell’affare Dreyfus in difesa dell’accusato, con una celebre lettera aperta al Presidente, intitolata J’accuse, che fu pubblicata nel quotidiano L’Aurore. Questo intervento lo costrinse a fuggire in Inghilterra, per evitare il carcere, e poté rientrare solo in seguito ad un’amnistia. Fu anche amico del pittore Paul Cézanne che aiutò nella sua carriera.
Morì nel 1902, soffocato dalle esalazioni di una stufa, ma i dubbi su un assassinio non furono mai fugati del tutto. Le sue spoglie sono sepolte a Parigi nel Pantheon, accanto alle tombe di due altri grandi scrittori francesi, Alexandre Dumas padre e Victor Hugo.
TEMPO: siamo nel 1800,nel pieno della prima rivoluzione industriale. LUOGO: una miniera a Parigi.
PERSONAGGI: Stefano Lantier, un giovane operaio di Parigi, che organizza uno sciopero per le dure condizioni di lavoro. Hennebeau, il direttore della miniera di Montsou.
COMMENTO: questo romanzo naturalista è molto interessante, perché fa capire come era difficile vivere nelle miniere, ma, come fece Stefano, non bisogna mai arrendersi di fronte a niente e nessuno.
IL TESTO E IL SUO TEMPO: come abbiamo già visto, il testo è ambientato nel 1800, quando scoppiò la prima rivoluzione industriale. Con queste nacquero le prime ferrovie, quindi bisognava estrarre carbone dalle miniere per farle funzionare. Ma non solo agli uomini fu affidato questo lavoro, bensì anche a donne e ragazzi, che difficilmente sopravvivevano in ambienti così ostili come le miniere di quel periodo.


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