RIASSUNTO DELL’ETA DEL BRONZO

RIASSUNTO DELL’ETA DEL BRONZO


L’età del bronzo ebbe inizio con la scoperta della lega metallica. L’uomo riuscì a fondere il rame con lo stagno ottenendo un metallo ancora più resistente: il bronzo. La conoscenza della nuova lega metallica aprì nuove possibilità di sviluppo, come la produzione di manufatti e armi migliori, scudi, spade e lance più potenti. La nuova tecnica si trasformò in un fattore fondamentale per la sopravvivenza ma anche per la conquista di nuovi territori. Con il bronzo nacque ufficialmente la metallurgia. Il bronzo veniva utilizzato, insieme all’oro e all’argento, nella produzione di oggetti di lusso, sempre più richiesti dalle emergenti classi sociali più benestanti. La produzione degli oggetti di lusso fu un’ulteriore spinta al commercio tra città lontane tra loro e al perfezionamento del trasporto marittimo. Dal punto di vista agricolo durante l’età del bronzo furono introdotte diverse innovazioni:

il sistema della rotazione delle colture, utile per impedire il rapido impoverimento del terreno

l’irrigazione, la canalizzazione

lo sfruttamento degli animali da soma.

Le innovazioni apportate alle tecniche consentirono una rapida crescita della produttività agricola (settore primario) e quindi anche del surplus alimentare di base necessario per sfamare popolazioni urbane sempre più grandi e sempre più specializzate in arti e mestieri secondari (artigiani, soldati, uomini di culto, sovrani). La pratica della specializzazione del lavoro si diffuse rapidamente e le città fecero la loro prima comparsa nella storia dell’umanità. In questo periodo presero vita le prime civiltà sul Nilo in Egitto, tra il Tigri e l’Eufrate in Mesopotamia, lungo l’Indo in India e lo Huang-ho in Cina.

L’età del ferro

Durante il X secolo a.C. il Mediterraneo orientale cominciò a uscire dalla precedente epoca di barbarie. Nei tre secoli successivi tra i nuovi popoli e regni che acquisirono importanza ricordiamo i Frigi in Anatolia, i Greci nell’Egeo e i Fenici lungo il litorale palestinese. Nella valle del Tigri e dell’Eufrate l’impero degli Assiri presto assunse il predominio in tutta l’Asia occidentale. In quel periodo grazie alle imprese commerciali e coloniali dei Greci e dei Fenici, anche l’Italia e l’area mediterranea occidentale fecero il loro ingresso nel mondo civilizzato. Tale rinascita politica e commerciale portò a un vigoroso sviluppo nelle arti e nei mestieri, compresa l’industria vetraria. La fabbricazione dei recipienti fu ripresa dagli artigiani della Mesopotamia e più tardi della Siria, che ricominciarono la produzione di vasi a nucleo friabile. Mentre le forme differivano da quelle dell’Età del Bronzo, le tecniche e la maggior parte dei colori erano rimasti quasi immutati. La produzione siriana o fenicia del tardo VIII e VI secolo, portò alla creazione nel corso del secolo successivo, di contenitori a nucleo friabile riproducenti le forme della ceramica greca. Tale innovazione influenzò l’industria vetraria dal VI al II secolo a.C. I vetrai della costa fenicia e dell’Assiria producevano ampolle per profumi e unguenti, piastre d’avorio intagliate, pannelli ornati con intarsi di vetro policromo, ma anche suppellettili da tavola monocrome di colore verde pallido (dovuto a decolorazione incompleta), o incolori o colorate intenzionalmente. Diffuse in questa epoca, erano anche le coppe emisferiche e alcune fiaschette con le pareti spesse,colorate in diverse tonalità di verde e di misura e forma variabili. L’esemplare più famoso è il “vaso di Sargon”, conservato al British Museum, ma coppe e fiasche simili sono state ritrovate un po’ in tutta l’area mediterranea (Spagna, Italia, Creta, Nubia).
Le migrazioni verso ovest degli artigiani del Mediterraneo orientale portarono alla diffusione delle tecniche di produzione presso le culture dell’Età del ferro della Jugoslavia, dell’Austria meridionale e dell’Italia. Le popolazioni dell’alta Austria usavano perline di vetro, fibule e coppette con striature a zigzag, ottenute con la tecnica della marmorizzazione. Allo stesso periodo appartengono perline, fibule e una serie di vasi fabbricati con la tecnica a nucleo friabile rinvenuti soltanto in insediamenti etruschi dell’Italia centrale. Tra il VI e il IV secolo a.C. continuarono le tradizioni e gli orientamenti di gusto della prima Età del Ferro. Il vetro continuava ad essere un bene relativamente costoso e raro, un sostituto o un’alternativa ad altri materiali naturali o artificiali. Nonostante i centri vetrari fossero aumentati, il numero di oggetti prodotti si mantenne basso. Le tecniche maggiormente utilizzate in questo periodo erano quelle a nucleo friabile e a verga, la colatura in stampi aperti o chiusi, mentre la tecnica musiva quasi scomparve. L’innovazione principale riguardò l’impiego di vetro grezzo, spesso e incolore che veniva colato in stampi, molato, levigato e intagliato fino ad ottenere recipienti di notevole qualità. Gli oggetti caratteristici di questo periodo sono le ampolle, fabbricate con la tec

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