RE GIOVANI CONCEDE LA MAGNA LIBERTATUM

RE GIOVANI CONCEDE LA MAGNA LIBERTATUM

RE GIOVANI CONCEDE LA MAGNA LIBERTATUM


Il 15 Giugno dell’anno 1215, su pressioni dei baroni del Regno di Inghilterra, il re Giovanni concesse la Magna Carta Libertatum, un documento redatto in latino che, per la prima volta nella storia, mirava a limitare i poteri del sovrano ed è considerato come documento fondante dello stato di diritto, basti pensare che uno dei punti più importanti proibiva al re di imprigionare gli aristocratici senza un regolare processo. La ricorrenza è, naturalmente, festeggiata in tutti i paesi anglosassoni con esibizione di copie del documento origina, rievocazioni storiche e cerimonie. Secondo un articolo sul New Yorker a firma di Jill Lepore, la fama del documento è esagerata dato che, oltre ai limiti del re nei confronti degli aristocratici, puntava ad eliminare tutte quelle norme medievali in disuso oppure eccessivamente bizzarre. Il documento ebbe una vita molto difficile, difatti poche giorni dopo l’approvazione del documento, il re Giovanni scrisse al papa cheidendogli la possibile di rendere nullo il documento che, a detta sua, gli era stato estorto con la forza e con le miacce. Il papa acconsentì ma questo portò a tumulti che sfociarono in una guerra civile. Nel seicento la Magna Carta perse il suo valore dato che i re ritenevano il proprio potere assegnato da Dio. Solamente son la Rivoluzione Inglese che terminò con la decapitazione di un re, il testo tornò in auge e verso la fine del 1700 divenne la fonte della sommossa dei coloni americano contro gli inglesi divenendo il documento fondante anche degli Stati Uniti.

Come si arrivò alla Magna Carta?
Morto Riccardo Cuor di Leone nell’anno del Signore 1199, Giovanni divenne re e iniziò una guerra con la Francia per difendere e conquistare alcuni territori dei Plantageneti. Per finanziare lo sforzo bellico, Giovanni ritenne opportuno imporre una tassa fortemente vessatoria ai baroni che protestarono fino a rifiutare di giurare fedeltà al re Giovanni subito dopo il fallimento della missione. Per stemperare la tensione che stava superando i limiti, il re incontrò i baroni a Runnymede concedendo la Magna Carta con cui erano confermati i privilegi dei feudatari e del clero promettendo di interferire il meno possibile nei loro affari. Un altro aspetto del documento stabiliva che il comune del regno (clero e feudatari) erano gli unici a poter dare il consenso al re per l’imposizione di nuove tasse ai vassalli diretti del re deliberando a maggioranza ma si sanciva l’obbligo di un giusto processo, di una pena commisurata al reato, la libertà della Chiesa Inglese e, soprattutto, una commissione di venticinque baroni che vigilavano sugli impegni sanciti nel documento. 
Il documento fu redatto in latino e ne furono prodotte almeno 13 copie che erano inviate a sceriffi, vescovi e baroni per renderli edotti circa le nuove disposizioni.
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