Ragazzi di Vita Pier Paolo Pasolini

Ragazzi di Vita Pier Paolo Pasolini


Il romanzo di esordio di Pier Paolo Pasolini si svolge nella Roma del secondo dopoguerra, tra le varie borgate.

I protagonisti sono degliadolescenti appartenenti al mondo della classe sociale più bassa urbana che vivono alla giornata di espedienti, arrangiandosi come possono, cercando di accaparrarsi ogni genere di oggetto che possa essere rivenduto.

Riccetto, questo è il soprannome di uno dei ragazzi, dopo aver racimolato del denaro, affitta una barca per navigare sul Tevere con degli amici. Durante questo giro in barca, egli rischia seriamente la vita gettandosi in acqua per salvare una rondine che sta per annegare. Il gesto dimostra la sua grande generosità, sebbene si comporti spesso da delinquente.

La scuola che ospita gli sfrattati delle borgate è ridotta in uno stato deplorevole e, anche a causa degli inadeguati controlli tecnici ed edili, un giorno crolla all’improvviso, seppellendo e uccidendo la madre del Riccetto e, dopo un disperato ricovero in ospedale, anche il suo amico e compagno Marcello.

Passa del tempo (circa sei anni), il Riccetto ha ormai quasi diciott’anni. Una sera lui e un amico, detto il Caciotta, sempre bighellonando e rubacchiando per le strade delle borgate, trovano un semplice impiego: devono vendere alcune poltrone per conto di un tappezziere di via dei Volsci, ma una volta concluso l’affare, si tengono i soldi. Così si comprano degli abiti nuovi, vanno a mangiare una pizza e vanno al cinema, poi, mentre passeggiano di notte per Villa Borghese incontrano dei compagni di malaffare. Si addormentano su una panchina del parco, ma alla mattina il Riccetto scopre di essere stato derubato delle scarpe e del denaro.

Così ancora una volta senza una lira, Riccetto e Caciotta sono costretti ad andare a mangiare alla mensa dei frati per una decina di giorni e a rubare qualcosa da mettere sotto i denti al mercato. Poi un giorno i due adocchiano una signora che sta salendo sul tram con la borsa semiaperta, la seguono e la borseggiano. Tutti contenti del malloppo, sull’autobus che li riporta al Tiburtino, il Caciotta lo mostra incautamente a degli amici e così attira l’attenzione di un certo Amerigo, un loro coetaneo malvivente di Pietralata estremamente aggressivo e dipendente dalle sigarette e dalladroga.

Questi li porta in una bisca dove, dopo una piccola vincita iniziale, comincia a perdere i soldi che il Riccetto gli ha prestato, fino a quando quest’ultimo, preoccupato che Amerigo gli chieda un altro prestito, scappa via. Subito dopo arriva la polizia che arresta il Caciotta e Amerigo. Il protagonista incontra dei ragazzi (tra i quali vi è il suo amico d’infanzia Lenzetta) e si unisce a loro, non curandosi della sparizione misteriosa del suo amico violento e aggressivo Amerigo, che intanto è morto suicida. Il Riccetto e il Lenzetta s’imbattono in un vecchio che presenta loro le proprie figlie. Riccetto comincia a frequentare la più giovane delle ragazze e la sua vita sembra subire una svolta positiva: inizia a lavorare, si fidanza, ma un giorno viene arrestato per un crimine che non ha commesso e deve scontare tre anni di prigione.

Dopo tre anni i giovani si rincontrano al fiume, dove facevano di solito il bagno da piccoli. Segue un estratto di vita nella casa di Alduccio, nella quale si è trasferita anche la famiglia del Riccetto (essendo suo cugino) dopo il crollo della scuola. La situazione familiare è esplosiva: la madre litiga con tutto il vicinato e con Alduccio perché non lavora e non aiuta in casa, il padre torna sempre ubriaco e cerca di picchiare la moglie mentre la sorella ha appena tentato il suicidio perché è rimasta incinta di un giovane che non vuole sposarla. In seguito addirittura Alduccio in preda all’esasperazione colpirà con una coltellata la madre, pur non ferendola gravemente. Successivamente viene presentata la famiglia del Begalone, altrettanto disastrata, visto che la madre è affetta da una grave malattia mentale ed è soggetta a continue visioni del demonio, di animali mostruosi e di orribili spettri. Alduccio e il Begalone passeggiano senza cena per le vie di Roma tentando inutilmente di corteggiare due ragazze troppo altolocate per loro; si fanno poi un bagno nella fontana e cercano di raggranellare qualche soldo dai passanti e finalmente entrano in una rosticceria mangiandosi tre supplì per uno. La fame però è talmente tanta che quando escono sono nelle stesse condizioni di prima. Successivamente incontrano il Riccetto da solo, il quale probabilmente, sta cercando come del resto gli altri due, qualcuno “da rimorchiare”. Trovano un “froscio” e il Riccetto accompagna Alduccio e il Begalone in un posto sicuro nella sua vecchia borgata in cui potranno prostituirsi indisturbati. La borgata è cambiata moltissimo, ormai piena di nuove quanto brutte costruzioni popolari. In seguito il Riccetto se ne va per conto proprio e Alduccio e il Begalone se ne vanno in un bordello, forse per tentare di dimostrare qualcosa a se stessi sulla propria identità sessuale; qualcosa però va storto e Alduccio viene pubblicamente umiliato da una vecchia prostituta.In seguito gli amici della borgata si riuniscono sull’Aniene, ma l’atmosfera è tesa e violenta. La violenza tra i compagni assume aspetti tragici di bullismo: prima si incitano due cani a combattere tra di loro, poi non contenti del “sangue” viene preso di mira il Piattoletta, un ragazzo debole e forse deforme, che nessuno difende. Dopo una serie di angherie, viene legato ad un palo e gli viene appiccato il fuoco. Il ragazzo si salva, ma resta ustionato.Successivamente durante l’ennesimo bagno nell’Aniene il Begalone, malato di tisi, si sente male, facendo presagire la sua fine imminente, mentre il piccolo Genesio per emulare il Riccetto, che pare sfidarlo con la sua ironia, attraversa il fiume, ma poi non è più in grado di ritornare sull’altra riva e muore sotto il ponte trascinato sott’acqua dai mulinelli. I suoi fratellini Borgo Antico e Mariuccio cercano di corrergli dietro sull’argine seguendo la corrente, ma non possono fare nulla per salvarlo e restano lì impotenti a contemplare la tragica scena. Il Riccetto di nascosto assiste alla disgrazia, ma non si tuffa per aiutarlo, benché sia anche il figlio del suo principale; adesso, infatti, Riccetto fa il manovale con una ditta di Ponte Mammolo. Riccetto, consumata la tragedia, se ne va alla chetichella, non visto da nessuno. Il giovane, ormai, è definitivamente cambiato: ha tagliato i suoi riccioli e non è più il ragazzino che alcuni anni prima aveva rischiato la vita gettandosi in acqua quasi sotto il ponte per salvare una rondinella che stava annegando. La sua integrazione con il mondo individualista del consumismo borghese è ormai cominciata.