PURGATORIO CANTO 9 FIGURE RETORICHE

PURGATORIO CANTO 9 FIGURE RETORICHE

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FONTE: https://www.scuolissima.com/2019/10/purgatorio-canto-9-figure-retoriche.html


Di Titone antico = anastrofe (v. 1). Cioè: “del vecchio Titone”.

Freddo animale = perifrasi (v. 5). Per indicare lo Scorpione, più precisamente la costellazione dello Scorpione.

Avea di quel d’Adamo = similitudine (v. 10). Cioè: “un corpo come Adamo, in carne e ossa”.

Mente nostra = anastrofe (v. 16). Cioè: “nostra mente”.

Fuoro abbandonati = enjambement (vv. 22-23).

Là dove fuoro abbandonati i suoi da Ganimede, quando fu ratto al sommo consistoro = perifrasi (vv. 22-24). Per indicare il monte Ida.

Terribil come folgor discendesse = similitudine (v. 29). Cioè: “scendesse fulminea come la folgore”.

Come fa l’uom che, spaventato, agghiaccia = similitudine (v. 42). Cioè: “come chi per lo spavento si sente gelare il sangue”.

Il mio conforto = perifrasi (v. 43). Per indicare Virgilio.

A guisa d’uom che ‘n dubbio si raccerta e che muta in conforto sua paura, poi che la verità li è discoperta, mi cambia’ io = similitudine (vv. 64-67). Cioè: “Come un uomo che, nell’incertezza, si rassicura e trasforma la sua paura in conforto, dopo che gli è stata svelata la verità, così divenni io”.

Su per lo balzo / si mosse = enjambement (vv. 68-69).

Innalzo / la mia matera = enjambement (vv. 70-71).

Pur come un fesso che muro diparte = similitudine (v. 75). Cioè: “proprio come un crepa che divide un muro”.

Tal ne la faccia ch’io non lo soffersi = iperbole (v. 81). Cioè: “così splendente da non poter essere guardato in volto”.

Ruvida e arsiccia = endiadi (v. 98). Cioè: “ruvida e arida”.

Sì fiammeggiante, come sangue che fuor di vena spiccia = similitudine (v. 102-103). Cioè: “così rosso acceso che sembrava sangue che schizza fuori da una vena”.

Mi sembiava pietra di diamante = similitudine (v. 105). Cioè: “che mi sembrava dura come il diamante”.

Chiedi / umilemente = enjambement (vv. 107-108).

Sonanti e forti = endiadi (v. 135).

Non rugghiò sì né si mostrò sì acra Tarpea, come tolto le fu il buono Metello, per che poi rimase macra = similitudine (vv. 136-138). Cioè: “non stridette così forte, né si mostrò così dura la rupe Tarpea, quando le fu sottratto il valoroso Metello, che la custodiva, per cui poi rimase privata del suo tesoro”.

Il buono / Metello = enjambement (vv. 137-138).

Tale imagine a punto mi rendea ciò ch’io udiva, qual prender si suole quando a cantar con organi si stea; ch’or sì or no s’intendon le parole = similitudine (vv. 142-145). Cioè: “Ciò che udivo mi dava la stessa impressione che di solito si ha quando si assistono a canti accompagnati dagli organo, per cui le parole si sentono ora sì, ora no.”.